San Filippo porta l’esempio di una penitente pettegola e perfida. San Giovanni Maria Vianney dice di non farsi trascinare dai disfattisti maligni
Seguite i consigli e i suggerimenti paterni di San Filippo Neri e del Curato d’Ars (San Giovanni Maria Vianney ndr) per fermare pettegolezzi, maldicenze e cattiverie, che vi circondano e rischiano di coinvolgervi.
Leoluca Pasqua nel suo libro “Il pettegolezzo – Tra malizia e superficialità“, dell’editore Paoline, spiega come i due santi affrontavano chi sparlava e calunniava contro il prossimo.
La penitente di San Filippo Neri
C’era, tra le penitenti di San Filippo Neri una donna assai dedita alle maldicenze, che non riusciva a rendersi conto di questa pessima abitudine. Filippo Neri più volte l’ammonì severamente del male che causava al prossimo con la sua cattiva lingua, ma visto che era vana ogni sua parola, decise di correggerla. Un giorno, dopo averla ascoltata al confessionale le domandò: «Cadete spesso in questo difetto?». Rispose: «Spessissimo Padre! Sono così abituata che neppure me ne accorgo».
“Comprate una gallina morta, ma che abbia le penne”
Dinanzi a questa accusa l’esperto direttore d’anime capì che l’abitudine era oramai inveterata e che bisognava ricorrere a qualche penitenza grave, tale da farle comprendere i tremendi effetti del peccato di cui si accusava. Disse, come per darle consigli da buon padre: «Figlia mia, il vostro peccato è grande, ma la misericordia di Dio è ancora più grande. Voglio farvi toccare con mano tutto il male che voi avete fatto e che andate facendo con la vostra maldicenza. Ecco quello che dovete fare: comprerete una gallina morta, ma che abbia le penne».
La raccolta delle piume
Interruppe la penitente: «Padre, ma che c’entra la gallina con la penitenza che mi dovete dare?». Soggiunse il Santo: «Statemi ad ascoltare. Con la gallina in mano, girerete per le vie della città togliendole poco per volta le piume. Dopo che l’avrete spennata verrete qui da me e vi dirò quello che dovete fare». La penitente ubbidì alle prescrizioni del confessore e poi andò da lui. Il Santo le disse: «Ora che avete fatta quell’operazione, tornerete per le stesse vie dove siete passata e raccoglierete a una a una tutte le piume della gallina che avete spennato, senza lasciarne attorno nessuna».
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La lezione del santo
Allora esclamò la donna: «Ma Padre mio, mi chiedete una cosa impossibile… soffiava tanto vento che chissà dove avrà trasportato le piume!». Disse il Santo: «Lo so, ma con questo volevo farvi conoscere che le vostre maldicenze somigliano a queste piume. Anche le vostre parole velenose sono state trasportate dappertutto. Andate ora a ripigliarle se ne siete capace. Come è possibile che voi possiate riparare a tanto male che avete causato al prossimo con la vostra lingua?». Saggi consigli contro maldicenze cattiverie!
San Giovanni Maria Vianney e il chicco di grano
Nei “Discorsi”, San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, sentenzia duramente contro i calunniatori, e offre dei consigli per abbattere le malelingue: «Un poveretto, una volta che finisce sulla lingua dei maldicenti, è simile a un chicco di grano sotto la ruota del mulino: viene lacerato, sfracellato e completamente distrutto. Questa gente vi attribuirà delle intenzioni che voi non avete mai avuto, avveleneranno ogni vostra azione e ogni vostro movimento».
“Per loro siete degli ipocriti…”
Se siete persone pie, che vogliono adempiere fedelmente i doveri della propria religione, afferma il Curato d’Ars, «per loro siete solo degli ipocriti, che vi comportate come un dio, quando state in Chiesa, e come diavoli, quando siete in casa vostra. Se compite opere buone, essi penseranno che le fate per orgoglio, per farvi vedere. Se fuggite le abitudini del mondo, per essi siete persone strane, malati di testa; se avete cura dei vostri beni, per essi siete soltanto avari. Diciamolo francamente, fratelli miei, la lingua del maldicente è come un verme che intacca i buoni frutti, cioè le migliori azioni di questo mondo».
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La “freccia avvelenata” di San Francesco
San Giovanni Maria Vianney aggiunge altri consigli contro maldicenze e cattiverie: «Potrà accadere che, alla vostra presenza, si lodi una persona che si sa che conoscete. E voi non dite nulla, oppure la lodate con una certa freddezza: allora il vostro silenzio o la vostra simulazione, porteranno a pensare che voi conoscete, sul suo conto, qualcosa di brutto, e che ciò vi porta a non dire nulla. Altri, poi, parlano male sotto un’apparenza di compassione. “Non sai niente”, essi dicono, “non hai sentito ciò che è successo a quella tale, che conosci bene? Peccato, che si è lasciata ingannare!… Tu, tu che sei come me, non avresti mai creduto… “. San Francesco – evidenzia il Curato d’Ars – ci dice che una simile maldicenza è simile a una freccia avvelenata, che si immerge nell’olio, perché penetri più in profondità».
Così conclude la sua dura reprimenda contro i pettegoli: «Ecco, fratelli miei, in quanti modi, pressappoco, si può peccare a causa della maldicenza. Scandagliate il vostro cuore e vedete se non siete anche voi, in qualche modo, colpevoli in questa materia».
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