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Sant’Ignazio e i primi gesuiti erano molto devoti agli angeli. Ecco perchè

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 29/04/20
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E’ stata la Compagnia del Gesù a diffondere la devozione popolari sugli spiriti celesti. Da Sant’Ignazio a San Pierre Favre, il loro modo di essere è ispirato alla purezza degli angeli

Nella storia della spiritualità cattolica sono stati i mistici a definire la devozione agli angeli e, particolarmente agli angeli custodi. Ma a renderli popolari furono principalmente i Padri della Compagnia di Gesù che l’hanno resa veramente popolare.

Il loro fondatore Sant’Ignazio aveva letto “Ludolfo il Certosino” e, forse, gli “Esercizi di Cisneros”. Questi autori gli ispirarono una grande devozione agli angeli. Nelle sue Regole, egli ordina ai suoi figli gesuiti di imitare la purezza degli angeli e spesso, il padre Manara ne è garante; esprimeva il desiderio di ritrovare, nei membri della Compagnia di Gesù, la carità, lo zelo delle anime e la serenità inalterabile degli angeli.

Il primo Preludio della contemplazione dell’Amore

Negli Esercizi, Sant’Ignazio attira l’attenzione dei partecipanti al ritiro spirituale sull’importanza degli angeli. Segnala e sottolinea il loro intervento in tutti i misteri della vita di Cristo, dove li incontra (Annunciazione, Agonia, Resurrezione…); appaiono come nostri intercessori, nel primo Preludio della contemplazione dell’Amore; descrive, da psicologo, al seguito di Origene e di Sant’Agostino, la natura ed il carattere delle loro ispirazioni.

web St_Ignatius_of_Loyola_(1491-1556)_Founder_of_the_Jesuits ©Domaine Public

Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556) era soggetto ad ascensioni luminose estatiche: fu osservato in segreto, durante le sue orazioni, e si racconta che la sua camera si riempisse di luce mentre il santo, inginocchiato con le braccia in modo crucis, si elevava.Rubens, Sant'Ignazio di Loyola.

San Pietro Favre

L’esempio di Sant’Ignazio fu una luce per san Pierre Favre. Favre è uno dei primi compagni di sant’Ignazio di Loyola. Nacque a Villaret, nella savoia, il 6 aprile 1506 da povera famiglia, ma volle studiare e dopo alcuni anni andò in un collegio alla Sorbona di Parigi, assegnato nella stessa stanza degli studenti Ignazio e Francesco Saverio.

Come Francesco fece gli esercizi spirituali e fu ordinato sacerdote il 30 maggio 1534 e, dopo una vita di predicazione e studio, morì, in fama di santità, il primo agosto 1546. Fu beatificato da Pio IX nel 1872 e canonizzato il 17 dicembre 2013 da papa Francesco.

Gli angeli protettori delle parrocchie

Ecco quanto ci riporta di lui San Francesco di Sales, che lesse con attenzione ed ammirazione la sua vita, in Filotea I I,16:

«Il grande Pietro Favre, primo sacerdote, primo predicatore, primo lettore di Teologia della santa Compagnia di Gesù e primo compagno del b. Ignazio di Loyola fondatore della stessa Compagnia, tornando un giorno dalla Germania dove aveva reso grandi servizi in onore di Nostro Signore sostando nella nostra Diocesi, sua patria d’origine, raccontava che attraversando molti paesi eretici aveva ricevuto infinite consolazioni nel salutare gli angeli protettori delle parrocchie e diceva di averne sperimentato sensibilmente l’assistenza».

«Lo avevano protetto dalle imboscate degli eretici ed avevano reso molte anime aperte e docili nel ricevere la dottrina della salvezza. Lo esponeva con tanto calore che una donna allora giovane avendolo udito direttamente dalla sua bocca lo ripeteva agli uditori ancora con profonda commozione quattro anni fa ossia sessant’anni dopo!».

Pierre Favre

© DR
San Pierre Favre.

Gli spiriti celesti nelle immaginette di San Pietro

In una immaginettta francese del secolo scorso ce lo presenta con un biondo giovanissimo angelo dalle ali candidissime in volo sopra la sua testa che gli dà suggerimenti, un’altra stampa ottocentesca di cui non conosciamo autore ce lo presenta accompagnato e consigliato da un angelo che somiglia, per il sanrocchino e il petaso che porta, all’arcangelo Raffaele, mentre entra in una città della Germania per predicarvi.

Dal cielo angeli lo benedicono, in lontananza un angelo di una parrocchia cattolica, abbandonata dai fedeli datisi al luteranesimo, esulta sopra la chiesa stessa per il suo arrivo.


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