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Spot studentesco su pillola abortiva: offese a Maria SS. in nome della (scarsa) creatività

Nell'Annunciazione di Botticelli, Gabriele onora Maria con la propria posizione inginocchiata

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Paola Belletti - pubblicato il 18/06/19
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La Società Medica Italiana per la Contraccezione promuove da tre anni un progetto di comunicazione presso le scuole superiori e premia i lavori più creativi dei ragazzi. Ma quello che più colpisce è l’impunita grossolanità con la quale offendono la fede di milioni di persone.Il tutto si è concluso l’11 giugno, con giuria di pari che ha valutato e premiato il migliore tra i progetti finalisti. Cinquantacinque quelli totali presentati, tre i gruppi ad ottenere un riconoscimento.

Primo classificato per l’iniziativa Informiamici il lavoro di un liceo romano, il Giorgi-Woolf.

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Post dalla pagina Facebook di Informiamici sul progetto vincitore dell'iniziativa promossa dalla SMIC

 

il progetto che, oltre ad aver avuto più di 12mila like sui social network, è stato il più votato dalla giuria dei pari -, è il progetto #Usalafamiracoli dell’Istituto Giorgi-Woolf di Roma, realizzato da uno dei gruppi coordinati per quest’attività da Alessandra Pedonesi. Il progetto affronta il tema della contraccezione d’emergenza con molto humor immaginando l’arcangelo Gabriele, dipinto dal Botticelli davanti a Maria, ma invece dell’Annunciazione, le porge ellaOne accompagnandola con la frase “Usala, fa miracoli”.

Originale anche il secondo progetto del gruppo che inserisce nell’opera di Tiziano Vecellio ‘’Adamo ed Eva’’ il preservativo – al posto della mela – e il serpente, nel porgerlo dice a Eva “prendilo non è peccato”.

Il progetto #justuseit del Liceo Caravaggio di Roma ha ricevuto, all’unanimità dalla giuria tecnica, il premio alla creatività, mentre il progetto #pefallodadio anch’esso del Liceo Caravaggio di Roma ha ricevuto, il premio speciale della giuria (Quotidiano sanità).

I primi hanno vinto una borsa di studio di mille euro ciascuno.

Destinatari dell’iniziativa i licei artistici d’Italia. E il tema, anche per quest’anno, specifica il pezzo su quotidiano sanità, le malattie sessualmente trasmissibili, la contraccezione e la contraccezione d’emergenza. Che distinguo raffinati: contraccezione è contraccezione, non conta il livello di panico con la quale la si utilizza, no?

Un’iniziativa portata avanti dalla Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) e realizzata in partnership con l’Associazione Culturale LaScelta per sensibilizzare i ragazzi delle scuole superiori su temi importanti come prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale e delle gravidanze indesiderate. Temi della campagna sono stati quindi, anche quest’anno, le infezioni a trasmissione sessuale, la contraccezione e la contraccezione d’emergenza. (Quotidiano sanità)

Sicuri che l’attenzione dei giovani vada portata ancora sul sesso e secondo una visione pseudo-igienica?

Sensibilizzare è un verbo che ha ingenerato a sua volta sensibilizzazione, ormai ci stiamo avviando verso l’intolleranza: riguardo al sesso non basta che siano sottoposti a continui stimoli spesso pornografici fin dalla primissima infanzia, occorre distrarli dalla raccolta differenziata compulsiva, oggetto fisso dei progetti extra dall’asilo in su, e dire loro “ragazzi, su concentratevi: pensate al sesso”. Per proseguire all’incirca così: sapete che a seguito di un incontro sessuale si possono “contrarre” malattie e persino una gravidanzaindesiderata? Si scrive tutto attaccato, ormai.

Va bene, adulti responsabili della nostra educazione, ci mettiamo un attimo la testa. E così è uscita tra le altre dalle quali pochissimo si distacca quella quasi per nulla originale presentazione in Power Point con una diapositiva dell’Annunciazione del Botticelli copiaincollata dal web e una scritta orrenda con il gioco di parole più facile che sia venuto in mente; chissà magari aiutati dal mentoring, o dal coaching o dal counseling di qualche formatore presente. Pensate alla gravidanza più famosa della storia…dai, cosa vi viene in mente?

Vili offese alla maternità di Maria. E in nome di una creatività piuttosto scadente

Cosa potrà mai dire un Angelo tra i più potenti, belli e vicini a Dio alla giovinetta purissima di Nazareth? Nessun saluto, niente rassicurazioni sul Mandante, solo la consegna di un piccolo pacco, come il più sottopagato dei corrieri Amazon. “Usala, fa miracoli”. Un hashtag ed è subito cool. No, non è vero, resta penosa e offensiva.

