Un gruppo di architetti è al lavoro per espandere il santuario di Medjugorje per far sì che possa far fronte a tutte le condizioni climatiche.
Lo ha rivelato l’arcivescovo Henryk Hoser, nominato da Papa Francesco visitatore apostolico a Medjugorje, che ha annunciato la costruzione di un santuario nella cittadina dell’Erzegovina in cui nel 1981 sei giovani avrebbero assistito alle apparizioni della Madonna. Il Vaticano ha attestato il carattere soprannaturale solo delle prime sette.
“Un’argomentazione importante a favore di Medjugorje sono le statistiche”, ha affermato il presule in un’intervista a Vecernji.hr, come riferisce il Sarajevo Times. “Constatiamo un aumento del numero di pellegrini, e quando tornano a casa fanno di tutto per continuare a vivere lo spirito che hanno scoperto a Medjugorje”.
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Ogni anno arrivano a Medjugorie 2-2,5 milioni di pellegrini da tutto il mondo, e per questo si è deciso di rendere il luogo più ospitale per chi lo visita.
“Il progetto è estendere lo spazio per le celebrazioni liturgiche, che farà fronte a tutte le condizioni climatiche e sarà fresco in estate e caldo in inverno. La piazza aperta e lo spazio per l’altare esterno non proteggono la gente che partecipa alle celebrazioni liturgiche. Pensiamo di costruire una cappella”, ha rivelato monsignor Hoser.
Il presule, arcivescovo emerito di Varsavia-Praga, ha ricevuto l’11 febbraio 2017 da Papa Francesco un mandato esplorativo su Medjugorje. In un’intervista rilasciata all’epoca ad Aleteia, ha risposto alle preoccupazioni sollevate dal caso delle apparizioni mariane nella cittadina dell’Erzegovina dicendo: “Non dovremmo affatto preoccuparci! La Chiesa non si è ancora espressa sull’autenticità delle apparizioni. Dovremmo attendere con calma la posizione definitiva. Non è certo la prima volta in cui la Chiesa è lenta nel prendere una decisione, soprattutto per il fatto che la forma delle apparizioni mariane a Medjugorje è significativamente diversa da quella delle apparizioni precedenti ben note” (cfr. Aleteia, 15 maggio 2017).
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Il 31 maggio 2018, monsignor Hoser è stato designato visitatore apostolico presso il santuario mariano, con una nomina con particolarità canoniche che fanno capire le accortezze della Santa Sede nella gestione di questo caso delicato (cfr. Aleteia, 31 maggio 2018).
Nel Diritto Canonico, infatti, il visitatore apostolico è una sorta di ambasciatore, con oneri e onori quasi totalmente ricalcati su quelli degli ambasciatori secolari. Monsignor Hoser ha invece “un incarico esclusivamente pastorale”, come ha precisato la Santa Sede, escludendo quindi ogni coinvolgimento diplomatico o autorevolezza dottrinale. Se l’incarico di un visitatore apostolico cessa subito dopo che questi ha consegnato la sua relazione al Santo Padre (o agli organi di Curia Romana competenti per la materia della propria missione), però, Hoser è un visitatore apostolico “a tempo indeterminato”, con similitudini con l’amministratore apostolico. La Santa Sede ha tuttavia chiarito che la sua missione ha solo la finalità di “assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione”.
Nella Messa di insediamento come visitatore apostolico, il 22 luglio scorso, il presule ha affermato che il culto che si svolge a Medjugorie è “cristocentrico, perché – come diceva Paolo VI – da Cristo trae origine ed efficacia, in Cristo trova compiuta espressione e per mezzo di Cristo, nello Spirito, conduce al Padre”, e che la devozione mariana di Medjugorie è totalmente inserita nelle disposizioni del Concilio Vaticano II (cfr. Aleteia, 23 luglio 2018).
Nel progetto di espansione e riorganizzazione di Medjugorie delineato da monsignor Hoser all’agenzia cattolica polacca KAI figurano anche più Messe al giorno in diverse lingue e strutture per alloggiare i pellegrini (cfr. Aleteia, 24 settembre 2018).
“Medjugorje rappresenta i polmoni spirituali dell’Europa, un luogo in cui milioni di persone scoprono Dio e le bellezze della Chiesa”, ha dichiarato. “Ora dobbiamo far crescere le infrastrutture”.