Ecco la catechesi del primo capitolo generale del Monastero Wi-Fi svoltosi in San Giovanni in Laternao, il 19 gennaio scorso. Avvenuta nel pomeriggio era rivolta a tutti, sia uomini che donne. Non fatevi ingannare dallo stile del parlato: è un lungo testo pieno di nutrimento per la nostra vita vera, quella eterna che può cominciare fin da ora.Ecco la catechesi che padre Emidio Alessandrini ha fatto a San Giovanni in Laterano il 19 gennaio, al Capitolo generale del monastero wi-fi. E’ una trascrizione letterale, quindi con l’incedere del parlato, ma abbiamo preferito lasciarla come era, per non rischiare di sbagliare. Si ringrazia Roberta Carolina Ricci per il paziente sbobinamento!
Vi prego leggetela tutta, e poi rileggetela, e poi ancora. C’è da meditare – e soprattutto da vivere – fino al 19 ottobre, e oltre…
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di Padre Emidio Alessandrini
….. adesso non voglio essere retorico, perché io quando vado alle conferenze mi addormento, e non voglio vendicarmi con gli altri, e pensavo di iniziare con quella favola di La Fontaine scritta in poesia che si rifà o a Esopo o a qualcun altro, della riunione dei topi. I topi vanno a riunione e siccome c’era questo gatto pericolosissimo dicono: “come si fa, come non si fa”, alla fine il genio dice “mettiamo il campanello al gatto”, e il vecchio saggio obietta: ”ma chi lo fa?”
A un certo punto ci vuole qualcuno che si prenda il peso degli altri, qualcuno che metta il campanello per salvare gli altri topi.
Ecco di cosa mi occupo: io faccio il confessore a tempo pieno e sto lì come il meccanico a riparare le macchine rotte, uno quando la macchina la compra è tutta bella, poi quando si rompe la macchina nessuno la vuole aggiustare oppure costa moltissimo, e quindi è molto difficile per me… E allora, mettendo insieme le cose che vedo nel confessionale – motori rotti – sentendo le testimonianze della gente che ha fatto capolino nell’aldilà, mi sono fatto una visione della realtà un po’ diversa dal normale, ecco non ci sono le masse, quell’essere in tanti che ci dà il senso dell’onnipotenza (quando a Norimberga facevano tutte quelle manifestazioni di notte con le svastica rotante fatte con le torce la gente si sentiva chissà che, diceva Alberto Sordi ‘più semo e più vor dì che c’avemo ragione’ cioè il senso del gruppo ti dà una visione della realtà che però non è automaticamente vera, anzi a volte rischia di essere fuorviante) e io che tra le altre cose confesso molto, capisco che la gente usa come schema, spesso, quello che usavano nell’antico Egitto della psicostasia: c’era la pesatura delle anime, Anubi portava il morto che alla fine arrivava da Osiride e lui diceva non ho fatto questo, non ho fatto quest’altro ecc, non ho ammazzato… e poi se il cuore era pesante e colpevole c’era un mostro mezzo ippopotamo, mezzo coccodrillo che si mangiavano il cuore, altrimenti era salvo.
Invece noi abbiamo nel Vangelo dei criteri leggermente diversi che sono: avevo fame, avevo sete, ero pellegrino, ero nudo, ero malato e quelle due parabole, le conoscete, quella dei talenti, no, dice: ho preso il talento e che ho fatto? L’ho messo sotto terra.
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Sotto terra, cadavere, più o meno.
Poi c’è l’altra parabola: la mina, la mina è un bel tocco doro, l’ho messa nel sudarion, pure questa, uno che lo mette come cadavere sotto terra l’altro nel sudarion e là ci sono le parole più dure del Signore. E allora io ecco io oggi voglio pensare, ma che gli devo dire? Gli devo dire come non sprecare l’unica vita che hanno.
Quindi, certe volte, il mio compito dolorosissimo, dolorosissimo, è avvisare le persone su quello che mi sembra, che poi sono un poraccio pure io..
Allora vorrei cominciare, primo punto, attenti bene: la cosa più importante nella vita è incontrare il Dio Vero, incontrare il Dio Vero, non le mie idee di Dio, non il super io. C’è la realtà che è dura, e l’io è un pezzetto del nostro mondo inconscio che fa da mediatore tra la cattedrale ed il vulcano, e poi ci sta un pezzo che si chiama super io che è una sorta di morale irrisoria che ci entra dentro, che ci fa sentire in colpa, che ci attacchiamo delle pallocche di Vangelo, poi non c’entra niente … è il famoso senso nevrotico di colpa, che fai una cavolata e vai dal prete e ti dice che quello non è il peccato, ma è il senso nevrotico di colpa, ah, allora cosa fai? Ti confessi del peccato originale.
Una volta è venuta la cuoca del Papa, tanto simpatica, dico senti se sai una volta che il Papa non c’ha fretta, puoi dirgli se oltre a peccato originale può usare il termine ferita originale che sarebbe una disaggregazione profonda che c’abbiamo, tra i vari cervelli che c’abbiamo…. Che è un’accozzaglia di pezzi.. Non è colpa di Dio ma non è manco colpa nostra.
E allora sapere un pochettino mettere mano a questo caos senza dire sciocchezze è una cosa grossa. E a forza di sbattere il grugno, sia personalmente, sia ascoltando gli altri, mi sono fatto un’idea che senza un incontro vero con un altro, con qualche persona, il totalmente Altro, non lo incontri, col cavolo che lo incontri.
Ecco, c’erano le SS molto esperte che proibivano ai prigionieri di guardare negli occhi, perché quando tu guardi uno negli occhi lo mandi in tilt.
Allora ecco, qual è il primo punto? Se vuoi incontrare Dio ti devi confrontare con lo sguardo di qualcuno, che non sempre è bello.
Spesso i professori che hanno i ruffiani come alunni, vengono tutti sovrastimati però quando tua madre litiga con te, quando litighi con tuo marito, quando tua figlia litiga con te e ti rimanda, ecco non è molto gradevole lo sguardo dell’altro, anzi, si fa di tutto per evitarlo, eppure da lì si parte per incontrare l’alterità, questa è una cosa dura e sgradevole, perché io vi vedo, vi conosco, però siete tutta gente leggermente per bene, e tra gente per bene le cose non si dicono, si accennano, una che sta per partorì eh sei robusta, “sei una mongolfiera” non si dice mai… oppure quando una è arrabbiata, “mamma mia come sei sincera”, altro eufemismo.
