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La vergogna dei 301 preti pedofili in Pennsylvania. Nel mirino anche i vescovi insabbiatori

DANIEL PITTET, OFIARA PEDOFILII

Una delle vittime dei preti pedofili

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/08/18
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Una triste storia che scuote gli Stati Uniti. Il Vaticano: abusi riprovevoli

1356 pagine di pura vergogna. Quasi 70 anni, 1000 vittime, 301 preti coinvolti. Una parte della Chiesa malata continua a far danni. Al centro delle cronache, dopo la triste vicenda del Cile, ancora una volta gli abusi sessuali del clero sui bambini.

Lo scandalo della pedofilia scuote la Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Ci sono volute 1.356 pagine per condensare due anni di indagine del Gran Giurì della Pennsylvania sugli abusi compiuti da membri del clero dagli anni ’40 in poi su oltre mille bambini in sei su otto diocesi dello Stato. Nel rapporto choc sono citati 301 sacerdoti, di cui 100 solo nella diocesi di Pittsburgh.


ABUSE
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Il cardinale

Ed è proprio qui che l’indagine punta in alto, chiamando in causa per le presunte coperture uno dei prelati più in alto grado in America, l’attuale arcivescovo di Washington cardinale Donald W. Wuerl, che a Pittsburgh fu vescovo per 18 anni, dal 1988 al 2006 (Lettera43, 16 agosto).

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These images reflect the Blue Mass that marks the beginning of National Police Week in the Nation's Capital and Customs and Border Protection's involvement in paying tribute to Fallen Officers. The Archbishop of Washington D.C., Cardinal Donald William Wuerl, presides over the event annually. Photo by James Tourtellotte.

Sceneggiate per nascondere

Oltre ai nomi citati nel dossier, emerge, quindi, l’accusa che la Chiesa abbia avuto una propria “sceneggiatura” per la copertura dei casi. Per l’ennesima volta protagonisti in negativo i vescovi: la strategia del “silenzio”, pur di non alzare l’attenzione dei media sulla propria diocesi, continua a produrre danni irreparabili.

«Davanti al rapporto reso pubblico in Pennsylvania questa settimana, due sono le parole che possono esprimere quanto si prova di fronte a questi orribili crimini: vergogna e dolore». E’ quanto ha affermato il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke.



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“Tradita la fiducia”

«La Santa Sede – sottolinea Burke – considera con grande serietà il lavoro compiuto dall’Investigating Grand Jury della Pennsylvania e il lungo Interim Report da esso prodotto. La Santa Sede condanna inequivocabilmente l’abuso sessuale su minori. Gli abusi descritti nel rapporto sono penalmente e moralmente riprovevoli. Questi atti hanno tradito la fiducia e hanno rubato alle vittime la loro dignità e la loro fede».


ARCHBISHOP PHILIP WILSON
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I miglioramenti dopo le riforme

«La Chiesa deve imparare dure lezioni dal passato e che dovrebbe esserci un’assunzione di responsabilità da parte sia di coloro che hanno abusato, sia di quelli che hanno permesso che ciò accadesse. La gran parte di ciò che si legge nel rapporto riguarda gli abusi anteriori ai primi anni del 2000. Non avendo quasi trovato casi dopo il 2002, le conclusioni del Grand Jury sono coerenti con precedenti studi che hanno mostrato come le riforme fatte dalla Chiesa Cattolica negli Stati Uniti hanno ridotto drasticamente l’incidenza degli abusi commessi dal clero».



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Per il Papa sono solo dei criminali

Durissima è la presa di posizione del Papa, che associa la parola “crimine” a quanto commesso.

«Il Santo Padre – conclude Greg Burke – comprende bene quanto questi crimini possano scuotere la fede e lo spirito dei credenti e ribadisce l’appello a fare ogni sforzo per creare un ambiente sicuro per i minori e gli adulti vulnerabili nella Chiesa e in tutta la società. Le vittime devono sapere che il Papa è dalla loro parte. Coloro che hanno sofferto sono la sua priorità, e la Chiesa vuole ascoltarli per sradicare questo tragico orrore che distrugge la vita degli innocenti» (Vatican News, 17 agosto).

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© Antoine Mekary / Aleteia

Nomi e cognomi

È necessario combattere questo crimine «per garantire – afferma la diocesi di Scranton, una delle diocesi coinvolte nello scandalo – che nessun bambino sia vittima di abusi e che nessun colpevole sia protetto».

Tale diocesi pubblica sul suo sito web anche i nomi di 70 colpevoli, sacerdoti e laici, comprese le persone che non sono menzionate nel rapporto della Grande Giuria. La diocesi di Erie cita 34 persone e i luoghi in cui vivono e vengono anche indicati i nomi di 31 defunti. Tra i 65 nomi ci sono una donna e un vescovo. Secondo il sito della diocesi, il presule in particolare non ha investigato su accuse di abusi nella sua area di competenza. Il vescovo di Erie, monsignor Lawrence Persico, ha scritto direttamente alle vittime degli abusi (Famiglia Cristiana, 16 agosto).



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