La Vergine ha compensato l’assenza prematura della madre Emilia, morta quando il futuro Giovanni Paolo II era ancora bambino
«C’è una foto che ritrae Karol Wojtyla nel giorno della sua prima comunione. Sul volto è visibile un’ombra di tristezza. Accanto a lui non c’è più la mamma. È deceduta qualche settimana prima. La lunga, insidiosa malattia e la morte hanno spento il brillare dei suoi occhi. Ma negli occhi di Karol c’è un fuoco».
Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II, racconta a L’Osservatore Romano (18 maggio) l’incontro tra il piccolo Karol e la Madonna, che ebbe luogo dopo la morte prematura di mamma Emilia.
«Nei suoi occhi – scrive Oder – è rimasto impresso lo sguardo della mamma. Gli occhi del piccolo Karol, ancora luccicanti di lacrime, hanno ritrovato la consolazione, la sapienza, la sicurezza e l’amore negli occhi di Colei davanti alla cui immagine l’accompagnò il padre».
Il primo maestro del piccolo Karol
Molto spesso, sottolinea il postulatore, «la dimensione mariana della sua spiritualità è stata associata alle drammatiche vicende che privarono il giovane Karol, in tenerissima età, dell’affetto materno. La sua spiritualità venne, tuttavia, formata in un clima profondamente virile».
Infatti, il suo primo maestro nella fede fu il padre, Karol Józef Wojtyla, un militare di profonda e provata fede. «Come ha ricordato lo stesso san Giovanni Paolo II, la prima scuola della sua formazione spirituale e religiosa fu la sua famiglia».
La devozione mariana
Dopo la morte della madre, Emilia, avvenuta nell’aprile 1929, il rapporto tra Karol e suo padre si approfondì ulteriormente. «La figura paterna – evidenzia Oder – divenne fondamentale per la crescita umana e spirituale del giovane. L’umiltà, la laboriosità, l’onestà e la pietà del genitore incisero profondamente sulla personalità del figlio. Fu il padre ad inculcare a Karol la devozione allo Spirito Santo, alla quale, insieme a quella della Madonna, rimase sempre fedele».
“Una costante stella di riferimento”
Fu il padre, infatti, «ad avviare il cuore del figlio all’amore della tradizionale pietà mariana. Nell’intimo incontro col Signore, fu sempre la figura di Maria Santissima a occupare un posto privilegiato. La Beata Vergine è stata presente nelle vicende del giovane Karol come una costante stella di riferimento. Questo rapporto ha decisamente inciso sulle sue scelte, sul suo stesso modo di essere e di porsi nei confronti di persone ed eventi».
“Apostolo della fede”
Conclude il postulatore della causa di canonizzazione di San Giovanni Paolo II: «Alla scuola della pietà popolare assorbita in famiglia, in un vivo dialogo con Dio, guidato dall’affetto per Maria, desideroso di crescere con Lei nella fede e plasmando la propria vita sul suo esempio, il futuro Pontefice, come Giovanni evangelista, volle prendere Maria nella sua casa (cfr. Giovanni19, 27)».
«Questo vivere con Maria – chiosa Oder – contribuì in maniera fondamentale alla crescita umana e spirituale di Karol, alla formazione della sua sensibilità e, col tempo, lo rese un autentico “apostolo della fede”, pescatore di uomini e guida di anime per il nostro tempo, oltre le soglie del terzo millennio».
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