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Perché aumenta la voglia di mangiare e diminuisce il gusto di cucinare?

CIBO SPAZZATURA GOLA
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Pane e Focolare - pubblicato il 18/06/18
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Cene ordinate con lo smartphone, insalate già lavate, zuppe da scaldare. Cosa ci perdiamo? Quell’amore che si fa concreto indossando un grembiule e impastando

Cucinare è il mio antistress, uno dei piaceri della vita. Sì, non solo mangiare, ma proprio cucinare. Potermi dedicare con tutta calma alla preparazione di una cena è davvero fonte di benessere. Il piacere comincia quando si fanno gli inviti e poi si sceglie il menu, con un occhio di riguardo alle esigenze personali dei commensali: ci possono essere allergie, intolleranze, esigenze legate alla salute, oppure semplicemente idiosincrasie verso certi cibi.


TAVOLA, AMICI, ALLEGRIA
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Al contrario, ci sono commensali che so che devo soddisfare non solo con la qualità, ma anche … con la quantità! Poi la scelta dei vini, in abbinamento con le portate. Segue la spesa, momento fondamentale per la buona riuscita della serata: scegliere la materia prima adatta è il primo segreto per la riuscita del piatto. Poi finalmente, con i miei ingredienti sul tavolo, la bilancia, le pentole, il libro di ricette aperto alla pagina giusta, mi infilo il grembiule e comincia lo spasso.

DONNA, CUCINA, GREMBIULE

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Anche se non ci sono ospiti alla nostra tavola, cucinare qualcosa di buono per me e mio marito è un piacere che ripaga della stanchezza e a volte delle piccole delusioni di una giornata difficile. Non sempre c’è il tempo per realizzare piatti elaborati, ma non sono mai stata d’accordo con coloro che dicono che per mangiare bene ci vuole tanto tempo: in pochi minuti si può mettere in tavola una gustosa cenetta, senza tanti fronzoli ma comunque con cura e amore per quel rito, così importante per la famiglia.

Ma una recente indagine della Nielsen, accompagnata da dati forniti dalla Coop, rivela che in realtà sono una specie di panda, persone come me sono in via di estinzione. Esagero un po’? Forse sì, ma comunque sta calando drasticamente, in maniera preoccupante, il numero di coloro che hanno voglia di stare ai fornelli. Non diminuisce la voglia di mangiare, e anche bene, ma piuttosto il desiderio di cucinare di persona la propria cena.

SCATOLETTE, CIBO PRECOTTO

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Sarà anche appassionante seguire Master Chef, sarà divertente guardare la Clerici o la Parodi che cucinano in tv; ma quando gli italiani devono mangiare, preferiscono sempre più di frequente i piatti pronti. Si risparmia tempo e fatica, la cucina non si sporca, non ci vogliono tante pentole, accessori, mestoli, frullini, scolapasta e teglie.



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I supermercati offrono a questa nuova generazione di pigri tutto il necessario per mangiare senza fatica: insalate già lavate, sushi, zuppe pronte da scaldare pochi secondi nel microonde nella loro apposita confezione, lasagne nella vaschetta che va direttamente in forno. C’è chi non rinuncia alla pastasciutta cotta come Dio comanda, ma utilizzando i sughi pronti: così, mentre la pasta cuoce, il sedicente cuoco può consultare lo smartphone, farsi una doccia, guardare i titoli del TG. Non ci pensa nemmeno di fare un trito di cipolla, soffriggerlo qualche minuto, aggiungere i pelati, oppure sbattere le uova e rosolare il guanciale per fare una carbonara. Le vendite di tramezzini e spuntini confezionati sono aumentate nei primi sei mesi 2016 del 27,9%; quelle delle zuppe, del 45,2%.

Naturalmente tutto questo si paga: il cibo pronto costa molto di più di quello che ci costerebbe se lo cucinassimo noi con le nostre manine. L’industria e la grande distribuzione vanno a nozze con questo nuovo trend.



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Quando non c’è il tempo (o la voglia) di andare al supermercato o quando vogliamo comunque mangiare qualcosa di più sfizioso, allora viene in aiuto la nuova frontiera: quella delle cene da gourmet ordinate via smartphone e consegnate a domicilio. Fino a poco tempo fa si consegnavano a casa solo le pizze, ora arrivano anche gli hamburger, le piadine, la polenta, il carré di maiale con patate o i piatti della cucina giapponese, brasiliana o indiana.

CIBO A DOMICILIO

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Eh sì, mi sento proprio come un panda, io che prendo la mia bilancia da cucina, che peso la farina, il burro; che trito le verdure del soffritto, che dedico un paio d’ore a preparare una minestra di farro.
A mio parere, questa nuova tendenza non porta conseguenze negative solo al portafoglio o alla salute. Le conseguenze sono anche familiari, educative e sociali. Ma di questo parlerò nel prossimo post.

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