A Hong Kong messa via web e limitazioni per chi va in chiesa: mascherina, tenersi a distanza e massima igiene
Restrizioni ancora più severe per la celebrazione delle messe domenicali a causa del coronavirus ad Hong Kong.
Da domenica scorsa, per evitare il più possibile assembramenti di persone in luoghi chiusi, la diocesi dell’ex colonia britannica ha deciso di concedere ai fedeli cattolici che hanno paura di contrarre il virus o che hanno anche un lieve malore, una dispensa dall’obbligo della messa domenicale e di dare la possibilità a tutti di partecipare alla messa via webcast.
La liturgia, celebrata da un sacerdote rigorosamente con mascherina, è stata infatti trasmessa in cinese e in inglese al sito www.catholic.org.hk.
Comunione “spirituale”
Ovviamente via web, il fedele riceve solo spiritualmente la Santa Comunione. Altra possibilità suggerita dalla diocesi per partecipare alla messa domenicale senza recarsi fisicamente in una chiesa, è quella di meditare il testo liturgico domenicale, leggendo la Bibbia o dicendo il rosario (Agensir, 11 febbraio).
Divieti e obblighi
Seguendo le direttive del governo, inoltre, anche la diocesi chiede ai fedeli che hanno visitato una regione interessata dal Coronavirus o hanno viaggiato all’estero o sono state a contatto con persone sospettate di essere infettate dal Coronavirus, di non partecipare alla messa e di rimanere in isolamento per 14 giorni. Divieto di partecipazione alle messe anche per quei membri di fedeli che non stanno bene o sono cronicamente malati.
La diocesi ribadisce infine che rimangono in vigore tutte le disposizioni date a fine gennaio per le messe domenicali e feriali in chiese e cappelle e cioè l’obbligo di indossare mascherine, prestare massima attenzione all’igiene e mantenere una certa distanza.
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In strada per evangelizzare
Intanto nei luoghi più “caldi” del contagio, numerosi missionari sono scesi in strada per distribuire mascherine e parlare di Gesù. È quanto sta accadendo a Wuhan, epicentro dell’epidemia di Coronavirus.
Come riportato dalla corrispondente di CBN News Asia Lucille Talusan, i cristiani hanno scelto coraggiosamente di rischiare doppiamente la propria vita pur di condividere il messaggio del Vangelo. I testimoni che condividono apertamente la loro fede, infatti, non solo affrontano possibili infezioni da pericolose malattie respiratorie causate dal virus, ma potrebbero anche essere soggetti a potenziali persecuzioni da parte delle autorità.
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Rischi di censure e punizioni
Il governo comunista cinese, infatti, include il cattolicesimo e il protestantesimo, basati sul cristianesimo, tra le cinque religioni ufficialmente sanzionate della nazione, le attività di queste tradizioni religiose richiedono la registrazione e sono soggette a complesse agenzie regolatorie statali che gestiscono «tutti gli aspetti della vita religiosa, compresi gli incarichi di leadership religiosa, selezione del clero e interpretazione della dottrina», secondo il Council on Foreign Relations (CFR) con sede negli Stati Uniti.
Nonostante i potenziali pericoli, attraverso l’opera di volontariato i cristiani di Wuhan stanno soddisfacendo i bisogni dovuti alla crisi, creando così opportunità per condividere il Vangelo (Voce contro corrente, 11 febbraio).
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