Se volete conoscere voi stessi quando vostra madre vi prende a pesci in faccia, registratela e fatele un regalo, perché questo è un abbozzo di verità.
Quindi, purtroppo, prima di incontrare Dio bisogna incontrare l’altro, un altro, poi si incontrano gli altri, poi veramente il Signore..
E poi c’è quella famosa Bibbia che tutti quanti abbiamo da qualche parte, che spesso apriamo a caso (ecco vi informo che nel Concilio Lateranense IV, 1215, aprire la Bibbia a caso per capire la Volontà di Dio venne chiamato “sorte”, come leggere i fondi del caffè, venne proibito, certo si legge il Vangelo, però pensare che aprendola a sorte.. come quando Pietro deve scegliere Mattia o Barnaba.. è un’eresia pratica.)
La Bibbia è un racconto di famiglia in cui tra le tantissime cose che succedono qualcuna è verissima per tutti, vi faccio un esempio: le cose storte, vi sarà successo no? Ogni tanto capitano le cose storte, una dietro l’altra… e poi te bocciano e poi te licenziano e poi te lasciano e poi de là.. La prima cosa che si fa, va dall’amica del cuore e l’amica del cuore dice “guarda c’è un esorcista, guarda questo è proprio bravo, questo proprio…” e comincia la linea genealogica, due mesi fa le hanno fatto una fattura ginecologica a una perché l’aveva lasciato il ragazzo e comincia il sospetto.. che vi devo dire? Triste a chi gli capita, non ne esce più.
Sant’Agostino nel sermone 306 punti 7 e 8 dice che nel Paradiso, una delle cose più belle è che non ci sarà il sospetto, e la Conferenza Episcopale di Benevento e il Vescovo di Isernia hanno proibito tutti questi intrugli perché creano il problema, mettono il sospetto: ma che per caso c’è qualcuno che m’ha fatto una fattura?… eh mio figlio è andato tanto bene al liceo, poi ha fatto ingegneria nucleare e si è bloccato… Eh c’è una che io penso che gli ha fatto la fattura… e tu invece di fargli fare lettere moderne o sociologia o scienze politiche, dai la colpa alla zia. Se invece uno conosce la Bibbia, Giuseppe, questo ragazzo che era speciale, i cui fratelli sono gelosi, e prima lo vogliono ammazzare e poi se lo vendono e arriva da Potifar e la moglie ci prova, e poi quello non ci sta e lei lo accusa, e poi va in galera e poi tutto quanto e poi.. e poi grazie a Dio diventa viceré e salva tutti, quella è un’altra lettura no, che dite?
Tra la cognata che ti ha fatto la fattura e Giuseppe e i suoi fratelli non è proprio la stessa cosa, sono due modi completamente diversi di interpretare le cose storte.
La cosa interessante è che in ebraico quando finisce quel racconto, che vi invito a rileggere, Giuseppe non dice ‘il Signore ha permesso ma IL SIGNORE A SALVEZZA HA FATTO QUESTO! L’Ha fatto Lui, certo anche per mezzo della malvagità di cause seconde, ma l’ha fatto Lui!’
Capite che differenza d’impostazione, come ti cambia la vita?
Dar la colpa agli altri, alle cose misteriose, oppure capire che ti sei trovato dentro ad una storia e se becchi a che punto stai, ti orienti e sei salvo.
Una volta stavo a Todi, e c’era una poveraccia che era andata a lavorare a Todi da Rieti perché aveva il fratello gravemente menomato e c’era una scuola, bene, il papà di lei le fregava i soldi dell’accompagnamento del fratello, poi arriva pure un’altra sorella, zitella e disoccupata, un’altra sorella zitella e disoccupata, poi si sposa con un uomo meraviglioso però era molto timido, era un adottivo, nasce un figlio e il fratello, gravemente handicappato è geloso del figlio, dico: questa prende, viene qua e mi spara e un giorno mi chiama e dice ‘voglio venire a parlare’. Dico ‘questa viene o prima di ammazzarsi o ammazza me’, questa dice: ‘quanto sono contenta della storia che Dio ha fatto con me! Mi ha messo in questo deserto e ho scoperto chi sono e come mi ama!’
Ecco, ecco cosa fa la Bibbia: ti dà occhi nuovi per leggere la realtà, non per aprirla a caso e fare la sorte degli apostoli, ma per farti capire dove stai.
Una volta una mia amica suora che era stata 25 anni con le ragazze, insegnava nelle scuole magistrali, con le feste della badessa, le feste della superiora, quel mondo di ragazze sempre vivaci, la fanno responsabile di una casa piena di donne anziane, professoresse, tutte intellettuali, lei abituata con le ragazzette, mi chiama che doveva parlarmi. Io le dico ‘vengo dopo la Messa’, a un certo punto, vado là, e la vedo alla finestra e mi fa ‘non me servi più!’
Io che non mi offendo mai quando qualcuno mi molla, perché non mi pare vero, a un certo punto le dico: ‘io sono contento, però, che t’è successo?’ ‘Oggi c’era scritto, nella lettera di Paolo, romani 8, 28 tutto concorre al bene di quelli che amano Dio’.
Una riga.
Questa aveva intravisto in questo mutamento, dolorosissimo, una novità, una grazia.
Ecco perché è importante conoscerla (la Bibbia), ma conoscerla bene, avere dei brani adatti, quando si dice Sant’Antonio Abate conosceva tutta la Scrittura, no, conosceva la Scrittura adatta alle situazioni. Allora su questo, scambiandovi i pezzi, i brani, cercate di diventare esperti. Ah, il razzismo, io non voglio indagare sennò a Costanza le pigliano le coliche, però di razzismo ce ne sta parecchio in giro, no?
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Allora la Bibbia cosa dice? Dice a uno, a Giona, vai a Ninive, la grande città – è come dire a un polacco va a Berlino dopo la seconda Guerra mondiale – e vai a predicare. Quello dice ‘ma che sono matto? Proprio io devo salvare sta gente?’. Giona scappa, scappa, va su una nave, poi alla fine ci va e questa gente si converte e allora Giona rimane arrabbiato, il fuoco dal cielo voleva, no?
