Rispondiamo a una delle domande più frequenti dei genitori.Siamo tutti grati ai farmaci che ci curano dalle malattie, che leniscono il nostro dolore e che ci salvano la vita. In caso di bisogno, siamo disposti ad assumere a occhi chiusi tutti i farmaci che ci vengono prescritti, senza alcuna esitazione, perché stiamo male, siamo spaventati, e vogliamo guarire.
Anche se sappiamo bene che in alcuni casi i farmaci possono fare male.
Per i vaccini è molto diverso: sono farmaci anche loro, ma ci vengono proposti quando stiamo bene, o ancor peggio, vengono somministrati ai nostri bambini in gran numero, a cominciare da quando sono piccolissimi, indifesi e soprattutto (questo è il problema vero) quando stanno bene!
I vaccini: siamo certi che sono sicuri?
Il disagio come genitori è comprensibile, soprattutto se si aggiunge che l’iniezione a volte fa un po’ male, e i bambini piangono. E malgrado le spiegazioni del pediatra, un piccolo dubbio resta: ma almeno, siamo certi che sono sicuri?
In questo numero di “A scuola di salute” vogliamo affrontare quest’ultimo dubbio, legittimo e importantissimo.
Possiamo davvero affermare che sì, i vaccini sono molto sicuri, addirittura più sicuri di quasi tutti i farmaci più comuni? Che (quasi) tutti possono essere vaccinati, anche bambini e adulti con malattie complesse e gravi?
Leggi anche:
Vaccini: le risposte ai nostri dubbi
Diversi tipi di vaccino
Cercheremo di essere chiari e comprensibili nello spiegare i diversi tipi di vaccino, le sostanze che contengono, i processi di produzione e sperimentazione e i relativi controlli, e nell’elencare i possibili effetti collaterali (che, in genere sono banali, e se più gravi, sono molto rari).
Per quanto riguarda poi il fastidio di iniettare il vaccino al nostro bambino che ci guarda fiducioso, felice e sano, effettivamente c’è poco da dire, tranne il fatto che le malattie infettive sono ancora tra noi, che sono tante e molto pericolose.
E che i vaccini sono una grande risorsa della scienza e un regalo di protezione e salute che noi abbiamo il dovere di fare al nostro bambino.
Nel ‘900 mortalità infantile decine di volte più alta
Basti pensare che nel ‘900 la mortalità infantile – e la disabilità – erano decine di volte più alte e molti tra i più piccoli soccombevano proprio per le malattie che oggi vengono prevenute dai vaccini: morbillo, meningite, poliomielite, polmonite, difterite…
Tutti gli articoli sono a cura di: Guido Castelli Gattinara, Francesco Gesualdo, Elisabetta Pandolfi, Caterina Rizzo, Alberto Tozzi, Alberto G. Ugazio
Qual è l’impatto dei vaccini sul sistema immunitario?
Quando un microbo – un batterio o un virus – invade il nostro organismo, il nostro sistema immunitario combatte l’infezione mettendo in campo prima di tutto alcuni globuli bianchi del sangue.
Si tratta dei macrofagi e dei granulociti neutrofili che hanno la capacità di ingerire e digerire il microbo eliminandolo rapidamente dall’organismo.
Dalla digestione del microbo derivano comunque dei frammenti del microrganismo, gli antigeni, che verranno utilizzati più avanti per il suo riconoscimento.
I B linfociti e i T linfociti
Quando macrofagi e granulociti neutrofili non riescono ad eliminare il microbo, il sistema immunitario fa scendere in campo altre due armi:
• i B linfociti, globuli bianchi che sono in grado di produrre gli anticorpi. Gli anticorpi si attaccano agli antigeni del microbo e scatenano così una reazione infiammatoria che ha lo scopo di eliminarlo;
• i T linfociti, globuli bianchi che sono in grado di riconoscere gli antigeni del microbo e di distruggere le cellule che sono già state infettate.
Se un microbo invade per la prima volta l’organismo e se supera le difese dei macrofagi e dei granulociti neutrofili, occorrono molti giorni per preparare i B e i T linfociti e per metterli in funzione.
Leggi anche:
I test prima dei vaccini: servono davvero?
La memoria immunitaria
Il microbo ha quindi tutto il tempo che gli occorre per diffondersi e per provocare la malattia. Tuttavia, nel corso della risposta immunitaria i B e i T linfociti, mentre combattono i germi, imparano anche a ricordare gli antigeni che incontrano: sviluppano la cosiddetta memoria immunitaria.
Se quel microbo tenterà nuovamente di infettare l’organismo, i B linfociti con i loro anticorpi e i T linfociti riconosceranno subito i suoi antigeni e saranno pronti a scatenare una rapida risposta difensiva.
Ecco perché di regola non ci ammaliamo mai una seconda volta della stessa malattia infettiva.
La vaccinazione imita l’infezione con uno scopo preciso: far sì che il sistema immunitario riconosca gli antigeni di un microbo che, in realtà, non ha mai incontrato e, grazie alla memoria immunitaria, lo prepari a una risposta immediata ed efficace.
Quindi, possiamo considerare la vaccinazione alla stregua di un vero e proprio inganno, di una “finta infezione”. Per causare una “finta infezione”, ovviamente, abbiamo bisogno di “microbi finti”: i vaccini.
Ne sono stati escogitati di diversi tipi:
I vaccini vivi attenuati
• I vaccini vivi attenuati vengono ottenuti indebolendo in provetta un virus o un batterio in modo che non sia più in grado di provocare la malattia ma solo una lieve infezione, almeno nei bambini sani, pur conservando tutti gli antigeni del microbo e permettendo così al sistema immunitario di scatenare una risposta immunitaria che lo proteggerà per sempre.
L’esempio più ovvio è il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia in cui questi tre virus sono vivi e attenuati.
Questi vaccini non vanno mai somministrati a bambini che hanno un sistema immunitario depresso – ad esempio quelli in cura per un tumore – perché i virus sono pur sempre vivi e in questa situazione potrebbero provocare la malattia.
I vaccini inattivati
• I vaccini inattivati si ottengono uccidendo il battere o il virus in modo che conservi intatti i suoi antigeni. Il vaccino antipolio che utilizziamo attualmente è un esempio di questi vaccini.
I tossoidi
• I tossoidi sono utilizzati per prevenire malattie causate dalle tossine prodotte da alcuni batteri come la tossina del tetano e la tossina della difterite. Le tossine trattate con particolari sostanze chimiche perdono la loro tossicità ma mantengono inalterati gli antigeni: prendono il nome di tossoidi.
I vaccini ad antigeni purificati o a subunità
• I vaccini ad antigeni purificati o a subunità contengono soltanto alcuni antigeni ottenuti in laboratorio dal batterio o dal virus e quindi purificati. Ne è tipico esempio il vaccino contro la pertosse.
Gli antigeni ottenuti dai batteri o dai virus cui appartengono sono quindi ottimi componenti dei vaccini. In natura infatti funzionano nella normale risposta immunitaria anti-infettiva: gli antigeni che derivano dalla digestione del microbo stimolano comunque i B e i T linfociti che li ricorderanno – memoria immunologica – e impediranno il ripetersi della malattia.
Leggi anche:
12 vaccinazioni obbligatorie sono una scelta giusta? Le ragioni del sì