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La Corte Suprema si schiera dalla parte delle Piccole Sorelle dei Poveri e della scuola cattolica

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John Burger - pubblicato il 09/07/20
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La libertà religiosa è fondamentale per i casi di esenzione dalla contraccezione e gestione delle scuoleLe Piccole Sorelle dei Poveri, che gestiscono una serie di istituti per anziani negli Stati Uniti e in tutto il mondo, possono essere esentate dalla necessità di assicurare ai loro impiegati laici la possibilità di ricevere contraccettivi gratis come parte della loro copertura sanitaria, ha stabilito mercoledì la Corte Suprema degli Stati Uniti.

“Da più di 150 anni, le Piccole Sorelle si sono impegnate in un servizio fedele e si sono sacrificate motivate dalla chiamata religiosa a fare di tutto per il bene dei fratelli”, ha scritto il giudice Clarence Thomas. “Negli ultimi sette anni, però – come molti altri obiettori religiosi che hanno partecipato ai processi e alle regolamentazioni che hanno portato alla decisione di oggi -, hanno dovuto combattere per poter portare avanti la loro nobile opera senza violare le proprie sincere convinzioni religiose. Dopo due sentenze di questa Corte e molteplici tentativi falliti di regolamentazione, il Governo federale è giunto a una soluzione che esenta le Piccole Sorelle dalla fonte delle loro preoccupazioni a livello di complicità – il mandato contraccettivo imposto a livello amministrativo”.

La Corte ha stabilito che l’Amministrazione Trump aveva l’autorità di garantire un’esenzione ai gruppi animati da convinzioni religiose.

La sentenza del caso Piccole Sorelle dei Poveri Casa Santi Pietro e Paolo v. Pennsylvania ha rimandato il caso alla Corte d’Appello “per ulteriori procedure coerenti con questa sentenza”.



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In un’altra sentenza di mercoledì, l’Alta Corte ha stabilito che i tribunali devono rimanere fuori dalle dispute lavorative che coinvolgono chi ha posizioni di rilievo a livello di Chiesa e altre istituzioni religiose.

Il caso delle Piccole Sorelle ha avuto origine sull’onda dell’approvazione dell’Affordable Care Act nel 2010. Le Piccole Sorelle e altri datori di lavoro religiosi obiettori hanno alla fine ottenuto un modo per essere esentati da quello che è stato chiamato “mandato contraccettivo”, ma solo se riempivano un modulo che, sostenevano, significava dare il libera al fatto che il Governo
federale fornisse la copertura, cosa che li rendeva complici nell’offrire la contraccezione.

“Coerenti con la loro fede cattolica, le Piccole Sorelle hanno la convinzione religiosa ‘che evitare deliberatamente la riproduzione mediante mezzi medici sia immorale’”, ha stabilito la sentenza emessa dalla maggioranza della Corte. “Hanno sfidato l’autocertificazione, affermando che riempire il formulario le avrebbe costrette a violare le proprie convinzioni religiose ‘intraprendendo azioni che avrebbero direttamente fatto sì che altri fornissero la contraccezione o sembrassero partecipare allo schema di distribuzione’”.

I giudici Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor si sono espresse contrariamente alla sentenza.

Il giudice Samuel Alito ha affermato che la questione non è chiusa.

“Ora rimandiamo la questione ai tribunali inferiori, in cui il Commonwealth della Pennsylvania e lo Stato del New Jersey non sono affatto certi di portare avanti la loro argomentazione in base alla quale la legislazione attuale è manchevole su un altro piano”, ha scritto Alito. “Questo prolungherà la battaglia legale in cui le Piccole Sorelle sono impegnate da sette anni – anche se in tutto questo tempo nessun impiegato delle Piccole Sorelle ha avanzato obiezioni nei confronti della loro condotta”.


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Andrew C. McCarthy, senior fellow del National Review Institute, ha sottolineato che secondo il giudice Thomas, potendo il caso essere deciso sulla base dei termini dell’Affordable Care Act, il tribunale non ha affrontato “la questione strettamente collegata relativa all’ipotesi che il mandato contraccettivo violasse il Religious Freedom Restoration Act”.

