Restano identici, esercitano il potere con la loro volontà, prendono decisioni e non tornano mai indietro. Sono tante le curiosità poco conosciute sull'azione degli spiriti celesti
Gli Angeli hanno un inizio, ma essi non possono perire; restano perpetuamente identici a se stessi.
Gli spiriti, tutto come la materia, sono stati creati dal nulla dall’onnipotenza di Dio; essi non sono più una parte della Sostanza divina come non lo è una pietra od un albero, ma essi rassomigliano alla Sostanza divina in modo molto più perfetta, di modo che, in paragone, si può chiamarli divini, per quanto la rassomiglianza di Dio è in essi in una maniera con cui essa non si ritrova altrove nella creazione. Noi non sappiamo se tutti gli spiriti attualmente esistenti sono stati creati allo stesso momento o se si sono avute diverse creazioni. Ma nessuno spirito finito può crearne un altro, ed è più conforme al pensiero cattolico dire che Dio ha creato tutti gli Angeli assieme.
La distanza che separa il momento presente dalla creazione del mondo degli spiriti non è evidentemente calcolabile con delle misure qualsiasi di tempo. La sostanza spirituale, una volta prodotta da Dio, non può decadere, essa può agire male, sia con l’intelligenza che con la volontà, ma sempre rimane una sostanza perfetta; essa non cambia in quello che le è essenziale, non si deteriora nella sua natura. Noi possiamo appena dire ch’essa è immortale, poiché la parola immortalità non rende esattamente il senso di quella permanenza; uno spirito è semplicemente inalterabile, i suoi cambiamenti non sono che dei cambiamenti di pensiero o di volere.
Gli Angeli non sono sottomessi alle leggi del tempo, ma essi hanno una misura di durata che è loro propria.
Il cardinale Newman ha molto graziosamente tradotto questo nel suo Sogno di Geronte.
Poiché gli spiriti e gli uomini con delle misure differenti contano
Il meno ed il più, nel corso del tempo.
Col sole e la luna, leggi primitive,
Con le stelle che si levano e calano armoniosamente.
Col ritorno delle stagioni, ed il bilanciamento
Da una parte e poi dall’altra, della stecca del pendolo
Preciso e puntuale, gli uomini dividono le ore.
Uguali, continue, per il loro comune uso.
Non va così presso di noi, nel mondo immateriale:
Ma gli intervalli nella loro successione
Sono unicamente misurati col pensiero vivente,
E crescono o diminuiscono con la sua intensità.
Ed il tempo non è una proprietà comune;
Ma quello che è lungo è corto, quello che è rapido è lento,
Quello che è vicino è lontano, secondo il modo con cui è ricevuto e colto
Da quello spirito o da talaltro, ed ognuno
E’ il regolatore della sua propria tecnologia
E la memoria manca dei suoi punti di riferimento naturali
Che sono gli anni, i secoli ed i periodi.
Newman ha reso in questo linguaggio splendido quello che la teologia scolastica ci presenta in una maniera tutta tecnica. Benché gli Angeli esistono per sempre, noi non diciamo che essi sono eterni. L’eternità è la misura dell’esistenza di Dio; essa implica la negazione non solamente di fine, ma anche di inizio; essa implica inoltre l’immutabilità da tutti i punti di vista, anche l’immutabilità dell’intelligenza e della volontà; questa immutabilità, che è precisamente l’eternità, non appartiene che a Dio solo.
Gli Angeli sono assolutamente al di sopra dello spazio, senza mai poter essere sottomessi alle sue leggi.
La nostra ragione acquisisce in questa tesi più volentieri della nostra immaginazione. La ragione ci dice che uno spirito, con la definizione stessa della sua natura, non ha nella sua composizione nulla che possa rapportarsi allo spazio. Non si può attribuire allo spirito il movimento in senso corporale, meccanico, del termine. Essi agiscono, essi esercitano un potere sulle cose materiali, sia dal punto di vista dell’universo, sia in un altro; queste azioni od influenze sono successive e non simultanee, comunque non si può dire che uno spirito si è spostato od ha volato da un posto ad un altro, egli ha semplicemente esercitato due differenti atti della sua potenza su degli oggetti che sono lontani l’uno dall’altro.
Gli Angeli esercitano il loro potere sul mondo materiale direttamente con la volontà.
La potenza di volontà degli Angeli è non solamente immanente, essa è anche esecutiva; può cambiare le cose dell’universo materiale sia per contatto diretto, sia per influenza. Gli spiriti possono fare delle meraviglie o dei prodigi servendosi per questo delle forze della natura e comunque nel senso proprio della parola, quali il risuscitare dei morti: questo esige la potenza divina.
Le angelofanie, od apparizioni di Angeli o di spiriti in generale, possono essere spiegate con la potenza che questi esseri superiori possiedono nell’agire sulla nostra percezione sensibile, e di darci quelle forti impressioni con cui la Scrittura ci riporta molti esempi: Il suo corpo era come il crisolito, il suo volto aveva l’aspetto del lampo, i suoi occhi erano come delle torce di fuoco, ed anche la parte inferiore del suo corpo fino ai piedi aveva l’aspetto del rame pulito, e la sua voce quando parlava, era come la voce di una moltitudine (Daniele 10, 6).