Risponde il teologo San Giovanni Scoto. Ci sono molte cose in comune, secondo lui, tra noi e gli spiriti celesti
Giovanni Duns Scoto conosciuto come “doctor subtilís”, fu un eminente teologo francescano che combattè energicamente l’eresia dei Begardi e delle Beghine.
Essi costituivano un movimento libertario del XIII secolo, i cui adepti, sentendosi già in Paradiso su questa terra per intervento dello Spirito, si sentivano in possesso di uno stato di impeccabilità che li portava talvolta a lasciarsi andare a qualsiasi licenziosità sessuale.
Immacolata Concezione e angeli
Tuttavia la fama di Scoto lungo i secoli sarà legata specialmente al dogma dell’Immacolata Concezione da lui proposto teologicamente. Molti dei suoi insegnamenti sugli Angeli furono dati nei “Commentari alle sentenze di Pietro Lombardo” (teologo e vescovo del 1100). Le concezioni di Lombardo e di Scoto coincidono praticamente su tutti í punti sostanziali della dottrina angelologica.
La differenza con San Tommaso
Anzitutto per Scoto i due mondi angelico ed umano ritrovano una profonda vicinanza, mentre san Tommaso d’Aquino li aveva ontologicamente distinti. Infatti l’oggetto della conoscenza umana e di quella angelica è il medesimo: l’essere reale e concreto nell’intuizione oppure l’essere universale e teorico nell’astrazione; l’essere è colto attraverso la “species intelligibilis” prodotta dall’intelletto. In tal modo si sottolinea primariamente la funzione del soggetto conoscente, piuttosto che la sua conformità all’oggetto reale.
L’angelo ha una intelligenza attiva
Da ciò segue che l’angelo possiede un’intelligenza attiva e conosce le cose concrete come l’uomo; il suo pensiero quindi procede in modo discorsivo e argomentativo, non solo contemplativo.
L’unica differenza rispetto all’intelletto umano sta nella maggior chiarezza che la conoscenza angelica possiede, non nella sua maggiore universalità o comprensione.
La volontà è sempre libera
L’angelo inoltre può conoscere i pensieri segreti e gli atti liberi di un altro angelo, anche se questo li vuole nascondere. Per Scoto la volontà degli angeli è sempre libera. Per questa ragione gli angeli non compiono un solo atto di scelta immutabile, sia nel bene sia nel male, ma possono fare diverse scelte successive.
I demoni, nella loro libertà, hanno commesso una serie di errori, di fronte ai quali potevano pentirsi; caduti nella dannazione, essi non hanno perduto questa libertà, propria della loro natura; tuttavia non possono ravvedersi, poiché non è concesso loro da Dio.
Non sono formati da materia corporea
Ugualmente gli angeli buoni possiedono la libertà naturale, anche se sono nella beatitudine; non possono però aumentare la loro gloria.
Scoto poi ammette, contrariamente a Tommaso, la composizione di forma e di materia nella natura angelica; tuttavia afferma anche la loro spiritualità, poiché la materia, di cui è composto l’angelo, non è corporea ed è come assorbita dall’attività spirituale.
L’anima dell’uomo è parte della forma angelica
Anche per secondo questo profilo, non c’è grande differenza tra la natura umana e quella angelica, sono tuttavia specificamente distinte, nel senso che l’angelo costituisce una natura per se stesso, mentre l’anima umana è solo una parte della natura, poiché anche il corpo integra la medesima natura umana. In certo modo l’anima dell’uomo è come una parte della forma angelica.
Inoltre Scoto ammette che una stessa specie può essere partecipata da molteplici angeli, perché ogni specie è comunicabile a diversi individui, altrimenti non sarebbe più universale, contrariamente a quanto affermato da san Tommaso.
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