Ascolta, come Bella, il canto delle tazzine e delle posate: abbiamo bisogno di godere la bellezza di un piatto, il sapore di un arrosto e la lucentezza di un bicchiere con gli amiciLa Bella e la Bestia è una fiaba famosa, della quale esistono molte versioni. Dal racconto sono state tratte opere liriche e teatrali, trasposizioni cinematografiche. Nel 1991 la Disney ha realizzato una film d’animazione che ha avuto uno straordinario successo, anche grazie alle sue belle musiche che hanno vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora. Nel prologo del film della Disney si racconta la storia di un principe viziato, egoista e cattivo, che una notte d’inverno caccia via una vecchia mendicante arrivata al castello chiedendo riparo dal freddo pungente. In realtà la vecchia era una fata, che punisce il principe per il suo egoismo: lo trasforma in un essere mostruoso e i suoi servitori in oggetti incantati.
Dopo qualche tempo Maurice, il padre di Belle, che si era perso nel bosco e cercava riparo nel castello, viene tenuto prigioniero dalla Bestia e Belle, che era corsa a cercarlo, propone al crudele padrone di prendere il posto del padre.
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Una sera, nonostante il divieto della Bestia, Belle si aggira per i grandi saloni cercando qualcosa da mangiare: a quel punto ai servitori non sembra vero di poter mettere in tavola una cena sontuosa, dopo tanti anni trascorsi nell’abbandono e nella solitudine.
La scena è molto divertente, è un piacere per gli occhi assistere a questo vero e proprio show: la tavola è un palcoscenico dove si susseguono portate succulente, piatti preziosi, bicchieri scintillanti, candele, fiori e bottiglie di spumante che fanno il botto. Sotto la guida di Lumière, il maitre trasformato dalla maledizione in un candeliere, Belle viene trattata come un ospite di riguardo, tutti i servitori ci mettono il massimo impegno, pieni di gioia e di giusto orgoglio per quello che possono fare. Per troppo tempo sono stati riposti in un armadio, coperti di polvere, senza poter dare prova delle loro capacità. Improvvisamente tutto prende vita e il risultato è un piacere per gli occhi, prima ancora che per il palato. Come dice il testo della canzone: “Che raffinatezza, grazia e perfezione!”
Belle è trascinata dal loro entusiasmo, dimentica per un poco il suo dolore e instaura con questi bizzarri abitanti del castello un bel rapporto di amicizia e gratitudine, grazie all’attenzione che hanno nei suoi confronti.
Nella favola il Principe è stato trasformato in Bestia come punizione per la sua mancanza di carità, di ospitalità. L’accoglienza a tavola è un atto di misericordia, raccontato anche da tanti episodi biblici.
Troppe case purtroppo assomigliano al castello della Bestia: se il Principe non ha aperto la sua porta ad una mendicante, che chiedeva di potersi riparare dal freddo, ci sono persone che hanno poca voglia di accogliere alla propria mensa persino gli amici. Ci sono tante famiglie che possiedono bellissimi oggetti per la tavola che non vengono però utilizzati da tanto tempo, per il timore di utilizzare “il servizio buono”, per la paura di rompere un piatto o sbeccare un bicchiere.
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Il risultato? Gli armadi sono pieni di oggetti di qualità, coperti di polvere. Non vi ricordano il castello incantato? Eppure abbiamo così tanto bisogno di bellezza, di luce, di godere della trasparenza del cristallo di un bel bicchiere, del disegno artistico di un piatto di porcellana, della lucentezza di una posata, della composizione artistica di un centrotavola. Anche nelle nostre case la tavola può diventare fonte di bellezza, gioia e allegria.
Tiriamo fuori dagli armadi i servizi di pregio, diamo loro una bella spolverata e invitiamo gli amici. I nostri ospiti ci saranno grati per il gesto di amore che dimostreremo loro.
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