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Una copertina per i bimbi mai nati: un’idea made in USA a cui puoi contribuire anche tu!

BLANKET, NEWBORN
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Annalisa Teggi - pubblicato il 23/12/19
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Un enorme panno di lana formato da 61 milioni di punti a maglia, tanti quanti i bambini abortiti negli Stati Uniti dalla sentenza Roe vs Wade. L’idea è di una signora americana che ha chiesto l’aiuto di tutti per portare a termine l’impresa.Sferruzzare è uno di quei verbi di cui le donne si sono volute liberare, per poi riappropriarsene con entusiasmo. La tradizione stantia gettata dalla finestra è rientrata dalla porta principale come novità ricca di potenziale. Lavorare a maglia è stato per un certo tempo sinonimo «roba da nonne», un retaggio di cui liberarsi per cancellare ogni traccia della donna triste chiusa in casa davanti al focolare.

Baldanzosa e fiera, la donna moderna è uscita di casa e, dopo aver sudato tantissime camicie e consumato migliaia di tacchi, ha conosciuto tutto il bello e il brutto del mito del far carriera, essere indipendente, eccetera. Sfinita, stressata e alle prese con un’agenda sempre più multitasking, si è poi accorta di aver bisogno di decomprimere e rilassare tutta la pressione che il mondo getta addosso senza cortesia. Il knitting è tornato di moda, non più come il passatempo della nonna, ma come attività creativa e rilassante. Lo era anche prima, lo è sempre stata, ma come si dice: devi perdere qualcosa per capirne il valore. La manualità stimola l’intelletto, primo punto a favore dello sferruzzare; tante buone idee si innescano mentre siamo affaccendati in opere molto concrete. Dedicarsi a un progetto con un obiettivo preciso ma senza la pressione lavorativa, semplicemente come puro hobby, riduce l’ansia e stimola i pensieri positivi; ecco un altro punto vincente a favore di ferri & uncinetto.


ANGEL, GOWN, CHILDREN
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Che dal diletto e dai dilettanti nascessero opere meravigliose, me lo aveva già insegnato Chesterton. Ne ho avuto la riprova qualche giorno fa, condividendo su Facebook la foto di un mio momento rilassante mentre lavoravo a maglia. Ne è nata una chiacchierata con l’amica Laura che mi ha raccontato un progetto incredibile che si chiama Blanket Fo The Never Born, cioé: una copertina per i bimbi mai nati.

Un maglione arcobaleno

Appena mi ha accennato qualcosa di questo progetto, ne sono rimasta colpita. Laura è stata così gentile da chiacchierare con me al telefono per spiegarmi bene di cosa si tratta e del perché anche lei ha scelto di contribuire. Ci ha tenuto a fare una premessa che è davvero indispensabile, a ben vedere: tutto comincia da una doccia fredda.

Chi come Laura e me è appassionata di maglia ha (aveva…) un riferimento imprescindibile nel sito Ravelry: è una piattaforma internazionale, che ha sede in America ma raccoglie lavoratrici a maglia e crochet di tutto il mondo. Si tratta di un sito su cui sono disponibili patterns – schemi per fare sciarpe, pullover e quant’altro – a pagamento o gratuiti; ogni iscritto può creare un suo profilo dove archiviare e condividere foto e progetti dei lavori a maglia fatti. Ci sono anche dei forum per scambiare idee. In un regno così di nicchia, pacato e per nulla orientato ai temi sociali si insinua però l’ombra dell’ideologia. Laura mi racconta una sua impressione, che poi è stata ampiamente confermata:

Piano piano nel frequentare questo sito, dietro cui c’è anche un grosso business legato ai designer e produttori di lana, mi sono accorta che si facevano più o meno espliciti riferimenti al mondo LGBT. La valorizzazione sempre più forte di profili legati a questa ideologia mi faceva chiedere: ma possibile che il mondo della maglia sia solo questo? Possibile che non ci siano semplici mamme che amano sferruzzare?

Se oggi aprite il sito di Ravelry vedrete la bandiera arcobaleno campeggiare in alto.

RAVELRY, KNITTING

Ravelry

Ma perché imporre la briglia di questo pensiero ideologico in un sito dedicato a fare sciarpe, copertine, scialli? La risposta collaudata che ci sentiamo ripetere è che la battaglia per i cosiddetti diritti civili riguarda tutti, anche le nonne armate di uncinetto. La verità che intravedo è che probabilmente si vuole sempre più permeare il tessuto della realtà, arrivare al grande enorme bacino delle persone comuni. Le riviste patinate cavalcano le battaglie del pensiero unico da tempo, è un continuo stillicidio di fluidità sessuale; ma le riviste patinate non sono la realtà. Invece dietro l’ hobby della maglia c’è proprio la famiglia autentica, concreta. Ecco l’obiettivo.