E a un certo punto arriva una pianta, faceva caldo, lui aspettava il meteorite, poi arriva sta pianta, gli fa ombra, dice meno male e arrivano un verme che fa seccare la pianta e lui si arrabbia ‘ma come? La pianta!’ e Dio dice: ‘Ah, ti arrabbi per la pianta che è cresciuta senza di te e io non devo prendermi cura di Ninive, centomila abitanti che non sanno distinguere la destra dalla sinistra.. e Giona allora capisce, Giona = colomba.
Allora se uno Giona se lo va a leggere, quando le viscere dentro gli si rivoltano, le rimette a posto e comincia a capire come Dio vede gli uomini.
Questo è importante: la Bibbia è fatta anche per correggere il nostro cuore.
Io vi dico queste cose per avvisarvi che bisogna cambiare, oltre che comportamento, anche mentalità, è duro cambiare mentalità, sapete, non è che si cambia.. però già leggere Giona qualcosa fa.
Non è che tiene … eh, questa è roba religiosa eh, io sono un uomo pratico, io sono commendatore, io ho la vita, reale, queste sono favole, però… però.. nel silenzio della notte con le coliche che non hai il buscopan ci pensi.. ecco..
Ultima cosettina sempre sull’incontro con Dio, questa è importante, c’era Giovanni Paolo I che parlava della carità in briciole, spesso la nostra vita è così piena e banale, ma la carità in briciole fa come Pollicino, una volta una visita, una volta una telefonata, una volta un’opera buona, ti avvicini al Padre e quando incontri Dio, capisci che le tue idee di Dio vanno a farsi friggere.
San Tommaso, prima di morire, ebbe una visione dell’aldilà e disse al suo segretario, Reginaldo, brucia tutto, quello che ho scritto è tutta paglia. Pensate a incontrare Dio da vivi, ecco la sfida cristiana, se uno incontra Dio da vivo, non che è matto e se lo inventa, ma che è realmente così, attorno a lui o a lei, ecco diceva questa mattina Costanza, la gente ti insegue, se tu veramente incontri Dio, anche se stai zitto, la gente lo capisce e anche il gatto se ne accorge.
Allora diceva Karl Rahner…. O il cristiano del terzo millennio sarà un mistico, uno che incontra Dio, o non sarà ….non esisterà più.
Ma mi raccomando, su questo punto, fateci caso, leggete la Bibbia, fatevela spiegare, cercate di capire dove state, in quei momenti brutti, in cui c’è il deserto, un cui c’è un tracollo economico, in cui c’è un tracollo affettivo, in cui c’è una malattia che irrompe, sono delle grazie che Dio fa per svegliarti quando sei ancora giovane. Questo, mi raccomando, è un concetto semplice, non ci vogliono tanti appunti per capirlo, però, vi assicuro, questo, è un punto importante.
Un altro punto importante è la cecità su noi stessi: noi non ci accorgiamo, noi siamo come Dorian Gray, che siamo belli, simpatici, poi c’è un ritratto misterioso che raccoglie tutto, ma noi non ci accorgiamo di chi siamo, noi deformiamo la realtà: a volte siamo dei giganti, quando c’è la fase ascendente della sindrome bipolare, a volte siamo nani sotto zero, quando arriva la depressione, siamo poveracci.
Una volta – conoscete tutti il pellegrino russo, no? Ne avete sentito parlare dei racconti del pellegrino russo, no? – una volta all’accademia di Romania hanno fatto tutta una mattinata sul pellegrino russo, dalle 9 alle 13:30, senza sosta, senza pausa, caldo. E tutto sul pellegrino russo, penso che più di quello non si possa dire sul pellegrino russo, è un libro di mistica esistenziale, basato sull’esicasmo, molto amato in oriente, in Russia, in Grecia, al monte Atos. Attenti: erano le 13:20, stavamo per finire, la fame bucava gli stomaci, tutti pronti come i tori che fanno con il piede, per andarsene, a un certo punto arriva un ‘freschetto’ (un tipo piccolo di statura, ndr) e dice: ‘scusate ancora un po’ di attenzione (alle 13:20 eh!), vorrei commentare quella frase “portare la mente nel cuore”’
E vabbè, la gente ha fatto l’ultimo fioretto, e questo fa un esempio: pensate di avere un grande ascensore verso queste … tipo la grande barriera corallina, tipo quelle barche che hanno il fondo trasparente e cominciate lentamente a scendere sul vostro cuore e vedete come è fatto il vostro cuore e vedete cosa pensa il vostro cuore, a tre metri di distanza, bloccate l’ascensore.
Quando vedete veramente come è fatto il vostro cuore, vi prende il terrore e sapete il primo frutto qual è? Che di pensare ai cavoli degli altri neanche vi passa per l’anticamera del cervello!
Chi ha il morto in casa, non va a guardare il morto degli altri.
Nella Bibbia c’è Davide che ha fatto un pastrocchio con Betsabea, poi arriva il profeta che gli racconta: ‘c’era uno che c’aveva tanti animali, poi un amico aveva una sola pecorella e lui si è pigliato anche la pecorella dell’amico, e poi lo fa pure ammazzare’. ‘Oh, per questo ci vuole una punizione esemplare, pagherà quattro volte tanto!’ ‘Eh, sei tu! Sei tu che hai tradito quel pover’uomo, l’hai fatto ammazzare!’ ‘Eh io?’
Paolo! Paolo era come voi, pieno di volontà, di convertire il mondo, peggio di Costanza era ancora Saulo, proprio lo zelo lo bruciava (eh fammi vendica’ pure a me no). Allora Saulo di Tarso andava, faceva, contro questi, contro quegli altri, ‘na botta in testa, casca per terra e diventa cieco e la frase è ‘Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’ ‘Come Signore? Ma io faccio tutto per te, riempio San Giovanni, faccio tutto per te, tutto, tutto, tutto’. ‘Ah Sa’, datte ‘na calmata! Intanto Saulo diventa cieco, arriverà Anania e ti spiegherà’.
