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Il giorno in cui l’angelo custode ha detto a Gemma Galgani: “Patirai dolori corporali”

SAINT GEMMA GALGANI

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/04/19

La mistica racconta nel suo diario il sacrificio che le chiese l'angioletto per liberare le anime dalle pene del Purgatorio

6 agosto 1900. Santa Gemma Galgani ha uno dei dialoghi più intensi con il suo angelo custode. Don Marcello Stanzione lo riporta integralmente in “Antologia angelica” (editrice Ancilla).

L’incontro tra santa Gemma e l’angelo accade di sera, mentre lei stava pregando. «Mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: “Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù dispiace”. “No, – ho risposto – non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene”. Ha soggiunto: “Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancor di più”».

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Il secondo “richiamo”

L’angelo, subito dopo, gli chiede di Gabriele, il suo confessore. Santa Gemma gli risponde che da molto tempo non lo vede. L’angelo è laconico: “Stanotte Gesù te lo manda”. Detto ciò sparisce. Ma ritorna più tardi, dopo che la donna aveva terminato le preghiere, e le fa un altro “richiamo”. “Quanto tempo è che non hai pregato per le anime del Purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! Madre Maria Teresa soffre sempre, sai?”.

Le anime del Purgatorio

Era dalla mattina che Gemma non aveva pregato per loro. «Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro la regalassi alle anime del Purgatorio. “Ogni piccola pena, le solleva; anche ieri e oggi, se tu avessi offerto per loro quel poco”. Ma risposi un po’ meravigliata: “Mi sentiva il corpo; e i dolori di corpo sollevano le anime del Purgatorio?”. “Sì, – mi disse – sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva”».


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“Sofferenze corporali”

Gemma gli promise che si sarebbe impegnata di più nella preghiera per le anime purganti. L’angelo aggiunse: “Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? Vuoi soffrire?”.

Santa Gemma gli chiese in che cosa consistevano le sofferenze. «E’ lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di venerdì?. “No”, rispose. “Di Gesù non sono; saranno dolori corporali”. Io dissi di no, perché fuori di giovedì e di venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del Purgatorio, e in particolare Madre Maria Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un’ora volentieri avrei patito».

La benedizione

All’angelo bastarono queste parole, «ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire. Stamattina – conclude la mistica – quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via».




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