NARAL Pro-Choice America ha dichiarato su Twitter che la decisione “ha dato all’Amministrazione Trump il via libera di attaccare la nostra copertura sul controllo delle nascite”.

La Thomas More Society, un’impresa legale nazionale no profit che si dedica a promuovere il rispetto giuridico di vita, famiglia e libertà religiosa, ha definito la sentenza una vittoria per la libertà sia delle religiose che delle donne. Helen Alvaré, Special Counsel della Thomas More Society, ha parlato a nome di Women Scholars, un gruppo di accademiche di spicco di dozzine di facoltà giuridiche, sostenendo che “la decisione della Corte Suprema compie un passo importante per rivendicare i nostri diritti costituzionali più fondamentali. Il mandato minacciava la libertà religiosa e promuoveva una comprensione riduzionista e dannosa della libertà delle donne. Le esenzioni religiose come definite dall’Amministrazione attuale contrastano in modo appropriato tutto questo”.

Nell’altra sentenza emessa mercoledì, nei casi combinati Our Lady of Guadalupe School v. Morrissey-Berru e St. James School v. Darryl Biel, la Corte ha stabilito che le leggi sulla discriminazione lavorativa a livello federale non si applicano agli insegnanti i cui doveri includono l’insegnamento religioso nelle scuole gestite dalle Chiese. Anche in questo caso la sentenza è stata approvata con 7 voti a favore e due contrari, quelli della Ginsburg e della Sotomayor.



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Entrambi i casi coinvolgevano scuole dell’arcidiocesi cattolica di Los Angeles. In una, Agnes Morrisey-Berru ha presentato un’azione legale per discriminazione a livello di età nei confronti della Our Lady of Guadalupe School dopo essere stata licenziata. La scuola, però, sostiene di aver basato la sua decisione sulla performance scolastica. Nell’altro caso, la St. James School non ha voluto rinnovare il contratto di Kristen Biel dopo un anno di lavoro nella scuola. La donna ha fatto ricorso alla Equal Employment Opportunity Commission, sostenendo che il mancato rinnovo si sia verificato dopo che aveva richiesto un permesso per curarsi dal tumore al seno, mentre l’istituto afferma che la decisione si è basata sulla scarsa performance.

Quando una scuola con una missione religiosa affida a un insegnante la responsabilità di educare e formare gli studenti nella fede, l’intervento giudiziario nelle dispute tra scuola e insegnante minaccia l’indipendenza dell’istituto in un modo che non viene permesso dal Primo Emendamento, sostiene la sentenza.

“È istruttivo considerare perché l’indipendenza di una Chiesa su questioni ‘di fede e dottrina’ richiede che l’autorità selezioni, supervisioni e se necessario rimuova un ministro senza interferenze da parte delle autorità secolari”, afferma la sentenza, scritta dal giudice Samuel A. Alito. “Senza questo potere, la predicazione, l’insegnamento e la consulenza di un ministro ribelle potrebbero contraddire i principi della Chiesa e allontanare la congregazione dalla fede. L’eccezione ministeriale è stata riconosciuta per preservare l’autorità indipendente di una Chiesa in questioni simili”.

Adrian Alarcon, portavoce delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi di Los Angeles, ha sottolineato che “le scuole religiose giocano un ruolo fondamentale nel trasmettere la fede alla prossima generazione di credenti”, e che le scuole cattoliche arcidiocesane sono “grate per il fatto che la Corte Suprema abbia riconosciuto che i gruppi di fede debbano essere liberi di prendere le proprie decisioni sulle persone a cui dovrebbero essere affidati questi doveri essenziali”, ha riferito il Catholic News Service.

Il docente di Giurisprudenza dell’Università di Notre Dame Richard Garnett ha affermato all’epoca delle audizioni orali che la questione non riguardava, “come qualcuno ha lamentato, un presunto diritto delle Chiese di ‘ignorare’ le leggi sui diritti civili, al contrario. Riguarda il fatto di difendere i diritti civili e costituzionali delle istituzioni religiose di decidere autonomamente sulle questioni religiose”.