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Paolo, tutto devoto che pure aveva assistito alla morte di Stefano reggendo tutti i mantelli ‘Ma che ho fatto? Ma che strada ho fatto? Dice: agivo in buona fede, ma era completamente cieco, ma cieco di brutto!
Una volta venne un tizio a parlare con me, era triste perché la moglie l’aveva cacciato, i figli gli volevano menare, la figlia piccoletta lo odiava, io lo vidi come si comportava: era un prepotente, un furbastro, era un commercialista affermatissimo e dico, come commercialista la gente basta che non gli fai pagare, ti adorano, però non puoi usare lo stesso metodo in famiglia, non puoi. Questo si è messo a piangere come un bambino e dice: ‘oh , padre, io non l’avevo mai capito questo! Io vedendo che tutti mi cercavano, mi pagavano, mi stimavano, usavo quel metodo anche in casa, adattato, ma quel metodo.’ ‘No, tu a casa devi essere debole, paziente, buono, non puoi usare quel metodo e questo mi ha colpito perché era veramente cieco!
Perché vi dico questo? Perché molte volte, noi, nello scontro con gli altri cominciamo ad avere qualche percezione di noi e quando qualcuno prova a dirci qualcosa, diventiamo suscettibili e la gente, quasi, non ti dice più niente.
Una volta mi disse un frate: ‘Emi’, se tu ogni volta che uno ti fa una critica, rispondi, alla fine la gente te darà ragione, come ai matti, rimarrai solo.’
Allora, accettate la correzione, fare regali a chi vi manda a quel paese.
Una volta, facciamoci una risata, c’è un camilliano, un mio figlio spirituale, che per strada, pieno di zelo, fa: ‘Padre Emi’, va a morì ammazzato!’ Allora, con calma dico: ‘Guarda San Filippo Neri diceva possi morire ammazzato per la fede! L’ho corretto e si è fatto correggere, bisogna correggere a volte le persone, e farsi correggere, quindi dietro a questo essere grandi peccatori, non bisogna fare nessuna tragedia, però lasciamocelo dire.
Ma adesso arriviamo al punto, il centro.
Sapete come si chiama ‘sta chiesa? Ditelo forte!
San Giovanni in Laterano, – rispondono tutti.
Eh, no. Si chiama Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Evangelista in Laterano. Del Santissimo Salvatore.
Perché vi dico questo? Perché il Signore, il Vangelo, è sconosciuto, è un insieme di piccole frasi, però…
Allora, anticamente il Vangelo sapete cos’era? Era la storia di Gesù a Gerusalemme: domenica della palme, grandi applausi, processo, morte, crocifissione e risurrezione, quello era il centro del Vangelo, il centro.
Un giorno mi sono messo con calma a guardare e mi sono accorto che questo che è il centro, il trailer, la sintesi di tutto il Vangelo si legge la domenica delle palme – che è un macello con i ragazzi, con le palme, che non si capisce niente, sbrighiamoci che è tardi – e poi il venerdì santo – che la gente ha iniziato il grande week end di Pasqua e che non lo fa perché sta a lavorare – quindi noi praticamente il centro del Vangelo, non lo conosciamo.
Io avevo un prete che diceva che la cosa più importante è Gesù che caccia i mercanti, un altro frate ‘furbi come i serpenti dice Gesù’, cioè uno si fissa con qualche frase così, ma gli sfugge il grosso.
Una volta ho fatto una catechesi, che è rimasta memorabile, la differenza tra la fede numero di telefono e la fede lasagna: la fede lasagna, voi donne lo sapete, ditemi se prendete alla lettera la fede lasagna, la fede lasagna significa che se io ci metto meno besciamella, più verdura, non faccio friggere le melanzane, sempre lasagna è. Ma se il numero di telefono io lo sbaglio, non si prende niente, sono venti volte che lo chiamo, eh non sarà sbagliato?
Allora il concetto è questo: il Vangelo è una password key sensitive, devi riportare pure le maiuscole, oppure la fede è il numero di telefono, sennò non riesci a chiamare. Le lasagne sono buone a pranzo, ma questo è il peccato principale, perché, siccome Dio non l’hai mai visto, Dio non l’hai mai visto, questo è importante eh: quando la gente mi parla di Dio come se fosse a cena tutte le sere dico ‘trovati uno psichiatra bravo’…
Una volta c’era un signore che aveva un tumore gravissimo, dopo tutta una vita a lavorare, stava andando in pensione, si era fatto una casa di tre piani, gli prende un carcinoma al pancreas e attaccano ‘e Dio ti ama, e Dio ti ama, è l’amore di Dio, è la scultura che scolpisce..’ e questo non ne poteva più; un giorno è capitato in chiesa e c’era il brano “Dio nessuno l’ha mai visto” e io dico: ‘guardate, io non l’ho mai visto!’ Ma come, un frate?’ ‘Eh non l’ho mai visto!’ ‘Allora venga un po’ qua, padre, è il primo che sento che non conosce Dio’. ‘Io non è che non lo conosco, non l’ho visto, cioè io attraverso Gesù, attraverso Gesù, riesco a capire chi è Dio, ma io non l’ho mai visto.’ Un’altra volta uno stramiliardario di Roma, mi costringono ad andarlo a confessare, questo dice: ‘padre, io sono intelligente’, ‘guardi pure io, è un macello, un problema enorme, due intelligenti che si incontrano. Senta io non è che l’ho visto Dio, ho conosciuto un pochetto Gesù e grazie a questo incontro ho intuito.. E mi sono scritto alcune cose, alcune cose grosse grosse.. Per esempio dici: Dio, dove sta? Dove sta?
Un nome di Gesù: Emmanuele, Dio con noi.
Cerchiamo il Padre. Filippo da tanto tempo sono con voi.
Capite quanto è importante?
Emmanuel: Dio con noi.
Tu se vedi Gesù, veramente, tu incontri Dio veramente.
Quello che le galassie non possono contenere, perché le ha fatte Lui, tu puoi avere accesso.
Ditemi se non è importante conoscere Gesù!
