Questa donna canadese è andata incontro alla morte rinunciando alla chemioterapia per poter vivere intensamente gli ultimi giorni con le persone che amava: dalle sue parole la gratitudine per la vita e l’amore, ma una segreta desolazione che solo Cristo può toglierci. La vita non muore con la morte!
Muore a 35 anni e non ha dubbi: la vita è una cosa bellissima
Nel 2017, le è stato diagnosticato con leiomiosarcoma, un raro cancro che colpisce il tessuto muscolare. La notizia di questi giorni è quella della sua morte cui è seguita la pubblicazione del necrologio che lei stessa ha redatto e affidato al Chronical Herald canadese, 25 righe di coraggio e gratitudine per la vita. I media che lo hanno già rilanciato lo definiscono commovente, ottimista, un vero inno all’esistenza umana. E lo è, in effetti; eppure quella danza per la vita nella quale la donna si lancia è muta di una speranza che invece dovrebbe raggiungere ogni desolata regione della terra. Ma prima di tutto occorre stare fermi, in silenzio, anzi forse meglio ancora in ginocchio davanti al dolore e al mistero della morte.
Prima di riportarvi il testo del necrologio che la bellissima giovane donna ha deciso di scrivere prima di morire, ragionevolmente certa dell’imminenza della fine, ripercorriamo le vicende della sua vita così come sono giunte sui media. Dopo, seppur con tremore, potremo anzi forse dovremo osare una parola che di sicuro nei pezzi a lei dedicati non è diventata per nulla virale. Ed è la sola che dobbiamo gridare dai tetti, anche quelli digitali.
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Brent e Bailey, la storia della loro vita, da uno swipe su un’app
Bailey viveva ad Halifax, Nova Scotia ed era una persona attiva e in buona salute, riferisce By A. Pawlowski sulle pagine del Today.com.
Ma a inizio 2017, solo tre mesi dopo che Andrews Brent aveva incontrato Bailey Jean su una app di incontri diventando così il suo boyfriend, la donna inizia ad accusare un forte dolore allo stomaco. Si accorge di avere un nodulo, sul lato sinistro dell’addome; l’ecografia e la biopsia che seguono riveleranno la causa del dolore e degli altri sintomi: nel gennaio 2017 Matheson riceve la terribile diagnosi: leimiosarcoma, forma alquanto rara di cancro che aggredisce i tessuti muscolari. Il perché, nell’ordine delle faccende mediche, per ora, non è dato saperlo. “It’s like [winning] a bad lottery,” come vincere una cattiva lotteria, dirà una cara amica. E chi ha comprato quel maledetto biglietto?
Non si sa, non se ne parla in questa storia, pare. Quello che Bailey capisce subito è che la parte di vita che le resta da vivere rischia di essere breve, terribilmente fugace.
Il piano da seguire inizialmente è praticabile e le speranze di un buon esito sono fondate: colpire con un ciclo di radio terapia il tumore che, una volta ridotto, potrà essere rimosso chirurgicamente. Ma la terapia fallisce e l’intervento chirurgico è troppo rischioso. Cosa resta da fare?
Tentare la chemioterapia, dicono i medici, che però ha scarse possibilità di successo e sicure gravi ricadute sullo stato di salute generale della paziente.
La terapia fallisce, Bailey rifiuta di sottoporsi alla chemio per vivere al meglio il tempo che le resta
Non è più un’ipotesi, la morte imminente, ma ormai un epilogo certo: la malattia farà il suo corso e le armi che ci restano per contrastarla sono inefficaci e dolorose più per me che per il nemico, considera la donna. Per questo decide di non sottoporsi ad altri cicli di terapia: teme gli orribili effetti collaterali e dispera delle oggettivamente scarse possibilità di beneficio. Mi restano circa due anni? Voglio viverli al meglio e fare ciò che veramente desidero:
She traveled to 13 countries, including the U.S., Ireland, England, Norway, Croatia, Montenegro, St. Lucia, Mexico, France, Morocco, Greece, Portugal and Spain. She got to see Coldplay, her favorite band, in concert, twice.
Viaggia in 13 paesi, compresi Stati Uniti, Irlanda, Norvegia, Croazia, Montenegro, Santa Lucia, Messico, Francia, Marocco, Grecia, Portogallo e Spagna. Va a vedere i Coldplay in concerto, la sua band preferita, due volte. (racconta un’amica su Today)
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Le foto che si vedono sui social sono scattate durante questa corsa disperata nella vita prima del traguardo che sembra addirittura muoversi per venirle incontro: le gambe abbronzate nell’acqua cristallina del Portogallo; lei ed Andrews che passeggiano sulle ramblas a Barcellona, abbracci con gli amici, brindisi, sorrisi.
