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Halloween incompatibile con la fede? Due storie familiari di italiane negli USA

HALLOWEEM, PUMPINK, MARKET
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Annalisa Teggi - pubblicato il 29/10/19
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Lo abbiamo chiesto a due italiane che da tempo abitano negli Stati Uniti. Ci interessava lo sguardo sul campo di chi vive la fede cattolica oltreoceano, proprio lì dove è più vivo lo stridore tra la festa consumistica delle streghe e degli scheletri e il sentire spirituale di chi è sinceramente devoto ai Santi.Puntualissimo già da qualche settimana sulla bocca dei cattolici è uscito dagli armadi il tormentone su Halloween. Circondati da eventi sempre più focalizzati sul tema streghe, mostri, zucche e caramelle ci ritroviamo a fare i conti con l’annosa disputa tra il sacro e il profano. Anziché offrire qualche dritta puramente generica, nella redazione di For Her ci siamo chieste se conoscessimo qualche famiglia italiana che vive negli Stati Uniti. È in America che questa celebrazione è deflagrata anche nei suoi rivoli più lugubri e soprattutto consumistici. Persone che provengono dalla nostra sensibilità e sono andate ad abitare oltreoceano ci sembravano voci da ascoltare con qualche attendibilità in più della nostra. Piccole esperienze, storie personaliesemplari ma senza la presunzione di farne assi cartesiani della condotta perfetta. Hanno risposto con entusiasmo Petra che vive in Ohio e Marinella che vive in Alabama. Le ringraziamo innanzitutto. Ci mostrano due fotografie diverse eppure armoniche, caratteristica peculiare del cristianesimo che da sempre è chiamato a fiorire non uniformente ma secondo le circostanze particolari in cui è chiamato a dare testimonianza.


BAMBINI, ZUCCHE, HALLOWEEN
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Sarete prima accompagnati nella zona rurale dell’Ohio, dove la matrice cristiana è più viva e dove dunque l’azzardo di una proposta positiva è più evidente e spiccato. Poi sarete catapultati nella capitale dell’Alabama, in uno stato in cui la minoranza cristiana è letteralmente schiacciata dalla deriva consumistica e pagana e allora è necessaria una premura in più nel tutelare, soprattutto, i bambini. Il cristiano è davvero chiamato a una sfida, con le sfumature diverse che ogni contesto umano gli mette di fronte. Cosa ci accomuna tutti però? La luce di Dio è abbagliante. Mentre nel chiaroscuro del buio possono bazzicare mille sfumature di scherzoso che degenerano nell’orribile e nel pericoloso, solo la proposta di Chi ha messo le tenebre a tacere può illuminare la via che ci riporta tutti nella casa dei Santi.

Petra, da Sidney – Ohio

Il tormentone di Halloween é tormentoso e di questa festa si parla spesso a sproposito. Per quanto riguarda la nostra esperienza in particolare, si tratta di una bella comunità di cultura a matrice cristiana calata nell’America più vera e verace, che è quella composta da piccoli paesi che religiosamente parlando sono molto attivi: trovi infatti a pochi metri di distanza letteralmente dozzine di chiese, protestanti, evangeliche, cattoliche… e chi più ne ha più ne metta. Si litigano un po’ i fedeli in modalità “politically correct” anche a suon di cartelloni pubblicitari, tuttavia pur nelle proprie differenze se le metti assieme ti accorgi di quanto abbiano una forza enorme in termini di presenza sociale. Il volontariato, per esempio, é alla base della vita della comunità e amalgama le differenze. Mosse da questa premessa, va da sé che più o meno tutte concordino sull’importanza di conciliare il lato pagano e commerciale (inevitabile) delle feste con quello di natura spirituale, perciò a parte i rami della Chiesa più radicali (vedi gli amish, che vivono in un mondo cristallizzato a tre/quattro secoli fa) tutti gli altri si muovono con stile in un’atmosfera che definirei di accettazione consapevole. Intendo dire, con questo, che in genere si cerca di insegnare ai bambini le origini di Halloween calando la prospettiva cristiana all’interno della storia, perché se si guarda bene e senza pregiudizi si vede che le due realtá sono da lungo tempo collegate. Idem per il Natale e la Pasqua.