Poi c’è un altro problema: noi, se siamo proprio sinceri – Dio è santo, santissimo, santissimo centomila volte tanto è vero che prima nel tempio non si poteva nemmeno entrare: quando Pompeo andò a Gerusalemme e vide il nulla oddio che cosa è successo? Eh Dio non lo puoi nemmeno nominare, lo poteva fare solo una volta all’anno, con i tamburi, il sommo sacerdote, era talmente santo, santo, santo, santo mentre noi, il più pulito c’ha la rogna … – ecco se siamo sinceri tra questo Dio santo e noi con la rogna, questo ingranaggio non è molto semplice, tanto è vero che molte persone che proiettano le madonne in cielo, proiettano il proprio io e dicono che è la Madonna, una delle visioni più forti è un Dio arrabbiato, tipo Zeus con il fulmine, e poi tu, con la pompa idraulica, a forza di Ave Marie, reggi sto braccio per non farti fulminare, che se perde la brocca, i fulmini si sprecano..
Ti chiamerai Jeshua, Jahweh salva.
Quindi c’è il Dio proiettivo con il fulmine che lo reggo a forza di Ave Marie e invece quell’altro, Gesù, si chiama Jeshua, Jahweh salva, tanto è vero che quando Gesù arriva, lo stesso Giovanni Battista rimane di sasso, dice, ma che cavolo sei? Ma ci siamo sbagliati! Io mi aspettavo il fuoco che brucia, l’ascia che taglia, la pula del pulitore, guardati qua, me sono sbagliato, dobbiamo aspettarne un altro..
Andate a dire a Giovanni che i ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano e ai poveri annunziate la bella notizia, che Dio salva.
E quel famoso fattaccio a Nazareth, quando Gesù va là e lo vogliono, prima quanto sei bravo, poi lo cacciano fuori e perché? Perché Gesù omette un pezzo: ‘lo Spirito di Dio è su di me, mi ha mandato dai ciechi, dai poveri, da tutti quanti i prigionieri e poi.. la vendetta con i nemici, no, la parte americana, la parte americana non può mancare, tu stai per perdonare, però quello sta con la pistola e allora tu lo ammazzi eh, quando ci vuole ci vuole, gli levi il finale al film, che film è! Gesù leva il finale, e per far capire che aveva capito, che non è che si era sbagliato, racconta ‘c’erano molte vedove al tempo di Elia, però quella fenicia, pagana, fu salvata; molti lebbrosi con Eliseo, però fu salvato il Siro. Come? Quello là? Il nemico di Israele? Sì, ‘il nemico i Israele, Naaman il Siro’
Che vuol dire? Che Dio non ha nemici.
Questa, cara Costanza, ci vuole l’acido muriatico per digerirla! Che Dio non ha nemici. Che Dio non ha nemici.
Poi l’onnipotenza, tutti quando c’erano le guerre a benedire il Dio degli eserciti, anche adesso, quando fate la preghiera di Pompei… Signore, Regina delle vittorie, Dio degli eserciti, tra parentesi, sono le stelle, sono le stelle, non sono gli eserciti con le armi eh, Dio degli eserciti, Dio di qua, Dio di là, Dio su, Dio giù, Gesù, come si chiama? Il servo di Jahweh.
Se voi prendete Isaia 52, 13, 53, 12 quando Gesù stava davanti a Pilato, Gesù vive perfettamente il servo di Jahweh.
Allora, che delusione! Che delusione questo Dio, è Altissimo, e invece è qui con noi, l’Emmanuele, è arrabbiatissimo, vendicativo ed invece viene a salvarci, è grande e potente, e invece è servo di Jahweh e che cavolo, allora aveva ragione Nietzsche ..
C’è un piccolo dettaglio, c’è un piccolo dettaglio: che di fronte a questo Dio che boh, non si sa dove sta e tu che sicuramente diventi polvere, c’ha un altro nome, il Kyrios, il Signore, colui che vince la morte. Questo lo scordiamo sempre, dimentichiamo che questo abbassamento, questa umiliazione, questa apparente sconfitta, è la strada per il Kiryos.
Quando la Maddalena voleva andare a ungere il cadavere, sai le donne, le donne, e lo trova, non lo riconosce, pensa addirittura che fosse il giardiniere che ha rubato il cadavere, le manca il cadavere, ma com’è qua? Manca il cadavere, che cavolo.
Maria, ma che stai a dire?
Quelli di Emmaus, conoscevano tutto alla perfezione, questo, questo, questo, questo e questo, eh però non se vede, ma brutti cretini, non doveva succedere? Non doveva passare?
Guardate questo è importantissimo per la vita di fede, sono solo elementi proprio.. ma se uno già sapesse questo, ma quanto nella vita cambierebbe.
Quando vedi il servo di Jahweh, quando ti senti abbandonato, quando nessuno ti crede, sapere che, forse, stai vivendo il servo di Jahweh; c’era un mio amico, ricco, potente, simpatico, vincente, con un tumore gravissimo al pancreas, dico ‘guarda, tu non lo capisci, ma forse Dio ti ha visitato’, però c’è un problema che sta roba la devi capire prima, non te la puoi studiare mentre stai affogando, la vita la devi capire quando stai bene, non quando stai con un piede dalla fossa, capite?
Allora questo conoscere Gesù, guardate, è troppo importante, non lo abbandonate, il Vangelo, leggete di tutto, i commenti e questo e quell’altro, la fake news, ma lo conosci Gesù? Sì. No! Non lo conosci per niente!
Allora questo è un altro punto importante e, sapete, mentre pensavo a questo incontro, pensavo a quando ci fu ad Amatrice quel terremotone e a un certo punto chiamarono un ingegnerone e gli dissero ‘senti ma mo’ la gente non si può mettere, mica ha i soldi per aggiustare tutte le case, come si fa?’ ‘Guardate, chiamate un bravo ingegnere, con un po’ di travi di ferro messe nel modo giusto, evita che se sbraghi casa …
Ecco, queste sono delle travi, sono dei punti che se voi ci fate caso, non vi casca addosso la vita, non vi casca addosso, reggete. Quando stai male ‘non sarà che il Signore mi sta cambiando?’
Una volta un regista mi disse che aveva un problema, che la mamma era morta come una dannata, era una santa ma era morta come una dannata, dico guarda ‘non è morta come una dannata’, c’è Elisabeth Kubler-Ross, negli anni ’80, una psichiatra svizzera, che poi lavorava alla Columbia University diceva che c’era la fase che stiamo bene, poi ho un doloretto, poi ho, quando scopro che ho quella roba là, diventiamo una bestia, noi siamo quelli!