Bailey Jean Matheson è una ragazza bellissima, alta, snella, occhi chiari e luminosi, capelli lucidi e curati; ed è amata. Dal papà (I love my dad, si legge in un altro post che la vede appoggiata al padre), dalla mamma, la zia, le amiche, gli amici. Dalle persone che condividono con lei la malattia e alle quali si dedica fino alla fine come counselor.
Ora, dalla prospettiva privilegiata e dolorosa nella quale si trova, vede bene tante cose e si accorge di quanto alcune, che spesso ci sequestrano pensieri, energie, intere giornate, sia invece inezie, cose da nulla, paglia da lasciar bruciare. La vita, invece, va vissuta. Vero!
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Il testo del necrologio: un inno alla vita cui manca la strofa principale
Ecco il necrologio scritto da Bailey stessa, affidato alle pagine del Chronicle Herald, del quale riportiamo una parte tradotta:
23 gennaio 1984 – 5 aprile 2019. “35 anni potrebbero non sembrare lunghi, ma dannazione è stato bello!” Ai miei genitori, grazie per aver sostenuto me e le mie decisioni per tutta la vita. Ricordo che mia madre diceva sempre che perdere un figlio è la cosa più difficile che un genitore possa sopportare. Il dono più grande dei miei genitori è stato quello di accettare la mia decisione di non passare attraverso la chemio, lasciandomi vivere il resto della mia vita per come volevo che fosse. So quanto sia stato difficile stare a osservare mentre decidevo di interrompere il trattamento e lasciare che la natura facesse il suo corso. Vi amo entrambi ancora di più per questo. Ai miei amici dico: da bambina ho sempre anteposto le mie amicizie a tutto, perché non ho mai avuto fratelli. Non avrei mai pensato di poter amare ancora di più i miei amici, ma affrontando tutto questo e offrendomi il vostro amore incondizionato e supporto avete reso più sopportabile e pacificante qualcosa che normalmente è tremendo. Grazie, vi amo così tanto. Per il mio Brent, sei entrato nella mia vita solo tre mesi prima della mia diagnosi. Non avevi idea di cosa ti aspettava quando hai accettato di stare con me. Non avrei potuto chiedere di avere al mio fianco un uomo migliore in tutte le mie avventure, appuntamenti, risate, pianti e crisi. (…)”Non prendere le cose piccole troppo sul serio, vivi e basta.”
Eppure, coraggiosa e bellissima Bailey Jean che sei andata incontro alla morte a testa alta e cuore dilatato dall’amore, dall’amicizia, dalla gratitudine per la bellezza temporanea (sicura?) che ti è stata offerta, a quanto è dato di sapere sei stata tenuta all’oscuro della cosa più importante e decisiva che sia dato conoscere ad ogni uomo di ogni tempo, condizione, luogo.
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La penultima parola sulla vita di Bailey Jean Matheson e la notizia della Resurrezione: siamo certi, Cristo è veramente risorto!
La vita non muore con la morte; la morte ha perso ormai definitivamente il suo terribile veleno, la malattia non umilia per sempre i nostri corpi e non atterra in eterno le nostre anime. Non scendiamo nel nulla, nell’ombra dell’oblio; non ci stemperiamo nell’oscurità di una perpetua non-più-vita.
Proprio tre giorni fa il Signore, Dio stesso fattosi uomo, è uscito dagli inferi per sempre, portando con Sè chi lo aspettava. Anche chi lo aspetta, ora, senza nemmeno saperlo. Nessuno di noi ha potere di giudizio sul cuore di nessun altro; chissà cosa è accaduto nel tuo, chissà che cosa hai intuito o addirittura visto dopo aver scritto il necrologio. Chissà quale altra parola, quella sì, definitiva e carica di speranza vera hai sentito!
Questo è il messaggio che deve diventare virale, che per condivisione di vita e non di social (soltanto) deve invadere ogni mente e consolare ogni cuore.
Alla vittima pasquale si innalzi il sacrificio di lode,l’Agnello ha redento il gregge, Cristo l’innocente ha riconciliato i peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo (…) Siamo certi che Cristo è veramente risorto. (dalla sequenza Victimae Paschali)