Il noto psicoterapeuta Massimo Gandolfini ha esaminato la storia di Amanda, nata nella notte di Natale del 2014
Come annunciato qualche tempo fa da Papa Francesco, Paolo VI sarà santo. La Congregazione per le Cause dei Santi ha fatto esaminare da una commissione apposita che lo ha ritenuto valido ai fini della canonizzazione il miracolo avvenuto “per intercessione“, relativo alla piccola Amanda.
Amanda è una bimba nata in condizioni drammatiche e al termine di una gravidanza durata solo 26 settimane invece delle solite 40, all’ospedale di Legnago (Verona) il 25 dicembre 2014.
Un rischio “enorme”
La storia di Amanda incomincia nella primavera 2014. Poi le prime preoccupazioni, che via diventano pesi enormi da portare. Il rischio, dicono i medici, è che il feto non sopravviva e che possa causare danni irreparabili anche alla salute della mamma.
Qualcuno paventa l’interruzione anticipata della gravidanza come unico rimedio; nessun medico o è in grado di offrire alla mamma anche solo un barlume di speranza.
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L’immagine stretta al cuore
Una conoscente, invece, parla alla madre di Paolo VI, indicandolo come «il papa che guarisce i bimbi non ancora nati». Forte di quella «nuova speranza». La puerpera raggiunge Brescia e si reca a pregare davanti alla reliquia di Paolo VI custodita nel Santuario della Madonna delle Grazie. Torna a Verona con l’immagine di Paolo VI stretta al cuore e con una manciata supplementare di lacrime, ma anche più che mai convinta a non arrendersi.
Scientificamente inspiegabile
Amanda venne al mondo a Natale e iniziò la sua avventura stupendo la scienza e regalando sorrisi e speranze ai genitori e ai tanti che avevano creduto nella sicura vittoria della vita. «Questa nascita non si spiega coi normali canoni della scienza», dissero allora i medici. Per tutti i semplici e devoti che avevano pregato e sperato, invece, Amanda era il «miracolo» del beato Paolo VI (Aleteia, 22 dicembre 2017) .
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La chiamata di Don Lanzoni
Uno dei medici contattati per studiare il caso di Amanda è stato il noto psicoterapeuta Massimo Gandolfini. Che lo ha raccontato in un articolo comparso su La voce del popolo, il settimanale della diocesi di Brescia.
«Un giorno di qualche anno fa – racconta Gandolfini – venni contattato da don Antonio Lanzoni (vicepostulatore della causa di canonizzazione di Paolo VI), che mi propose di studiare il caso di una guarigione particolarmente significativa: una donna, gravida in età abbastanza avanzata, che stava portando avanti una gravidanza “senza speranza” aveva chiesto l’intercessione di Paolo VI, allora già Beato, il “papa della vita”, con preghiere, suppliche, novene e un pellegrinaggio di fede al Santuario delle Grazie, a Brescia».
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Patrono della “vita nascente”
«La bimba e la mamma, mi raccontava ancora don Lanzoni, “incredibilmente” avevano superato tante difficoltà e la piccola era nata sana, senza malformazioni. Capii – evidenzia Gandolfini – che si trattava di un caso davvero eccezionale e decidemmo di procedere lungo l’iter canonico necessario, che ha portato alla decisione ultima di papa Francesco. Dunque, Papa Paolo VI sarà dichiarato “santo” il prossimo 14 ottobre e la Chiesa universale potrà venerarlo veramente come il patrono della “vita nascente”».
Per questo miracolo e per quello che portò alla beatificazione, entrambi i miracoli rivolti a una vita prenatale, senza dimenticare il grande impegno apostolico che Papa Montini ebbe per la trasmissione della vita, su tutti l’enciclica Humanae Vitae.