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Il sito, a un certo punto, fa un passo dichiaratamente forte e chiaro nell’esporsi: pubblica un nuovo documento di policy, in cui dichiara che la piattaforma e chi ne fa parte è contro ogni forma di razzismo e omofobia e in nessun caso chi partecipa ai forum può dichiararsi favorevole al Presidente Trump. Risulta davvero inspiegabile una presa di posizione così forte, politicamente orientata in un sito di maglia. Quali contenuti pericolosi inneggianti la supremazia bianca potrebbero mai trovarsi nelle chat di chi vuole sapere se per un maglioncino è meglio l’alpaca o il cachemere? L’effetto di questo documento ha provocato un fuggi fuggi generale dal sito e anche i gestori si stanno rendendo conto del grosso passo falso fatto: quello che voleva sembrare una difesa delle minoranze ha mostrato un volto imperativo per nulla democratico.

Facciamo quadrato

Si dice che chiudendosi una porta, la Provvidenza apra un portone. Anche Laura, come moltissimi altri, è uscita dalla grande piattaforma e nel cercare altre forme di aggregazione dedicate al suo hobby ha trovato qualcosa di molto meglio: in un gruppo Facebook  in cui si sono ritrovate persone scontente della condotta di Ravelry è venuta a conoscenza di un’impresa pensata da una sferruzzatrice americana. L’ipotesi creativa che muove questa intraprendente signora ha tutto il vigore tipicamente americano, nel suo sito si legge descritta con sintesi efficace l’opera chiamata Blanket For The Never Born:

Mentre lavoravo a una coperta fatta a mano per mio nipote, da usare nel dormitorio del suo college, ho pensato a un’altra coperta in cui ogni punto di maglia rappresentasse un bimbo che non è stato voluto e non è mai nato – i MaiNati. Le statistiche stimano che dal 1973, anno della sentenza Rose vs Wade, la cifra degli aborti stimati si avvicini rapidamente ai 61 milioni. Sì, 61 milioni. Se scrivi questo numero, occupa un solo centimetro di spazio su una riga. La coperta di mio nipote è composta da 90 mila punti, era all’altezza delle mie possibilità.

Creare una coperta a mano composta da 61 milioni di punti era un’impresa impossibile da compiere da sola. Ma restava un’idea magnifica, che poteva essere condivisa. E così il grande progetto è stato suddiviso in tanti piccoli progetti: la trama di questa grande coperta è formata da quadrati di colore bianco, rosa e azzurro. Chiunque voglia aderire a quest’opera può sferruzzare qualche quadrato, seguendo le indicazioni suggerite e poi ogni tassello verrà cucito a tutti gli altri.

L’obiettivo è esporre quest’enorme coperta in un luogo significativo o anche portarla in giro in occasione della Marcia per la Vita; poi si potrà suddividerla in tante copertine da donare in beneficienza agli ospedali. L’idea è quella di rendere visibile un’assenza che pesa duramente sulla nostra società. A me è immediatamente venuto da pensare al Salmo 138 e a quel bellissimo e famosissimo passaggio sulla creazione di ciascuno, in cui proprio si parla di tessitura:

Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio.


CYRUS, DISNEY, NETFLIX
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La mia amica Laura ha deciso si partecipare al progetto e nelle sue parole trovo il migliore invito da rivolgere a tutti voi:

Ho deciso di contribuire anche io con qualche quadrato e tutte le volte che lavoro non riesco a non pregare. Con un’Ave Maria riesco a fare circa 50 maglie, quindi è ben poca cosa a pensarci bene: non riesco a dedicare un’Ave Maria intera per ogni bambino (che corrisponde a un punto a maglia). Qualcuno poi ha obiettato: perché spendere soldi e tempo per bambini che non sono nati? Non avrebbe più senso fare una coperta per quelli che sono nati e sono così poveri da non potersela permettere? Io penso che quest’opera abbia un senso non solo come ricordo della presenza di queste anime non nate, ma anche per le loro mamme che non sono riuscite ad accoglierli. Col tempo che passa, anche queste donne, consapevolmente o inconsapevolmente, ritorneranno col pensiero a quel bimbo e magari sentiranno la mancanza di non aver fatto quella copertina, di non aver dato quell’abbraccio. Parte del discorso sull’aborto è anche riconoscere la dignità a questi bambini che non ci sono più.