Sapete cosa vuol dire invece da trenta, quarant’anni sapere come siamo fatti senza aspettare che ti arrivi una botta in testa? Ma lo capite che sapienza? Non ti arriva la botta, anzi, Dio ti sta amando perché quando ancora puoi cambiare, ti dice che cavolo di struttura abbiamo dentro, che egoismo.
Se avete tempo, una volta, leggetevi la morte di Ivan Il’ic, Tolstoj, un grande magistrato di San Pietroburgo, era caduto dalla scaletta ed era convinto che non fosse niente ma poi così, sentì la moglie e la figlia, la bara come la prendiamo? Di noce o di ciliegio? Eh, la bara? Mia?
Questo non è per portarvi iella, è per dirvi che se noi abbiamo una fede robusta, non solo reggiamo, ma incontriamo Dio da vivi, da vivi.
Capite che invece di andare nel grande boh, quando muori, da vivo incontri il grande sì!
A me colpisce molto, io studio i santi, vi ho detto, che quando c’era Giuseppe Moscati che era morto, uno era andato da lui, gli aveva fatto una visita, gli aveva fatto una ricetta, gli aveva scritto se puoi metti dei soldi, se non puoi prendili, questo esce e a un certo punto che fa? Va per strada, vede un assembramento, entra in una chiesa e c’era Giuseppe Moscati dentro ad una bara.
Noi avevamo un frate, padre Odorico d’Andrea, un santo, a un certo punto il vescovo, che era un frate diventato vescovo, se lo vede arrivare e dice ‘Eccellenza sono arrivato a salutarla, tutto bene, poi ci vediamo tra non molto’, poi telefonano e dicono padre Odorico è morto, a duecento chilometri, dopo un po’ è morto pure il vescovo, quindi ‘ci vediamo tra poco’ era proprio vero, a un certo punto che era successo? Che era vivo, ecco tutte ste cose, essere buoni, confessarsi, essere generosi e tutte ‘ste cose così che sembrano da perdenti, sono la strada per diventare adulti nella fede, oggi.
Mentre il Purgatorio è per le brave persone che si fanno i cavoli loro.
Io non ve le dico per non rovinarvi la serata, però vi assicuro che l’essere semplicemente brave persone, non basta!
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Allora, quando una persona ha capito questo, che cosa fa? Manco lo dice alla moglie se non dice ‘ma questo si è convertito?’ no, fa tutto di nascosto, però comincia a cambiare, comincia a mettere ordine nell’affettività, nell’economia, nei rancori tra famigliari, poi, attenti, quando hai fatto il grosso, chissà perché, lo vedi, nei fatti, negli incontri, nelle circostanze.
‘Ma io pensavo che fosse scritto solo nei libri su Bernadette!’ No, anche su Giuseppette, Mariette e Franceschette c’è scritto. Cioè una volta che togli i famosi burroni, le valli, le montagne, le strade storte, comincia una trasparenza, vi assicuro, che neanche ve la sognate, perché Dio capisce che voi lo volete incontrare per davvero.
Capite quanto è alta la posta in gioco? Perché per tre secoli si sono fatti ammazzare i cristiani? Al Circo Massimo, al Colosseo, perché una volta fatta questa esperienza, potevano mai tornare indietro? Hai la vita eterna adesso!
E perché Domiziano lo devi chiamare domine dio, ma che mi importa di Domiziano ma che si facesse gli affari suoi, mi ammazzasse, io non lascio Dio.
Capite la posta in gioco? Ecco quello che serve al cristianesimo, che qualcuno riprenda a vivere queste dimensioni che esistono.
Sapete un sacco di conversioni nei cristiani, sono avvenute durante le esecuzioni dei martiri, i quattro santi coronati, durante le esecuzioni hanno visto, quando Paolo ha visto Stefano che guardava, quando Policarpo gli danno fuoco e questo non prende fuoco e diventa dorato e profuma, quanta gente si è convertita! Diceva Tertulliano ‘il sangue dei cristiani è un seme’ e appunto la Chiesa per tre secoli a morire così, proprio torturando, ci prendevano gusto.
Tra i martiri musulmani c’è qualcuno che lo drogano prima di farsi scoppiare, ma sono eccezioni, è gente super drogata, ma quella era gente come noi, che a un certo punto, pur di fare questa esperienza, si facevano dare fuoco, si facevano torturare.
C’è un bellissimo racconto di Perpetua che stava partorendo, lei e Felicita e la guardia ‘ahah mo piangi, quando la mucca pazza ti incornerà, che dirai?’ ‘No, qua soffro io, là un’Altro soffrirà per me’ e quando quella della rosa bianca, la Scholl, la stavano per ammazzare i nazisti, ebbe la stessa visione che aveva avuto Perpetua, uguale, una cosa meravigliosa, di questa scala e c’era questo etiope, che poi era il demonio, e lei che andava avanti lo stesso.
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Allora, ecco, il martirio non è una cosa per i pazzi del passato, è una sfida per tutti: chi ha una malattia, chi ha un figlio, chi ha un lavoro.
Io veramente, nel mio confessionale, quando la gente, una volta stavo in parrocchia a un certo punto una mattina l’ufficio reclami era molto frequentato, no? Allora e chi con il figlio e chi con il lavoro e chi con le malattie, a un certo punto stavo facendo una predica, sai quelle prediche che vengono bene, belle articolate, ho sentito questa parola ‘scansati’, mi sono scansato e ho visto un crocifissone di legno e dico ‘ma scusate, a uno morto in croce gli chiedete soldi, successo, non è che avete sbagliato indirizzo?
Ecco, allora questo è una cosa grossa, quindi con il Signore cerchiamo di incontrarlo da vivi!
