La testimonianza della religiosa spagnola suor Maria degli Angeli Sorazu y Aizpurua, che descriveva la loro presenza quotidiana Una religiosa francescana spagnola, suor Maria degli Angeli Sorazu y Aizpurua, (1873-1921) scrisse verso il 1900 nella sua autobiografia: «Io concepii l’idea di apparentarmi agli angeli prendendo in religione il nome di suor Maria degli angeli, la qual cosa feci il giorno della mia vestizione religiosa».
«Io – prosegue la religiosa – li amavo molto e la loro evocazione mi infiammava, ma non mi ricordo di essere vissuto nella loro intimità prima del terzo o quarto anno dopo la mia entrata in religione, quando gli spiriti angelici cominciarono a rivelarsi all’anima mia, nelle mie relazioni con la santissima Vergine (…) quando io contemplo Gesù e Maria, li vedevo sempre circondati da una moltitudine prodigiosa di angeli, compreso sul calvario che si presentava agli occhi miei ripieno di spiriti celesti, come l’aria di atomi».
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Poi Suor Maria confessò: «Io vidi una volta l’arcangelo Gabriele rivestito di una bellezza e di una maestà tali da sembrarmi essere un secondo Gesù Cristo, il che mi meravigliò molto. A diverse riprese io vidi o sperimentavo – non so come dire – la presenza del mio angelo custode e di altri angeli nella mia cella. Essi si imponevano all’anima mia come una partecipazione alla santità ed alla maestà di Dio, con una grandezza ed una maestà tali che sembravano essere degli dei, ma nello stesso tempo umili e molto affabili».
Le rivelazioni angeliche, concludeva la religiosa spagnola, «mi elevavano a Dio insieme con la frequenza degli angeli grazie alla quale io progredivo molto nella conoscenza e nell’amore di Dio, del Verbo incarnato e della santissima Vergine».
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