Domanda a latere: possibile costringere impunemente degli studenti a tante scempiaggini, incaricandoli di fare network marketing presso i loro amici per un prodotto farmaceutico specifico? EllaOne è il nome commerciale della erroneamente detta contraccezione d’emergenza. Ha un codice a barre, un prezzo, un fiorente mercato.

“Con molto humor” commenta il redattore: per la legge del contrasto con le battute alle quali è abituato gli sarà sembrata una trovata fulminante, sagacissima. La banalità di questo claim non diminuisce però la sua carica offensiva. Dio, soprattutto negli ultimi secoli, viene offeso parecchio: è la Madonna stessa a ricordarcelo in tante apparizioni della storia cristiana moderna.


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Eppure quelli a cui facciamo più male siamo noi, noi miseri che rifiutiamo l’unico che abbia per noi un amore gratuito e sordo a tutta la nostra stupidità. Ci ama e basta.

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Nell'Annunciazione di Botticelli, Gabriele onora Maria con la propria posizione inginocchiata

Progetto nazionale per i licei artistici (ma la risposta è local)

E così martedì 11 giugno  nello Spazio Eventi del Palazzo dell’Arte di Piazzale Marconi a Roma, è stato premiato il progetto vincitore dell’edizione 2018/19 dell’iniziativa MasterADV-Informiamici.

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, ha visto la partecipazione di 8 scuole sul territorio nazionale e il coinvolgimento di oltre 250 studenti, mentre il sito web ufficiale, dove sono stati presentati ben 55 progetti, ha superato le 900.000 visite in 3 mesi. (Corriere nazionale)

C’è dell‘eccessivo entusiasmo, quindi, tra i promotori dell’iniziativa, e una sdegnata reazione di tante persone perché vediamo vilipesi e offesi i beni più cari della nostra fede. Basta disprezzare e offendere la nostra fede, insultare Maria SS e la sua maternità, basta! Non sono nemmeno troppo OT se faccio presente anche in questa sede che la moda di bestemmiare a voce e persino per iscritto (lo vedo sulla chat di classe di una figlia) sta diventando normale, anche per le ragazze, ancora quasi bambine.

Stupisce, ma non dovrebbe, notare come gli spunti “originali”, trasgressivi e provocatori non abbiamo altro mare dove andare a pescare che quello del Cristianesimo. Cos’altro si può dissacrare quando tutto è sdoganato e volgare? E in fondo cosa ci attira irresistibilmente tutti, anche mentre lo odiamo, se non la persona di Cristo? Lui, insieme con Maria sua Madre, è la purezza che noi con le nostre forze non potremo mai raggiungere. Da qui ci si arriva solo con gli sputi.

Eppure vorrei fare la mia parte per ridimensionare sia gli entusiasmi sia la preoccupazione per il fenomeno.

I licei artistici, solo i licei artistici, presenti sul territorio italiano sono quattrocentocinquantaquattro, cinquantotto nella sola Lombardia, trentasei nel Lazio. Quelli che hanno aderito al progetto di cui stiamo parlando solo 8. La cosa ci lascia ben sperare sul fatto che i progetti sperimentali proposti alla maggior parte dei nostri studenti si siano orientati su altri argomenti, forse più attinenti con lo studio dell’arte, quella che è impossibile studiare senza conoscere e comprendere l’arte cristiana.


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Continuiamo grazie a Dio a leggere di giovani italiani che eccellono nella ricerca medica, scientifica e robotica. E più di una volta ci siamo imbattuti in idee formidabili messe a punto da studenti delle scuole superiori per aiutare chi porta una qualche disabilità. O per aiutare a salvare i bambini e non a prevenire il gravoso impegno di doverli cullare: ricordate l’idea del sensore per seggiolino valorizzato addirittura da un ministro? Tanti ragazzi si erano misurati con l’idea e ne erano nati prototipi interessanti.

“Prevenire è meglio che cullare” ci dicono i ragazzi, non è un caso quindi che il preservativo sia il soggetto ricorrente di tutti i progetti finalisti. E accanto al preservativo c’è sempre la nuova pillola del giorno dopo, quella a base di ulipristal acetato (nome commerciale ellaOne) che se usata “fa miracoli” e ci “salva” dalle gravidanze indesiderate. (Ib)

Quello che mi offenderebbe, se fossi un giovane studente, sarebbero proprio questo prurito, queste risatine, queste virgolette, queste così misere e sciocche allusioni. Tutto qua? Sono questi gli orizzonti che avete da dispiegarci davanti?