Poi c’è un’altra cosa, questa a me un po’ mi ha sconvolto quando l’ho saputa, però ve la riciclo: una volta c’era una monaca che aveva chiesto a un frate ‘padre, ci fa il Vangelo di Giovanni?’ e allora questo frate, sai con le monache, Giovanni, incomincia ‘e Dio è amore, e Dio ti ama proprio come sei, Dio ti ama proprio proprio come sei’ ecco l’offerta e lo manda via, dice ‘questo ci sta rompendo l’anima’ e chiama Raymond Brown, che per venticinque anni ha studiato Giovanni e dice ‘lo faccio gratis a patto che posso dire veramente cosa pensava Giovanni e dice, tra le tante cose, una che mi ha colpito: Dio è amore, Dio è amore, Dio è amore, dice prova a pensare al tempo in cui ha scritto Giovanni: il tempio era bruciato, il tempio di Erode, i cristiani erano cacciati da tutte le sinagoghe, dalle processioni, dalle feste, fuori, fuori, fuori, grazie a questo Domiziano li martirizzava perché non erano più nessuno. Che cosa rimaneva? La comunità, Dio è comunità. Dio è amore, mettete comunità, è la stessa cosa. Dio è amore, Dio è comunità.
Dio è agape, Dio è ecclesia, pensate a che significato forte: Dio è amore, Dio è comunità, ecco la compattezza, ecco perché tra i cristiani la maldicenza, neanche dovrebbe essere concepita, ma neanche lontanamente.
Voi pensate quando Paolo ce l’ha con Pietro, gli dice le cose in faccia, ma poi Pietro è Pietro, qui c’è la cattedra di Pietro, qui nel 1300 Bonifacio VIII, che non è stato uno stinco di santo, indisse l’anno santo, questa è la sede, questa è la madre di tutte le chiese, allora lo dico, così, in sordina, siamo uniti, siamo uniti! Non sparliamo, perché una chiesa sia tale, semplicissimo, basta una Parola ed il Vangelo, basta che si capisca e già è tanto, serve una liturgia, cioè la Messa, la Messa, serve la comunione. Ecco quando avreste da dire che il prete più sciocco del mondo, se dice la Messa e legge il Vangelo, c’è la comunione: quello tocca i cuori, quello attacca, quello colpisce, quello attira.
Poi c’è il servizio, corporale e spirituale, allora puoi stare pure alla parrocchia peggiore del mondo, ma c’è Cristo, c’è il Corpo di Cristo; quello si chiama miracolo continuativo. Mentre se un morto risuscita, mentre se uno zoppo guarisce, sarà, non sarà, effetto placebo, boh, ma della gente che si vuole bene, quello si vede, lo puoi controllare.
Io una volta, mi ricordo, stavo in una parrocchia in Abruzzo, vado da un prete ‘eh padre, i genitori, la famiglia, le solite cose, la famiglia, i genitori e qua e su, la mattina alle sei e mezzo, a tre chilometri, la chiesa non ce se entrava! Non ce se entrava nella chiesa! Dico ‘ma che è successo?’ dice ‘tutte le mattine è così’ e c’erano congregazioni, preti, frati, suore, monache, de tutto e perché? Perché sentivi che c’era Cristo, oh, io me lo ricordo ancora eh! Sarà stato trent’anni fa. Io ancora mi ricordo che a tre chilometri c’era una chiesa vuota, quelle chiese vuote così eh,mentre l’altra era stracolma, perché c’era Gesù Cristo, c’era l’Amore.
Allora capite che di fronte alla presenza di Cristo, le differenze culturali, i mal di pancia personali, ma lasciali perdere, lasciali perdere. Arriviamo verso le ultime tappe, che però non è che sono meno importanti.
Un problema di questa comunità, di questo amore, è che la cosa sia feconda.
Perché la Chiesa punta tanto sulla vocazione? Perché tu, una volta che hai trovato la tua strada di fondo, devi poi puntare lì, altrimenti che fai? Non fai niente. Allora ce sta il prete che cerca moglie e ce sta la donna che sta sempre in parrocchia.
Allora per esempio ci sono due grossi filoni, perché questo amore, questa Chiesa, questa concretezza sia visibile, occorre che tu prenda un filone: o la creazione, o la redenzione, o la famiglia con i figli, o una vita donata in cui ti prendi cura dei figli un po’ cresciuti, che è sempre consacrazione, però è importante schiarirsi le idee.
Allora quando vedete i giovani che fanno diecimila ritiri, dice ‘ma senti un po’, ma nei vostri ritiri si parla di questa cosa? Si parla della fecondità? Di qualcosa che si veda, oppure gnosi? Gnosi è la conoscenza senza capo né coda, aria fritta, i grandi parcheggi sotto la luna. Infiniti ritiri, grandi cornetti caldi e dopo il nulla, nada de nada elevato alla nada, non solo, ma poi quando passa il tempo, non solo non hai fatto niente, ma hai bruciato un’occasione.
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Allora questo, dovunque voi andiate, in qualsiasi parrocchia voi siate, in qualsiasi gruppo siate, dite a chi vi guida: non essere autoreferenziale, tra le altre cose mettici come questo amore deve essere fecondo.
Spesso, e ve lo dico da pastore, avere zitelle e zitelloni che t’accompagnano con la macchina, sempre disponibili, che te mettono a posto le sedie, non vogliono manco un rimborso spese, io vi assicuro che con tanta gente, sto ad Assisi da tanti anni, ho dovuto litigare per smammare tanta gente perché portasse frutto, perché si sposasse, perché si consacrasse, fa molto comodo avere l’harem spirituale ma la gente la uccidi.
Questo ve lo dico veramente, perché poi una volta che la vita l’hai sprecata, è tremendo.
Una persona che non ha concluso niente, che ha preso solo appunti e sbobinate catechesi alla fine si dispera.
Allora siate tutti collaboratori, la maggior parte siamo fatti per il matrimonio, qualcuno è chiamato da Dio per essere padre in un’altra maniera, però lo zitellaggio non è contemplato.
Veramente ve lo dico: siate molto concreti, ve lo dico un po’ ridendo, però è una questione molto seria, molto seria.
Ma arriviamo al gran finalino: la nostra fede ha la pretesa di fare qualcosa che dura per sempre, vi ricordate Il Gladiatore? ‘Le vostre azioni riecheggiano nell’eternità, scatenate l’inferno!’
Ecco fatto, ecco, noi scateniamo il Paradiso, scateniamo. Allora, come si fa, strada facendo, a capire se quello che stai facendo funziona o ti porta a un binario morto? Attenti, qua vi serve l’intelligenza: Gesù nello Shemà di otto settimane fa diceva ‘Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutta l’intelligenza’. Capitemi bene quello che voglio dire perché si concentra in questo: la differenza tra i numeri e i frutti, i risultati e i frutti. Quando Vasco Rossi riempi San Siro, capirai…sono risultati…soldi.