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Ora vi annoio con un po’ di storia. La Chiesa cattolica, se non erro all’epoca di papa Bonifacio IV, attorno all’anno 1000 decise di spostare la festa di Ognissanti (fino a quel momento celebrata a metà maggio) al primo di novembre, per sovrapporre la festa pagana alla propria e ridurre il pericolo di interferenze. La versione pagana era di matrice celtica; per i Celti, chiamata Samhain, era la celebrazione del terzo e ultimo raccolto prima dell’inverno, in pratica l’allegoria della morte intesa come fine di un periodo e inizio di uno nuovo, una specie di capodanno, non un collegamento a chissà quale divinità della morte né una festa satanica. Se ci pensi, Bonifacio fu molto astuto: sovrappose, più che sostituì, la “sua” festa dei morti con quella della morte/rinascita pagana. Due facce di una stessa medaglia che potevano andare di pari passo, e che in effetti andarono di pari passo così bene che ce le portiamo ancora dietro entrambe. In quest’ottica di cicli che si concludono e ricominciano i Celti pensavano che durante questa notte in qualche modo magica il velo che separa il nostro mondo da quello dei defunti si assottigliasse così tanto che gli spiriti dei cari estinti potessero temporaneamente tornare sulla terra a visitare le proprie famiglie. Il guaio risiedeva nell’idea che assieme agli spiriti degli antenati potessero transitare anche spiriti malintenzionati: per raggirare il problema decisero di travestirsi con costumi spaventosi in modo da confondersi fra loro e magari riuscire ad allontanarli.

PUMPIKIN, PETRA, OHIO

Petra, Ohio

È a partire da questa loro scelta che si è tramandata fino a noi la tradizione di travestirsi, passando dai costumi tradizionali celtici fatti di pelli di pecora a quelli raffiguranti streghe, maghi, scheletri e fantasmi. Anche il “trick or treat” a tutti gli effetti deriva da loro. Per i Celti si trattava di organizzare grandi banchetti per onorare sia i vivi, propiziando abbondanza durante l’inverno, sia i defunti aggiungendo un posto vuoto a tavola e lasciando loro offerte di cibo e bevande, come se potessero ristorarsi durante il faticoso viaggio di quella notte da un reame all’altro. Nel Medioevo, con l’adozione dei costumi spaventosi e l’abbandono di quelli tradizionali celtici, i poveri (fossero adulti o bambini) vagavano di casa in casa offrendo canzoni o preghiere per i defunti in cambio di cibo e bevande. E in effetti si tratta di una tradizione affatto americana, anzi, esportata negli USA solo a cavallo degli anni ’20, circa un secolo fa.


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Idem per l’intaglio delle zucche, che in origine erano rape o barbabietole e solo a seguito delle emigrazioni di massa di europei verso gli States venne orientato verso la zucca, ortaggio molto più facile da lavorare. Le verdure intagliate tradizionalmente servivano a indicare la via di casa agli spiriti dei defunti, in seguito a spaventare gli spiriti maligni qualora la decorazione sull’ortaggio fosse stata obbrobriosa. Le persone le adottarono anche con l’intento scherzoso di spaventare i passanti. Il famoso Jack-O’-Lantern in origine era un uomo condannato a vagare nella notte con una rapa porta candela, non una zucca! E non aveva nulla a che vedere con presunte maledizioni del diavolo. Questo aspetto legato alla festa di Halloween é stato inserito strada facendo per spaventare ancora di più le persone.

