A otto anni dalla morte del giovane campione e nel giorno del suo compleanno, il 20 gennaio, verrà inaugurata una residenza dove giovani disabili gravi potranno essere assistiti, fare sport, stare insieme.
E dopo cinque anni di lavori, la Casa che verrà inaugurata, sarà un centro diurno per famiglie con persone con gravi disabilità che verrà gestita dalla comunità di Monte Tauro di Coriano alla quale Marco era molto legato. La struttura offrirà servizi con standard molto elevati, tra cui impianti sportivi, una piscina riabilitativa, un parco giochi attrezzato e una palestra. (da Corriere dello Sport)
Da Sepang a Coriano
Me lo ricordo molto bene, tornavo a casa da messa con tutta la famiglia e vidi un messaggio su Facebook della mia amica Lucia: “Ciao Sic”. Il cervello capì subito, ma io non volevo capire. Era il 23 ottobre 2011. E si fa davvero fatica a spiegare quanto il nostro sangue romagnolo sia legato ai motori, anche se tendenzialmente io mi trovo a disagio con la velocità e ho detto un no secco a mio padre quando avrebbe voluto proporre ai miei figli le gare di mini moto.
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La morte di Marco Simoncelli è un ricordo vivido ancora in tutti. Volato via, letteralmente. Non sono degli invasati i piloti, in qualche modo l’ho capito pure io che ho qualche difficoltà anche a sostenere una velocità modesta in autostrada: gli sportivi hanno una coscienza chiara del limite e hanno altrettanta grinta e passione. Non sono degli esuberanti sprovveduti. La spontaneità gioconda e semplice di Marco Simoncelli ne ha fatto un idolo per giovani e adulti quando era in vita; noi romagnoli difficilmente mettiamo filtri tra pensiero e parola, non ci appartiene la spocchia.
La sua prematura scomparsa ha generato ancora più affetto e interesse verso la persona, e verso il mistero sempre vertiginoso della morte che colpisce in fiore appena sbocciato. Non è mai solo ripetitivo richiamare alla memoria l’evangelico seme che solo morendo dà frutto: è proprio vero e forse ne capiremo il senso compiuto solo quando saremo nella vita eterna.
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Tutto il “di più” di affetto, entusiasmo, commozione, solidarietà che è manifestato nelle settimane immediatamente successive al suo decesso ha preso una forma concreta nella Fondazione Marco Simoncelli, voluta dalla famiglia e guidata da papà Paolo.
Se siete su questo sito è perché in un certo senso siete nella sua squadra, nel suo team, e volete portare avanti con lui una gara bella e importante, che si vince poco alla volta inseguendo un traguardo che non si raggiunge mai, ma che allo stesso tempo si taglia ogni giorno. Corriamo perché il suo essere un dolce guerriero non sparisca, perché i suoi valori perdurino, perché la sua serena allegria e la sua bellezza vadano avanti, non si esauriscano. Per questo abbiamo creato la Fondazione Marco Simoncelli che cercherà con grinta e correttezza, con spavalderia, creatività e allegria, con convinzione e ironia di portare un pò di luce e di gioia a chi ne ha bisogno. (da Fondazione Marco Simoncelli)
Dove aver girato il mondo e corso a velocità pazzesche, ora il seme è tornato a casa, a Coriano tra le dolci colline affacciate sul mare di Rimini. Da qui sboccia un nuovo frutto che ha per protagonisti altri giovani, colpiti da forme di disabilità gravi.
Casa Santa Marta
“C’è voluto più tempo per ottenere tutti i permessi che costruire” ha dichiarato Paolo Simoncelli il giorno in cui ha posto la prima pietra del nuovo centro disabili Santa Marta, ed era il settembre 2016. Il prossimo 20 gennaio, giorno del compleanno di Marco, la Casa verrà inaugurata.
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A 4 km da Riccione accanto alla chiesa di Sant’Andrea in Besanigo c’era un vecchio edificio in decadenza, ora è stato completamente ricostruito e diventerà un centro diurno per disabili gravi.
“Un’idea – aveva raccontato papà Paolo Simoncelli in occasione della posa della prima pietra – che è nata per caso. Quando tutti i giorni portavo Marco a scuola, passavamo qui vicino e vedevamo i pulmini che andavano a prendere i ragazzi disabili”. (da Motori)
Un ricordo quotidiano si è trasformato in un’opera da 2 milioni di euro: la Casa Santa Marta sarà un centro d’accoglienza e offrirà soluzioni e servizi dedicati d’altissimo standard, inclusi impianti sportivi e spazi ricreativi, come una piscina riabilitativa, una palestra e un parco giochi attrezzato. Il centro sarà gestito dalla comunità di Monte Tauro di Coriano, a cui il Sic si era affezionato. Potranno essere accolti anche i familiari dei ragazzi in cura.
Quella chioma scarmigliata
Aveva quel cespuglio biondo in testa, riconoscibilissimo e simpatico. Faceva venire in mente un albero rigoglioso di foglie e scompigliato dal vento. Oppure la parrucca riccia di un clown. Era tutto fuor che fuori posto sulla testa di Marco Simoncelli; faceva sembrare sciocca la vanità di certi piloti tirati e seriosi.
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L’esuberanza spontanea del campione generoso ci farà compagnia ancora a lungo e ci auguriamo che cresca in chi lo ricorda proprio come i suoi capelli, abbondanti e non troppo ordinati.
I pensieri buoni, le intuizioni, i progetti sbocciano all’improvviso; spesso sono fuori dagli schemi ordinati e precisi. Proprio come lo zelo operoso di Santa Marta, indaffarata e svelta. Il papà di Marco ha dichiarato che la Casa San Marta era solo un sogno, qualche anno fa. La burocrazia ha messo a dura prova la costruzione, eppure ora “l’albero” è cresciuto e si riempirà a breve di fronde vive.
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Saranno ragazzi segnati dalla malattia, eppure con una voglia di vita incontenibile proprio come quella chioma ribelle che dentro il casco stava compressa a fatica.