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Alcune cose da sapere sulla moltitudine e la gerarchia degli angeli

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 23/07/19
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“Quando noi diciamo che gli Angeli sono innumerevoli intendiamo qualcosa di tutt’altro che l’idea suggerita quando noi diciamo per esempio che i granelli della sabbia del mare sono innumerevoli”

L’idea di moltitudine è sempre stata associata a quella degli spiriti celesti. Benché la Scrittura non ci mostri mai una moltitudine di Angeli quando si tratta di un’opera da eseguire, essi sono comunque sempre molti quando appaiono lodando Dio o formando la sua corte: Migliaia di migliaia Lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a Lui (Daniele 7, 10).

Come pure nell’Apocalisse: si vedono quattro Angeli che erano in piedi ai quattro angoli della terra, essi frenavano i quattro venti della terra, affinché nessun vento soffiasse né sulla terra, né sul mare, né su nessun albero (Apocalisse 7, 1). Ma vi si legge anche: Io sentii intorno al trono, intorno agli animali ed ai vegliardi, la voce di una moltitudine di Angeli ed il loro numero era di migliaia di migliaia (Apocalisse 5, 11).

ANGELS

Tincottage | CC BY 2.0

Nell’Apocalisse ancora, noi vediamo sette Angeli eseguire un giudizio sulla terra, ognuno di essi tiene una coppa piena della collera di Dio; successivamente, e non simultaneamente, essi versano la loro coppa sulla terra; ma quando Cristo avanza da trionfatore, egli è circondato dagli eserciti del cielo: Egli era vestito d’un abito tinto di sangue, il suo nome è il Verbo di Dio: E gli eserciti del cielo Lo seguivano su dei cavalli bianchi, vestiti di lino fino, bianco e puro (Apocalisse 19, 13-14).

San Tommaso e gli angeli

Possiamo concluderne che nel concetto scritturale la moltitudine degli spiriti ha un significato speciale, potendo essere resa dalla nozione di società; che gli spiriti celesti sono la società di Dio; e che la moltitudine non si rapporta tanto alla varietà delle missioni esterne quanto alla contemplazione di Dio in Se stesso. In altri termini, il concetto di moltitudine applicato agli spiriti è del tutto differente da quello stesso concetto per le cose materiali. Il numero è, difatti, una meraviglia della natura materiale; anche la razza umana ha questo fattore stupefacente di numero: Dio ha moltiplicato i figli degli uomini. San Tommaso nota bene che, per le cose materiali, l’uomo compreso, il numero supplisce alla debolezza della specie; una specie è salvata dalla morte, dall’estinzione, dal suo numero, e più la specie è debole, più grande è il numero dei suoi rappresentanti.

WRESTLING WITH ANGELS

“Jacob Wrestling the Angel”, Nikita Andrejev, Courtesy of Museum of Russian Icons

E’ evidente che dal momento che noi entriamo nel mondo degli spiriti, la nozione di numero deve prendere un significato differente, e quando noi diciamo che gli Angeli sono innumerevoli intendiamo qualcosa di tutt’altro che l’idea suggerita quando noi diciamo per esempio che i granelli della sabbia del mare sono innumerevoli. Nelle cose materiali, il numero è piuttosto una necessità che una precisione: nelle cose spirituali moltitudine significa perfezione e non può significare altra cosa (…).

Le gerarchie angeliche

Queste considerazioni ci portano del tutto naturalmente all’esame della gerarchia in mezzo agli Angeli.

E’ una delle dottrine meglio stabilite dall’angelologia cristiana che vi sia in mezzo agli spiriti celesti una diversità di gradazione gerarchica. Le Scritture ci danno il nome di nove cori angelici differenti, classificati normalmente come segue, cominciando dalla gerarchia inferiore: Angeli, Arcangeli, Principati, Potenze, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini. Questi nove cori sono divisi in tre ordini: attribuendo il sentimento una certa comunità di natura, di genio e di missione ad ognuno di questi tre gruppi di spiriti ha in effetti prevalso nella tradizione cristiana. Questa parentesi è normalmente espressa in tre differenti affinità: Serafini, Cherubini e Troni formano un gruppo; poi Dominazioni, Virtù e Potenze; ed infine Principati, Arcangeli e Angeli.

Posągi aniołów na tle nieba

La prima domanda che si pone è sapere se questa gerarchia di nove cori è completa, in modo da poter dire ch’essa ingloba la totalità del mondo angelico. Impossibile essere assolutamente categorico a questo riguardo, ma pare tuttavia che coi Cherubini ed i Serafini noi abbiamo raggiunto i limiti del mondo degli spiriti, poiché sempre li si cita come essendo, da tutta la creazione, i più prossimi a Dio. Ma senza nessun dubbio questa domanda riceverebbe una risposta più completa se potessimo dare una spiegazione soddisfacente dalla gerarchia angelica stessa.

