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La vita mistica di Carlo Acutis: alcuni fatti inediti che lo testimoniano

CARLO ACUTIS
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/10/20
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Dalle monache di clausura, all’intercessione presso Dio. Da Fatima alla Comunione: c’era qualcosa di raro nella spiritualità del quindicenne Carlo

Carlo Acutis tendeva a una vita mistica. Volle essere portato a visitare i luoghi che a Lucca ricordano santa Gemma Galgani, una delle più note mistiche del secolo scorso.

Il ragazzo, che sarà beatificato ad Assisi il 10 ottobre, teneva corrispondenza con le monache di clausura, per rafforzare la sua fede. Nella cappella di un monastero ricevette la sua prima comunione. Non lo dimenticherà mai quel giorno di grazia.

Questo ed altri fatti inediti sono raccontati nel libro di Luigi Francesco Ruffato Carlo Acutis – Adolescente innamorato di Dio” (edizioni Messaggero Padova)

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L’angelo delle monache di clausura

Carlo con la sua cinepresa si divertiva a fissare la bellezza della natura, degli animali, dei suoi gatti e cani domestici, fino a trasformarli in protagonisti di azioni, come fossero volti di persone cercate da Dio o poeti del silenzio come Francesco e Chiara. Questi ultimi li considerava giganti dello spirito, liberi di stare con Dio, crocifissi dalla «perfetta letizia», fatti preghiera vivente. Forse la mamma sa qualcosa delle domande che Carlo poneva alle monache di clausura.

Le risposte imprevedibili si specchiavano nei suoi gesti. Sappiamo che le monache si mostrarono molto materne, fino a considerarlo un «angelo» per il suo candore. Carlo si compiaceva delle loro preghiere come specifica identità e spera- va di poter filmare la loro spontanea quotidianità per metterla a conoscenza dei suoi compagni e amici.

L’intercessione presso Dio

Quella sua tendenza al misticismo, nonostante fosse più che adolescente, si manifestava anche nei suoi appunti. «Chi più di un Dio, che si offre a Dio, può intercedere per noi? – si domandava Carlo – Durante la consacrazione bisogna chiedere le grazie a Dio Padre per i meriti del suo Figlio unigenito Gesù Cristo, per le sue sante piaghe, il suo preziosissimo sangue e le lacrime e i dolori di Maria Vergine che, essendo sua madre, più di tutti può intercedere per noi».

CARLO ACUTIS

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“Gesù, accomodati pure”

Alla fine della consacrazione soleva dire: «Per il sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria vi offro tutte le mie richieste e vi chiedo di esaudirmi».

Con uno stile molto filiale, recita frequentemente questa preghiera: «Piaghe di Gesù, bocche di amore e di misericordia per noi, parlate di noi al divin Padre e otteneteci un’intima trasformazione».

Dimostra tenerezza fraterna quando fa la comunione: «Gesù, accomodati pure! Fa’ come se tu fossi a casa tua».

La Madonna e i “misteri della luce”

I biografi di Carlo ci parlano della sua devozione intensa a Maria Immacolata, come si era rivelata a Lourdes, specchiata nella riflessione sui misteri della vita terrena di Gesù, che accompagnano il santo rosario. Ci dicono gli esperti della sua vita che accolse con gioia i «misteri della luce» proposti da papa Giovanni Paolo II come premessa alle decine di Ave Maria.


CARLO ACUTIS, CIAŁO
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I pellegrinaggi

Favorito dalla famiglia, compì vari pellegrinaggi a santuari mariani, in Italia e nel mondo: Pompei, Caravaggio, Siracusa, Guadalupe, Lourdes, Fatima. A Fatima Carlo era stato particolarmente colpito dalla storia dei tre pastorelli: Lucia (dieci anni), Francesco (nove anni) e Giacinta (sette anni), che avevano visto e parlato con la Madonna, ogni mese per sei mesi (13 maggio-13 ottobre 1917), mentre pascolavano le pecore.

Carlo da questi aveva imparato a vincere se stesso praticando sacrifici, vincendo gli istinti della gola e altro. Immaginava di offrirli come «un bouquet di rose alla Madonna che così lo avrebbe utilizzato per aiutare i suoi figli più bisognosi».

La mamma più cara

Carlo amava Maria come la sua mamma più cara. Recitare il rosario era come sentirsi baciare dai misteri vissuti dalla mamma di Gesù. Si faceva fotografare a ogni santuario che visitava e invitava an- che i parenti a consacrarsi per sempre al servizio di Maria.

Grande e soave cosa è ascoltare il Signore che ci parla dentro. Le distrazioni dell’oggi, i rumori che ci circondano, il frastuono del fuori e le interferenze del dentro ci impediscono l’ascolto. Per poter concretizzare la ricezione chiara e distinta e precisa delle voci del Cielo è assolutamente necessario disporsi. Disporsi è: decidersi per l’ascolto, fare il vuoto da tutto, chiamare insistentemente il divino interlocutore.


CARLO ACUTIS SAN FRANCESCO ASSISI
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