PUMPKIN, JESUS, OHIO

Petra, Ohio

Storicamente, tuttavia, non ha niente a che fare con l’originale Samhan celtico. I Celti non erano cultori del diavolo, ma amanti e protettori della Natura nella sua accezione più semplice e positiva. Erano luce, non oscurità. E ora che vi ho annoiati con tutto questo scribacchiare torno ai giorni nostri e col banchetto cristiano che abbiamo allestito. Si tratta di un evento che abbiamo deciso di organizzare una volta all’anno proprio per dimostrare che la realtà cristiana é assolutamente conciliabile con la festa del divertimento. Abbiamo distribuito 150 zucche ad altrettanti bimbi e nonni che se la sono portata a casa per poterla dare ai nipotini ammalati. Oh, ed ognuna era corredata di decorazioni adesive da comporre a casa (il vecchio e buon “handcraft”) complete di frasi religiose.  (NdR: Per approfondire l’origine celtica e la successiva cristianizzazione della festività vi rimandiamo a questo articolo che chiarisce anche la recente e nefasta degenerazione in direzione esoterica e macabra di una festa dapprima ridotta a circo consumistico e vuoto: processo impossibile senza prima avere tolto i riferimenti cattolici, non più tanto leggibili da una civiltà volontariamente decristianizzata, e senza avere fatto piazza pulita di una religiosità naturale precristiana, come quella celtica. Altro nota bene: le religioni precristiane non sono “solo” tentativi umanamente lodevoli di leggere il mistero dell’esistenza e della creazione e di arrivare a conoscere Dio che Cristo sarebbe venuto a soddisfare nella loro sete, ma sono anche parte  – – in misura diversa di quel regno che Cristo stesso è venuto a destituire. La Sua salvezza non è solo compimento di attese ma anche e soprattutto redenzione dalla schiavitù del peccato e liberazione dall’oppressione del maligno. Altrimenti sarebbe bastato un testo ben scritto e imparato da tutti e il versamento del Suo Sangue ci resterebbe incomprensibile)

Gesù per noi è la voce più autentica da portare in ogni contesto, ed è di vitale importanza far capire ai bimbi che la luce della lanterna intagliata in una semplice zucca é in realtà la luce di Cristo che ci accompagna ovunque andiamo. Si tratta di un concetto semplice, se vuoi, ma coi bimbi non importa essere complicati. Capiscono molto bene il concetto di luce così come quello di oscurità sia in senso fisico che spirituale perché li sperimentano entrambi nei loro giorni fatti di scoperte, piccole gioie e grandi paure. Se li abitui fin da piccoli ad associare la zucca alla luce buona di Nostro Signore diventa più facile far capire loro la differenza tra la connessione di una festa antica alla tradizione cristiana religiosa, e l’interferenza diabolica inserita (mi chiedo, magari proprio dal diavolo?) in un contesto che ha tutt’altro significato. Quando crescono un po’ capiscono, da lí in avanti diventa una questione di libero arbitrio. È inevitabile che continuino a vedere Halloween come un’occasione per divertirsi con gli amici, l’importante é che non imparino a scambiare erroneamente un evento che culturalmente aveva e ha ancora tanto da insegnare, con una deviazione negativa che nulla ha in comune con la storia vera delle cose.


ANGELA
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Marinella, da Montgomery – Alabama

Prima dei miei figli, non mi ero mai preoccupata tanto di indagare le origini di questa celebrazione made in America e in realtà in quasi vent’anni che sono qua penso di averla festeggiata solo un paio di volte, una con una visita improvvisata alla famosa cittadina di Salem (quella dei processi contro le streghe) quando abitavo in Massachusetts. Non sono mai stata una gran fan di streghe e mostri vari, ma in passato aprivo volentieri la porta di casa ai bimbi che passavano a chiedere dolcetto o scherzetto.

Da quando sono diventata mamma, ho cominciato a fare molta più attenzione a quello che la società ci propone, o meglio impone, e la festa di Halloween è stata una delle prime cose a cui abbiamo detto no. Nonostante siamo consapevoli delle origini cattoliche di questa celebrazione, la vigilia dei santi, All hallows Eve, io e mio marito non condividiamo il carattere pagano e consumistico che ha assunto, che vi è associato e che sembra peggiorare di anno in anno e questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di non festeggiarla con i nostri figli. Chiedi a qualunque passante perché si celebra Halloween e nessuno ti sa dire il motivo. Si celebra perché le grandi corporazioni che producono caramelle e cioccolatini e costumi ti dicono che si deve celebrare (basta andare in qualsiasi negozio per vedere CORSIE piene di dolci). Nessuno però sa qual è il motivo di questa celebrazione. Si celebra perché si celebra, perché si è sempre celebrata.

HALLOWEEN, MARINELLA, ALABAMA

Marinella, Alabama

Un’altra cosa che non ci piace della festa di Halloween, per come è tradizionalmente celebrata qui e che non vogliamo insegnare ai nostri figli, è il concetto dietro la frase trick or treat. Seppur sembri innocuo, soprattutto quando lo si sente pronunciare da dei bei bambini, é una minaccia: o mi dai un dolce o io ti faccio qualcosa in cambio, normalmente una cosa non piacevole. Che cosa insegnamo ai bambini così? Che possono avere quello che vogliono, anche a costo del bene dell’altro, che loro vengono prima di tutto e di tutti, e che va bene usare il male per ottenere il loro fine? A tanti potrà sembrare una sciocchezza, ma per noi non lo è; se vogliamo essere consistenti in quello che insegnamo ai nostri figli, dobbiamo farlo anche nelle piccole cose.