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E’ una semplice e totalmente gratuita congettura, la mia, prendetela per quel che è; ma credo sia stato sufficiente ci sia stato un prof che conosceva un altro prof, amico di uno zelante socio della Associazione LaScelta e le iscrizioni al progetto (che peraltro ha messo in palio una borsa di studio da mille euro per i vincitori assoluti) sono presto imposte, raccolte. Ma fosse stata anche una sola scuola o un solo gruppo di lavoro a dover mettere la testa e le energie creative per partorire cotanta bruttura, basterebbe per muovere tutte le critiche del caso e augurarsi o sollecitare l’intervento del Ministero.

La legge 194 non era per la tutela sociale della maternità? Dov’è finita la ratio di questa pessima legge che pure è ancora in vigore?

Da extrema ratio, regolamentata dalla pessima eppure tuttora integralmente vigente legge 194, sembra sempre di più che l’aborto sta diventando  una scelta obbligata. Ma la legge continua a recitare che l’interruzione di gravidanza è ammessa solo in caso di reale pericolo per la salute della madre. Sembra sempre di più che l’esercizio di una scelta degna di questo statuto sia quella che cade sulla rimozione del concepito. Ma questo irrigidimento sulle proprie posizioni può invece essere sintomo di una battaglia di retroguardia. Speriamo.


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Un’altra considerazione che potremmo fare immedesimandoci nei ragazzi immersi nella società odierna: il momento della loro nascita e della loro infanzia, quando sono stati lungamente e si presume amorevolmente cullati è ancora vicinissimo. Non sentiranno che quell’indesiderare di gravidanze riguardi anche le loro, conclusesi non si sa per quale fortuna? Non sentono di essere degli scampati? Non provano forse addirittura rabbia o disgusto per una generazione di genitori che li vive come un malanno da prevenire e da insegnare ad evitare più della peste anziché che come il bene più importante della loro vita?

I giovani meritano orizzonti limpidi e ideali alla loro altezza, non le regole per il parco giochi del sesso

In tanti ragazzi nati intorno al 2000 possiamo invece aspettarci e incoraggiare una impetuosa recrudescenza di desiderio per il bene, per la purezza, per le cose che durano, per un amore fedele: lo stesso per la stessa donna o uomo col quale avere figli e cullarli finché ce ne sarà bisogno. Sono quasi sicura che nel loro cuore non sono d’accordo che prevenire sia meglio che cullare. Prevenire poi, a voler essere precisi, si fa PRIMA che le cose avvengano, non dopo. Altrimenti tocca chiamare in causa pseudo-miracoli.

Cercando le reazioni alla vicenda sia da parte degli entusiasti sia da parte dei tanti che ne sono giustamente scandalizzati, ho trovato in una piccola community di pro-choice su Facebook altro spreco di complimenti per la vittoria di questi ragazzi e la loro creatività e il fatto che sfidano le convezioni (sic!). Il fine ultimo di tutto questo sarebbero mondi sostenibili. Cose da iniziati, si vede.

In un post ripreso da un’altra pagina solare e incoraggiante che si chiama IVG, ho abortito e sto benissimo, ci tengono a precisare quanto poco spiritosi siano quei musoni dei prolife, la tifoseria avversaria per intendersi. Quelli che con i loro rosari brutti brutti sbiascicati sotto le cliniche dove si praticano aborti vogliono costringere le donne a partorire e a pensare che abortire sia uccidere. Peccato che si sia calcificata questa rappresentazione: chi difende la vita ama entrambi, la mamma e il bambino guardate Paola Bonzi, per esempio: sempre piena di tenerezza, comprensione e rispetto per le donne e le loro reali sofferenze)

Affidano infine ad post scriptum un chiarimento, se mai ce ne fosse ancora bisogno (ce l’hanno ancora con noi!), sulla contraccezione d’emergenza o pillola dei cinque giorni dopo.

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Ovviamente non è un aborto, ma un contraccettivo, ci ripetono magnanimi. Non credo sappiano spiegare tanto bene il concetto di “dopo”. Dopo l’atto sessuale  o addirittura il temutissimo concepimento? Allora se questo presidio d’emergenza interviene su un concepimento avvenuto difficile non riconoscere i tratti della più classica interruzione di gravidanza. Altrimenti che aprano una pagina “Ho preso senza ricetta EllaOne, l’ho ingollata e sto benino. Per ora”.