Uguaglianza del rango

E’ evidente che nessun teologo è tenuto ad ammettere che un coro angelico, quello degli Angeli, per esempio, è composto da spiriti dello stesso rango. Una delle migliori dottrine teologiche, lo diciamo al momento, sostiene anche che l’uguaglianza del rango è impossibile in mezzo agli spiriti; poiché ognuno di essi è una gerarchia nella scala sempre ascendente degli esseri. Ci occorre dunque dare all’idea di gerarchia e di ordini angelici un significato molto largo, quasi indefinito, e questo sarebbe una volta di più lasciarsi dominare dall’immaginazione anziché fare di questi nove cori nove classi differenti di spiriti.

I segreti che ci sono rivelati da quei nomi tradizionali sono le sole indicazioni che ci sono date della gloriosa varietà nel mondo spirituale di Dio. Trasformare questi nomi in delle categorie e dei comparti stagni sarebbe contrario alle intenzioni dello Spirito che ci ha mormorato questi grandi segreti all’orecchio. Quando noi pensiamo agli abitanti del Cielo, ci occorre moltiplicare e non dividere. Noi non dobbiamo dividere in classi, ma dobbiamo essere accoglienti dell’idea di un’infinita varietà di splendori spirituali.



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Questione di grazia

La gerarchia nel mondo angelico non è, nel principio, una questione di grazia, ma di natura. Se gli Angeli differiscono in grazia, è perché essi differiscono in natura, essendo loro accordata la grazia secondo la capacità della loro natura; è quello che sembra teologicamente la più probabile. San Tommaso è molto largo nell’esposto del suo pensiero sulla gerarchia e sugli ordini angelici in questa gerarchia. Egli dice che se nei nove cori noi facciamo tre divisioni è propter confusam notitiam – a seguito della nostra conoscenza imperfetta – perché non ne sappiamo oltre su di essi che i contorni più vaghi delle loro funzioni; se ne avessimo una conoscenza più chiara, noi vedremmo in tutta realtà che ogni Angelo è un ordine in sé, perché egli compie da se stesso una missione completa e che gli è propria.

Se conoscessimo perfettamente le funzioni degli Angeli e le loro differenze, noi sapremmo anche che ogni Angelo ha nell’universo la sua funzione ed il suo rango proprio, ben più realmente di qualsiasi stella, benché questa ci sia nascosta (Summa Teologiæ Ia, q. 108, art. 6).

Lo spirito

Benché sia comunemente ammesso, come lo vedremo altrove,, che in mezzo agli spiriti, l’ordine meno elevato è quello che vigila sugli uomini, quello degli Angeli custodi, niente ci obbliga a credere che si compone di spiriti dello stesso rango. Essi differiscono essenzialmente tra di loro, e non vi è che un solo spirito che possa veramente essere chiamato lo spirito meno elevato.

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Public Domain

La custodia dell’uomo da parte degli Angeli non è tanto una questione di dignità personale di uno spirito come quello dell’influenza ch’egli vuole ben esercitare sull’uomo. Quegli che obietterebbe che tutti gli spiriti, almeno quelli della stessa gerarchia, devono essere uguali, poiché tutti gli uomini hanno un Angelo, non converrebbe che i custodi di esseri altrettanto simili tra di loro fossero essi stessi differenti, questi si vedrebbe rispondere da San Tommaso che, in realtà, non è tanto qui una questione di essenza quanto di potenza angelica. Gli effetti di questa potenza sono gli stessi quale che sia la grandezza dello spirito che la esercita.



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Le angelofanie

Si può anche dire che in molte angelofanie riportate dalle Scritture, la moltitudine degli Angeli non è dovuta essere necessariamente altra cosa che un’impressione di moltitudine fatta sulle facoltà degli umani senza che vi fosse, in realtà, una moltitudine. Comunque, i racconti della Bibbia insistono sul numero degli spiriti e sarebbe temerario rappresentarli invariabilmente come una pura impressione soggettiva sulle facoltà dei veggenti.

Inoltre, vi sono dei passi scritturali che non possono essere intesi diversamente che da un vero numero nel mondo degli spiriti. Così, nella Lettera agli Ebrei, la società di molte migliaia di Angeli è mostrata come uno degli elementi della vita degli eletti: Vi siete accostati alla montagna di Sion, alla città del Dio vivente che è la Gerusalemme celeste e dell’assemblea di numerose migliaia di Angeli (Ebrei 12, 22).


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