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Grazie Mamma del Cielo, ogni giorno cerco e trovo il tuo abbraccio

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Missionarie di San Carlo - pubblicato il 04/07/18

Nei momenti in cui i pensieri non sono chiari, li consegno a Maria. Lei risponde sempre e bisogna ascoltarla per leggere i segni del tempo che stiamo vivendo

di Rachele Paiusco

Quando eravamo piccoli, coi miei genitori e i miei fratelli sostavamo tutti gli anni a Loreto, per spezzare il lungo viaggio da Legnano al Molise, verso il paese della nonna. Spesso erano soste brevi, una mezz’ora dentro la Santa Casa, una preghiera insieme e poi in silenzio. A volte eravamo stanchi, a volte arrabbiati, a volte più raccolti, ma mi abituavo a comparire davanti a Lei così com’ero, sentendo che Lei capiva.

BAMBINA, CHIESA, PREGHIERA
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Passare dei minuti in silenzio in un luogo così santo mi abituava a esprimere, cercandoli nel cuore, i desideri più veri, a metterli davanti a Lei, sicura che ascoltava.


MADONNA, ROSE, DIPINTO

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Alle elementari poi, le nostre maestre ci insegnavano i canti e le preghiere dedicati a Lei; sono rimasti per sempre nella mia memoria, tra le prime cose in assoluto che ho imparato, destinati ad accompagnarmi e a riemergere dal cuore nella mia quotidianità. Un altro gesto che ricordo fu la piccola decisione che presi dopo essere stata con la mia famiglia in visita a Bruges, in Belgio, durante le scuole medie. Mi colpì il volto della Vergine in una bellissima scultura di Michelangelo, presi una immagine e la misi vicina al mio letto: da quel momento fu l’ultima immagine su cui mettevo il mio sguardo, prima di spegnere la luce e addormentarmi. Anche il rosario – non ricordo più chi me lo abbia insegnato – è diventato una preghiera importante negli anni del liceo, quando presi l’abitudine di portarlo con me, in tasca.

Di sicuro vedevo la mamma che lo pregava, che lo teneva in mano prima di addormentarsi la notte. Lungo gli anni della mia vita ho avuto la grazia di sentire la vicinanza della Madonna come quella di una madre. Dapprima vivevo questo in modo spontaneo, senza rifletterci. Dagli anni della scoperta della mia vocazione invece, in modo sempre più cosciente. E questa coscienza diventa sempre più gratitudine.
Oggi vivo questo rapporto con Lei in primo luogo come consegna di me stessa.

MAMMA, FIGLIA
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Al mattino, nelle decisioni sulla giornata.

Alla sera, nel riguardarla.

Nei momenti in cui provo dei sentimenti forti, per cui ho bisogno di pregare o di ringraziare.

Nei momenti in cui i pensieri non sono chiari, ma ho bisogno comunque di consegnarli a qualcuno, così come sono capace, li pongo a Lei come domande aperte. Le consegno spesso i rapporti più cari che ho. Sempre ho la percezione che queste consegne non cadano nel vuoto, ma siano ascoltate.
Mi aiutano molto le sue immagini e certi luoghi. Nei rapporti ho sempre avuto bisogno di presenza, concretezza, fisicità. Ci sono perciò certe icone, che abbiamo appese nella nostra casa, che mi aiutano a guardarla e parlarle, oppure la bellissima statua bianca che abbiamo nel cortile.


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Abbiamo deciso di tenere in casa solo le immagini davanti alle quali poi preghiamo. E ci sono certi luoghi, come la Santa Casa a Loreto, nella quale sto tornando spesso a riposare; oppure a Czestochowa in Polonia, dove ho avuto la grazia di passare qualche giorno per due volte: una dodici anni fa, per supplicare per la mia vocazione, e una tre anni fa, per ringraziare di avermi risposto con una storia tanto grande. Consegnarmi a Lei è il primo modo per me di vivere l’essere sua figlia. Spesso dico il rosario solo per dirle questo: sono tua figlia, ti appartengo, custodiscimi tu, occupati tu di me, ho bisogno di te.

Our Lady of Czestochowa/Jasna Gora – it
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La Madonna mi è madre anche perché mi spiega i misteri della vita di Gesù. Quando prego il rosario con questa domanda – aiutami ad entrare un po’ di più in questi fatti, a capire di più, a conoscerlo di più! – mi capita spesso di fare delle piccole scoperte.

A volte certi misteri si legano di colpo con certi momenti della mia vita, che acquistano una chiarezza nuova. Mi fa entrare, lentamente, nella vita di suo figlio, in cosa possa aver vissuto. Imparo molto anche attraverso le antifone mariane che accompagnano la nostra liturgia delle ore, e che descrivono i sentimenti della Madonna nei vari momenti della vita di Gesù: Regina caeli, laetare, quia quem meruisti portare resurrexit sicut dixit!

Mi piace guardarla soprattutto nel suo silenzio e nella sua carità, nella sua preoccupazione, apprensione per gli uomini, come dice Péguy. Nel suo prevenire la venuta di Cristo nei cuori: quante volte ho visto uomini e donne senza fede accettare volentieri un filo di rapporto con Lei! Sono colpita dal suo essere intervenuta nella nostra storia – ha lasciato infatti più volte dei segnali del suo intervento in questi dieci anni di vita delle Missionarie, che cerco di conservare nella mia memoria – , e nella storia del mondo, attraverso le apparizioni, i messaggi che ha dato, i voti che ha ascoltato proteggendo città e continenti da assedi e guerre. Questo mi ha dato la certezza del fatto che bisogna ascoltarla per leggere i segni del tempo che stiamo vivendo.


MOM AND SON

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Sono grata di essere sua figlia. Il rapporto che mi ha donato di vivere con Lei mi fa nascere spontaneo il desiderio di cantare a Lei, come facciamo in casa più volte al giorno; di onorarla nelle sue feste e nelle sue memorie; di vivere scegliendo ciò che so piacerle. Rimettermi davanti a Lei ha fatto rinascere tante volte in me il desiderio delle cose più grandi.

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