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San Giovanni Paolo II: il canto degli angeli può diventare una preghiera da ripetere spesso

JAN PAWEŁ II

Wojtek Laski/EAST NEWS

don Marcello Stanzione - pubblicato il 19/05/20

"L’annuncio degli angeli suona per noi anche come un invito: “sia” gloria a Dio nel più alto dei cieli"

Gli angeli sono i «portatori attivi e potenti della parola di Dio» e «ne trasmettono in ogni luogo il suo riverbero». Sono dei «potenti amplificatori e attivi esecutori» di tale parola. San Giovanni Paolo II lo ricordava durante l’udienza generale del 30 giugno 1986, citando il Salmo 102.

“Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno abbraccia l’universo. Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti al suono della sua parola. Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere, suoi ministri, che fate il suo volere” (Sal 102,19-21).

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“Potenti esecutori dei comandi di Dio”

Quest’ultimo versetto del Salmo 102 indica che gli angeli prendono parte al governo di Dio sulla creazione, come “potenti esecutori dei suoi comandi” secondo il piano stabilito dalla divina Provvidenza. In particolare agli angeli è affidata una speciale cura e sollecitudine per gli uomini, per i quali presentano a Dio le loro domande e preghiere.

L’annuncio degli angeli

Giovanni Paolo II, in un’altra udienza generale del 31 ottobre 1990, parlava della relazionetra uomini e angeli, e si esprimeva così:

“L’annuncio degli angeli suona per noi anche come un invito: “sia” gloria a Dio nel più alto dei cieli, “sia” pace in terra agli uomini che Egli ama. L’unico modo di glorificare Dio e di costruire la pace nel mondo consiste nell’umile e fiduciosa accoglienza del dono di Natale: l’amore. Il canto degli angeli può allora diventare una preghiera da ripetere spesso”.

Certamente un buon volere che passa attraverso una sana relazione di pace, amore e comprensione e relazione fra gli uomini animata dagli angeli ad immagine relazionale della Santissima Trinità, in quanto l’annuncio angelico contiene la relazione trinitaria. Era questo il senso del messaggio che ci ha voluto lasciare Wojtyla.


SAINT POPE JOHN PAUL II

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