Fratel Semeraro torna con un nuovo libro dove affronta due temi scottanti per la Chiesa
Tollerenza zero per i preti con disagi psichici, che compiono abusi sessuali. Allontanandoli dal ministero sacerdotale, ma allo stesso, provandoli a recuperarli come cristiani.
Celibato facoltativa per vivere meglio la propria vita sessuale e aiutare ad arginare gli scandali che hanno dilaniato (e lo stanno ancora facendo) la Chiesa.
Fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino presso la comunità della Visitazione di Rhêmes-Notre-Dame, in Val d’Aosta è l’autore di “Preti senza battesimo?” (San Paolo).
Perché quel titolo
L’autorevole monaco in questo libro lancia fortissime provocazioni. Messaggi diretti al vertice dell’istituzione ecclesiastica, partendo dal tema più scottante: la pedofilia. Ne parla in una intervista a Famiglia Cristiana (6 aprile) in cui spiega, prima di tutto, perché ha deciso di titolare in quel modo il suo libro.
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Sacerdozio “prima” del battesimo
Prete senza battesimo, afferma fratel Semeraro, è «chi non riconosce che il battesimo è il sacramento fondamentale dei discepoli di Cristo e viene prima del sacramento dell’ordinazione sacerdotale. Per alcuni preti, invece, è come se il sacerdozio fosse la cosa più importante, anche talvolta a scapito del battesimo».
La rinuncia
Per esempio «alcuni sacerdoti che si sono macchiati di abusi sessuali o si trovano al centro di scandali, alla domanda su che cosa è più importante, la risposta è: di una cosa sono sicuro, e cioè che voglio essere sacerdote. Ma se l’esercizio del sacerdozio entra in conflitto con le promesse battesimali bisogna avere il coraggio di rinunciare al sacerdozio per restare fedeli al proprio battesimo».
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Pedofilia e disagio mentale
Dietro la pedofilia, prosegue fratel Semeraro, «c’è una persona verso la quale bisogna usare tutta la carità possibile, aiutandola, e alle volte obbligandola, a lasciare il ministero e proseguire il suo cammino nella Chiesa. Se un prete non riesce a trovare un equilibrio psicoaffettivo, deve lasciare il sacerdozio, ma bisogna dargli una possibilità di salvezza e redenzione come battezzato».
“Soccorso” al prete pedofilo
Finora è stato fatto così «solo In parte. Per fare questo però ci vuole una distinzione maggiore tra persona e ministero. Un’enfatizzazione eccessiva sul sacerdozio rischia di creare un paradosso terribile, ossia una volta che uno non è più prete, non è più nulla. Invece resta un battezzato come tutti gli altri».
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La vita sessuale
Una soluzione per approcciarsi più serenamente con il sacerdozio, secondo il monaco benedettino, è rendere facoltativo il celibato. «Bisogna domandarsi come i preti possano vivere in modo armonioso il loro servizio alla Chiesa coniugandolo con la propria vita sessuale e affettiva», premette fratel Semeraro.
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Celibato facoltativo
Il celibato, in tal senso, «dovrebbe essere una scelta nella scelta, il celibato e la verginità sono carismi, che vanno oltre il ministero. Il quale è sentire una vocazione a mettersi a disposizione per servire nella Chiesa, poi è la comunità a decidere che tipo di servizio chiedere a chi si rende disponibile a servire».