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A Bergamo la processione in solitaria della Sacra Spina: i fedeli sui balconi, in silenzio

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La Sacra Spina di San Giovanni Bianco, portata, quest'anno, in processione solitaria.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 31/03/20

Corteo in solitaria per il parroco di San Giovanni Bianco con la reliquia della corona di Gesù, che fiorisce quando il giorno dell'Annunciazione (25 marzo) coincide con il venerdì santo

“Avanzavi nel silenzio, tra le lacrime…”. La più sentita, vissuta, partecipata processione della Sacra Spina di San Giovanni Bianco, paesino del Val Brembana in provincia di Bergamo.

La celebrazione – che si è svolta domenica 29 marzo ed è stata diffusa in diretta web – è stata presieduta da don Diego Ongaro e preceduta dalla santa messa. Per la prima volta il corteo, sempre molto affollato, ha attraversato le vie deserte di San Giovanni tra la commozione dei fedeli, presenti sui balconi e davanti alle porte delle proprie abitazioni: quest’anno, come è noto, non hanno potuto partecipare a causa delle norme contro la diffusione del coronavirus. In provincia di Bergamo, tra l’altro, la situazione della pandemia resta drammatica.

La reliquia della Sacra Spina è particolarmente venerata in tutto la bergamasca, perché fiorisce, secondo la tradizione, quando il giorno dell’Annunciazione (25 marzo) coincide con il Venerdì Santo: un fatto straordinario.

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La Sacra Spina

La storia delle Sacre Spine

Fin dai primi secoli del Cristianesimo venivano venerate le Sacre Spine, provenienti secondo la tradizione dalla corona di spine di Gesù che, venerata a Gerusalemme già nel V secolo e portata da Gerusalemme a Costantinopoli nel 1063, è custodita dal 1239 nella Sainte-Chapelle di Parigi, dopo essere stata ceduta dal re Baldovino II a Luigi IX, re di Francia.

Nel mondo sono state catalogate oltre 700 Sacre Spine, ma la maggior parte non apparterrebbe alla Corona di Cristo, in quanto le spine sarebbero state solo appoggiate su di essa, diventando reliquie da contatto

Il “furto” di Vistallo

La Sacra Spina di San Giovanni Bianco fu donata nel 1495 alla parrocchia omonima da Vistallo Zignoni il quale, balestriere nell’esercito di Francesco Gonzaga, nella battaglia di Fornovo contro il re di Francia Carlo VIII si era impadronito di un reliquiario, dove la spina era custodita e la portò a San Giovanni, suo paese d’origine.


MANUEL BAMBINO

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Il miracolo e il furto

Da allora, secondo la tradizione, quando il giorno dell’Annunciazione, 25 marzo, coincide con il venerdì Santo, e la Chiesa ricorda e celebra nello stesso giorno l’inizio e la fine dell’esperienza terrena di Gesù, si verificano sulla Sacra Spina di San Giovanni Bianco fenomeni inspiegabili.

Il prodigio, venne interrotto nel 1598, con il sacrilego furto della Sacra Spina da parte di un ex filatore ed ex galeotto del paese, tal Bernardo Archaino. La reliquia fu ben presto ritrovata, ma da allora il miracolo non ebbe più luogo. Ciò non impedì che il culto della reliquia divenisse quello più sentito dell’intera Val Brembana.

Altri presunti fatti straordinari legati alla Sacra Spina

Lo storico bergamasco Calvi racconta di presunti fatti straordinari che, durante la visita pastorale pasquale del 1615 a San Giovanni Bianco, il vescovo Emo raccolse dalla Sacra Spina «alcuni fiorellini, portandoseli via in un guanto per sua devozione».

Nel 1921, quando il Venerdì Santo cadeva il 25 marzo, alcuni testimoni constatarono la comparsa sulla Sacra Spina di «numerosi fiorellini e di una grossa gemma visibile ad occhio nudo» (Il Giorno, 2016).

Nessuna delle due circostanze è stata però ufficialmente confermata dalla Chiesa bergamasca come “miracolo” della fioritura.

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Il 27 marzo 1932

La fioritura, così come accertato dalle autorità ecclesiastiche, è ufficialmente ritornata dopo oltre tre secoli dal furto del 1598. Cioè il 27 Marzo 1932, giorno di Pasqua, una data impressa a fuoco nella storia di San Giovanni Bianco e delle migliaia di fedeli della Sacra Spina.

L’evento della fioritura miracolosa richiamò in Val Brembana più di 200 mila bergamaschi. Oltre alle gemme, sulla Spina si notarono anche una macchie color vermiglio, di forma piramidale (www.provinciabergamasca.com).


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Il 25 marzo 2016

Anche Il 25 marzo 2016, giorno di venerdì santo, sarebbero spuntate delle piccole gemme e la spina si sarebbe colorata di rosso vermiglio, come osservato dalla speciale commissione nominata dal vescovo di Bergamo.

In quell’occasione la commissione ha aperto i sigilli e ha steso il verbale riportando al vescovo che sulla spina «è avvenuto un cambio di colore, particolarmente accentuato sulle gemme presenti nella parte apicale: anch’esse si sono mostrate con un aspetto diverso rispetto alle osservazioni precedenti» (Bergamo News, 29 marzo 2016).


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