Ma cos’è un frutto? Attenti, un frutto è qualcosa che è oggettivo, accessibile, è buono. Quand’è che una coppia funziona? Quando ci sono i nipotini, quello è un frutto. Io ricordo un giorno che mi ponevo questo problema sulla mia vita, dicono ‘Michele è morto’. Era uno che da quando era ragazzo si odiava, superdepresso. Poi è diventato , sacerdote, missionario, un santo, ogni tanto diceva: ‘la mia guida, padre Emidio’, gli ho detto sono sempre io, e quando ho visto questo figlio, veramente un santo, un uomo semplicissimo, ma un santo, un santo, morto senza paura, nella pace, allora forse un frutto l’ho fatto.
Allora attenti, attenti ai risultati e ai frutti, non coincidono.
Un risultato può essere un frutto, ma non è automatico, la cosa non è biunivoca, controllate che ci sia un frutto, qualcosa che sia oggettiva, che sia feconda, che sia riproducibile, capite? Altrimenti ci inganniamo, ci inganniamo.
Una cosa importante è che quando arrivano i frutti, tu vedi veramente che tutta la tua vita ha un senso.
Avete visto Chiara Corbella, queste persone, Giovanni Paolo II, madre Teresa, i frutti, i frutti, i frutti, altre persone, però che si vedano, che si vedano, non teorie, emozioni.
Per esempio io stasera, quando tornerete a casa, cosa spero? Che tre o quattro punti, perché molte cose, secondo me, le sapete meglio di me, veramente, perché la vita è dura, però qualche cosa, ecco, vi dò un piccolo schema: le cose che più vi urtano, segnatevele, quelle sono le più importanti, le cose che già sapete dite eh già la sapevo, va bene, le cose così e così dite ‘eh questa me la ripasso’, ma le cose che vi urtano, quelle ragazzi segnatevele bene, perché quelle vi vanno a toccare i punti deboli.
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Torniamo al gatto. Chi mette il campanellino al gatto. Eh chi è il gatto? Il gatto sono io. Chi è che doma quella parte irrazionale di noi che di botto, basta un mal di denti che non credi più a niente? Chi è quella che basta un niente e non vai più a Messa? Chi è quella che basta un niente e dici che hai perso la fede? Siamo noi. Allora non esiste un metodo elementare, facciamoci santi, eh magari! E il campanello chi glielo mette al nostro mondo inconscio? Non siamo capaci, è complicato. C’è una frase di Woody Allen molto terribile, cattiva, dice ‘qualsiasi persona, con il giusto tono di voce, può farti credere qualsiasi panzana’.
Qui nel secondo o terzo secolo, gli imperatori romani e generali inventarono Mytra. Mytra era una divinità iranica, però loro dissero facciamo l’iniziazione, andiamo sotto terra, tutti solo uomini, poi il sangue del toro, e diventi invincibile per vent’anni e questi spostarono l’esercito riottoso a andare avanti, peccato che non era vero! Non era vero! Papà, ho due notizie, una bella e una brutta: la bella sono stato promosso, la brutta, non è vero.
Allora, allora, attenti bene fratelli miei, queste cose le ripeto brevissime:
primo: incontrare Dio conoscendo la Bibbia che è la grammatica e la sintassi del linguaggio di Dio, se cominci a conoscerla vedrai che dei lati oscuri della tua vita si illuminano, dici ‘porca miseria, era lì e non me ne ero accorto’.
la seconda cosa: che io sono cieco, capire di essere deformato e deformante; perciò devo accettare la correzione. Giovanni Paolo II diceva a quelli della Sacra Rota ‘non siate veloci a dichiarare nulli i matrimoni, perché il matrimonio è l’unico laboratorio in cui uno può diventare cristiano’ semplicemente correggendosi a vicenda.
Poi Gesù, queste componenti: Dio con noi, l’Emmanuele, Dio che mi ama Jesuha. L’Amore del Padre è più tenero del primo bacio che la Madonna ha dato a Gesù bambino.
Dio fa la fila, eh beh è un servo, non è raccomandato, la Madonna si è fatta tutto l’Egitto.
Gesù però è risorto, però, ha vinto la morte. Quindi durante la strada, non molto piacevole eh, non molto piacevole, vi assicuro, non è piacevole, però c’è un vivente, di fronte a quel mostro che mangia tutti, quello è vivo e nei santi si assaggia il paradiso da vivi. La Chiesa, la mia comunità, da amare, da difendere.
Un giorno una signora di queste un po’ conservatrici, mi porta un articolo sulla liturgia come andava fatta, io che, al di là della faccetta sono un grandissimo figlio.. a parte mia madre.. e ho detto ‘ma lo sai chi l’ha scritto questo articolo?’ ‘E chi l’ha scritto?’ ‘Un musulmano’ ‘uuuhhhh non lo sapevo!’ ‘eh sallo, sallo!’
Quindi quando noi molto spesso ci facciamo queste autocritiche che ci ammazzano, attenti, pensate a chi vanno a giovare.
Poi l’amore, l’amore deve diventare vita, quindi il vostro cammino spirituale, qualsiasi esso sia, mettete in conto la fecondità visibile, che si veda che stai trovando qualcuno, oppure una strada stabile, il movimentismo, il gruppo, quando muori dice ‘che hai fatto? Che hai messo a frutto?’ ‘Ho suonato la chitarra in comunità’ quello non è un frutto, quella è una cosetta.
Ultimo: dividete i risultati dai frutti: i risultati sono immediati, i frutti sono buoni per tutti, gratuiti e si riproducono.
Ecco, sono cose che, vi assicuro sono talmente semplici, ecco le ho messe un po’ insieme, non voglio abusare della vostra pazienza, però pensate a queste cose che vi ho detto come in una casa di montagna fatta con le pietre rotonde invece che quelle squadrate, senza cemento…allora mettete ‘ste travi de ferro che possano reggere nel tempo, e così durante il terremoto non ve se scarichi tutto addosso.
Ecco che il Signore vi aiuti, che il Signore ci aiuti tutti quanti.