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Di religioso in questa festa non c’è assolutamente niente, e anche tra molte famiglia cattoliche, ci si concentra talmente tanto sul vestirsi e sul trick or treating che ci si dimentica il motivo per cui si festeggia, ovvero i Santi. Noi abbiamo fatto la scelta opposta cioé di concentrarci sui santi e di celebrare il primo Novembre, evitando così di seguire le masse e celebrare senza senso (just because, come direbbero gli Americani) ed evitando la folle raccolta di caramelle e cioccolatini (e chi li vuole tutti questi dolci in casa!!). I miei figli quindi non si mettono un costume per Halloween e non vanno in giro a chiedere dolcetto o scherzetto. Anzi, per loro, è normalissimo non festeggiare Halloween e non capiscono perché alla gente piacciano delle decorazioni tanto brutte e spaventose e si chiedono perché la gente voglia celebrare questa festa che non ha altro che cose brutte!!

C’è da dire qui che siamo una famiglia di homeschoolers, cioè facciamo la scuola domestica, quindi non subiamo pressioni da parte di compagni di classe o della scuola e i miei figli non si sentono esclusi o strani perché facciamo cose diverse, cosa che succederebbe invece se andassero a scuola, anche una scuola cattolica. Come homeschoolers, facciamo parte di un gruppo di famiglie cattoliche che come noi hanno fatto delle scelte educative ben precise e che quindi vogliono crescere i loro figli nella fede, facendo loro vedere e gustare il buono e il bello (nonostante questo, anche tra le famiglie del nostro homeschool group ci sono quelli che non hanno problemi a festeggiare Halloween come tutti gli altri, quindi non è che tutti la pensano come noi). Uno dei nostri appuntamenti annuali è appunto la festa dei Santi in cui ci troviamo insieme, i bimbi vestiti dal loro santo preferito (o da quello che la mamma riesce a inventarsi all’ultimo minuto con quello che ha in casa!!), a fare giochi e attività tutti sul tema dei santi. Quindi, quello che per altri è una stranezza, soprattutto qui nel sud degli Stati Uniti dove noi cattolici siamo una minoranza e dove i protestanti ci vedono come idolatri perché appunto preghiamo i Santi e a Maria, per noi è la normalità. Per i miei figli la cosa strana è che gli altri vogliano celebrare Halloween. Ribadisco, questa è una nostra scelta personale. Molte famiglie che conosciamo si astengono dalle celebrazioni, molte vi prendono parte. Noi preferiamo cosi.

HALLOWEEN,COSTUME,UNICORN

Rob and Julia Campbell | Stocksy United

Da un po’ di anni, un po’ per motivi di sicurezza, un po’ per rendere questa festa più’ “family friendly” e meno pagana e in qualche modo riportarla nel reame del cristianesimo, molte parrocchie sia cattoliche che protestanti hanno cominciato a organizzare il “trunk or treat” nei loro parcheggi. Praticamente chi vuole può decorare il bagagliaio della macchina o del mini van (appunto in modo family friendly, appropriato per bambini di ogni età, senza mostri o altre cose spaventose) e i bambini in costume vanno di macchina in macchina a chiedere dolcetto o scherzetto. Noi preferiamo saltare anche questo tipo di celebrazione, non perché non ci piace, ma perché appunto vogliamo mantenere la nostra attenzione sul bello e su ciò che risplende di luce, non sul buio e sulle cose che vivono nell’oscurità. Come dico ai miei figli, noi celebriamo gli amici di Gesù che come Gesù portano luce nelle nostre vite.

Si può proporre Halloween in modo positivo? Secondo me sì, però bisogna mantenere lo sguardo sul vero motivo per cui si celebra questa festa e cioè i Santi. Se si festeggia solo perché è un’occasione per vestirsi da streghetta o da vampiro (o nel caso vostro solo perché questa festa viene dall’America e tutto quello che viene dall’America viene visto come oro colato) allora secondo me ci si allontana dalla luce degli amici di Gesù e si trasforma questo giorno in una festa pagana.