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Il consiglio di Sant’Agostino per i vostri defunti che sono in Purgatorio

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 06/03/19
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“Abbiate cura dei morti”, “aiutate con la preghiera la loro purificazione”. Nei suoi scritti offre diverse “indicazioni”Sant’Agostino (354-430) vescovo vicino al suo popolo, pensatore acutissimo, scrittore, teologo, esegeta, filosofo, i suoi scritti sono un tesoro della Patrologia cristiana. La sua creazione della regola comunitaria nella Chiesa è un fondamento sul quale i secoli successivi hanno potuto elevare un’alta torre senza schiacciare la base teologica fornita dal vescovo di Ippona. Agostino è considerato uno dei padri della Chiesa d’Occidente, insieme ad Ambrogio, Gregorio Magno e Girolamo, nonché uno dei più grandi teologi e filosofi della Chiesa.

A renderlo famoso è stata la sua immensa produzione letteraria, una enorme quantità di discorsi e scritti tra i quali i più celebri sono “ La città di Dio”, un’apologia del cristianesimo e “Le Confessioni”, la sua autobiografia che rappresenta anche uno dei grandi capolavori di tutti i tempi. Agostino apprezzava la fede semplice di sua madre Monica che la Chiesa festeggia il 27 agosto, ma era convinto che il credente dovesse crescere nella conoscenza della fede e ripensarla criticamente per non essere travolto dagli errori e dalle critiche.

AUGUSTINE;

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Agostino era convinto che l’amore genuino di Dio e del prossimo nasce solo dalla verità conosciuta attraverso la ragione e la fede. Il nucleo del suo pensiero teologico ruota attorno al tema del peccato e della Grazia divina, intesa come unica, autentica fonte da cui attingere la salvezza. Agostino è stato un intellettuale vicino ai poveri, ai quali distribuiva tutte le offerte che riceveva e giunse persino a fondere i sacri vasi di metallo per soccorrere i bisogni dei poveri. Accoglieva le persone dimentico di se stesso a tal punto da passare intere giornate senza mangiare. Vedeva nel sacerdozio e nell’episcopato non un titolo di onore ma un dovere di servizio tanto da essere stato il primo ad autodefinirsi “servo dei servi di Dio”.

La Provvidenza si serve delle anime secondo i suoi disegni. La corruzione in gioventù, gli errori dottrinali di Agostino, prima della sua conversione, hanno provocato una reazione di santità in lui, dovuta alle preghiere ed alle lacrime della sua santa madre, Monica, ed alla sua corrispondenza alla grazia divina.


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Con questi titoli di Buon Pastore e di Dottore, egli è stato e resta nella Chiesa di Dio uno di quelli che hanno distribuito in abbondanza il pane delle anime che sono la dottrina e la santità. Agostino fu uno dei più grandi amici delle povere anime del Purgatorio . Nelle sue prediche espresse chiaramente la sua disapprovazione verso tutte quelle persone che specialmente nei casi di morti improvvise erano superficiali.

Egli dice: “Quando un defunto viene portato alla sepoltura si pensa alla morte. Poi si commenta: “Poveretto, era ancora così forte, ieri era andato a passeggio; oppure l’ho visto per strada ancora la scorsa settimana e mi raccontò ancora questo e quello; bisogna proprio dire che l’uomo è un nulla, così vanno poi chiacchierando”. Così accade di sentire chiacchierare quando vanno a fare le visite di condoglianze, quando il defunto è posto nella bara, quando viene portato fuori, al corteo funebre alla sepoltura. Quando poi il defunto è sepolto sono sepolti con lui anche i pensieri, ed è scomparsa anche la paura della morte.


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A ritorno essi hanno già dimenticato colui che hanno portato a seppellire; essi tornano ai loro imbrogli, alle loro ruberie, alla loro invidia ed egoismo e a quelle soddisfazioni delle passioni che passano già mentre si godono. E ciò che è peggio è che, proprio il defunto serve ad essere motivo per seppellire il sano buon senso e l’intelligenza umana. “Mangiamo e beviamo, dicono, perché domani moriremo anche noi!”.

Agostino invece spronava i cristiani ad aver cura dei loro defunti non solo per il funerale e per la tomba ma soprattutto delle anime in Purgatorio. Il Santo vescovo scrisse la sua opera “De cura mortuorum” dove egli chiarisce che l’idea di seppellire i morti in una Basilica o presso le tombe dei martiri sia una cosa altamente significativa perché in tal modo i fedeli vengono richiamati alla preghiera di suffragio per i defunti e poi c’è l’intervento dei martiri e dei santi per quelle persone che hanno ancora bisogno di purificazione nell’Aldilà. Sul come poi possiamo e dobbiamo venire in aiuto delle anime dei defunti il Santo lo mostra in modo commovente già in occasione della morte della sua santa mamma Monica.



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Agostino nel suo famosissimo libro “Le confessioni” ricorda che ad Ostia Monica si sentì male e lui ed il fratello erano al suo capezzale e vedendoli così scossi e tremanti per il dolore e l’angoscia Monica disse: “Seppellite vostra madre qui”. Io tacqui e repressi il pianto. Ma mio fratello in poche parole disse che desiderava e credeva bene che lei non dovesse morire in terra straniera, ma in patria. All’udire questo, ella con un gesto spaventato gli rivolse uno sguardo di risentimento per i pensieri che egli aveva; poi si rivolse a me e disse: “Senti, che cosa dice?”. Poi disse ad ambedue: “Seppellite questo mio cadavere la dove si trova. Non vi dovete preoccupare per esso. Solo una cosa vi chiedo ovunque voi siate: ricordatevi di me all’altare del Signore !…”.

AUGUSTINE

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Poi S. Agostino descrive la morte e la sepoltura di Monica e la Messa che fu celebrata per lei, come pure la grande tristezza che lo aveva invaso. Poi egli ringrazia Dio per tutto il bene che aveva ricevuto da sua madre, ricorda però anche i piccoli errori e le debolezze che essa ebbe e per i quali essa poteva avere ancora bisogno di purificazione nell’Aldilà, e come sua madre Monica giustamente, prima di morire aveva dato tanto importanza al fatto che fosse fatta memoria di lei al Santo Sacrificio della Messa.


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Agostino in un altro brano del capitolo 29 del suo “Encheiridion” scrive: “Nel tempo fra la morte e l’ultima resurrezione, le anime si trovano in un luogo sconosciuto, a seconda che un’anima sia meritevole del riposo o del castigo, cioè a seconda di quanto essa ha compiuto nella sua vita terrena”.

Per S. Agostino non si può negare che le anime dei defunti per merito della pietà dei loro parenti ed amici ancora vivi, possano trovare sollievo, se viene offerto per loro il Sacrificio Eucaristico oppure vengono fatte elemosine nella Chiesa, tuttavia potranno trovarne beneficio soltanto coloro che in vita hanno meritato che un giorno tali opere possano loro giovare in Purgatorio.


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