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Che cos’è il mistero dell’«apparente impotenza» di Dio?

Crociata, Iraq e guerra santa – fr

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 24/10/17

Quante volte ci domandiamo perché il Signore non interviene in situazione di conflitto e sofferenza tra gli uomini. Il Catechismo lo spiega

L’esercizio della potenza di Dio è «misterioso». «La fede in Dio Padre onnipotente può essere messa alla prova dall’esperienza del male e della sofferenza. Talvolta Dio può sembrare assente ed incapace di impedire il male» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 272).

Gli essere umani cercano di capire perché Dio permette il male e la sofferenza e come lui potrebbe in qualche modo trarre un bene da essi. Solamente alla luce della rivelazione divina possiamo avere una risposta per queste domande.

A spiegarlo è il teologo Thomas Joseph White nella speciale edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica, a cura del Gruppo Editoriale San Paolo, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana.

LA VITTORIA SUL MALE

La chiave di interpretazione dell’apparente impotenza di Dio di fronte al male, spiega White, si trova nell’umiliazione volontaria e nella risurrezione del Figlio di Dio. Dio ha sconfitto il male in un modo misterioso, anzitutto facendosi soggetto al male e soffrendo in solidarietà con gli esseri uomini, come uno che è lui stesso pienamente umano. Ha vinto il male in un modo definitivo per mezzo della vittoria della risurrezione di Cristo, nella glorificazione del suo corpo e della sua anima.




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LA SPERANZA IN CRISTO

San Paolo fa riferimento all’apparente impotenza e alla follia della croce, che in verità rivelano la potenza e la sapienza incommensurabili di Dio Padre (cf 1 Cor 1,24-25; Ef 1,19-22).

La vita cristiana è animata dalla speranza che abbiamo in Cristo crocifisso e risuscitato. In virtù della nostra unione con Cristo nell’amore, persino le nostre sofferenze ora possono essere fonte della vita spirituale nel corpo più grande della Chiesa (cf Col 1,24).

UN’AMICIZIA GENUINA

San Paolo ci assicura che non importa quali mali possiamo incontrare in questa vita, «né morte né vita… né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-39).

L’idea non è che Gesù Cristo vuole sminuire gli uomini. Al contrario, Cristo offre agli uomini che sono veramente limitati, peccaminosi e deboli, la possibilità di un’amicizia spirituale genuinacon uno che è onnipotente e che può dargli la forza per potere tutto (cf Fil 4,13).




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IL “RUOLO” DI MARIA

Dio usa la sua onnipotenza al servizio del suo amore, per unirci persino in mezzo alle nostre debolezze con la potenza redentrice di Cristo crocifisso.

La Vergine Maria è rappresentata qui come modello della fiducia cristiana nella bontà e nell’onnipotenza di Dio. Lei credette alla parola dell’Arcangelo che nulla è impossibile a Dio e visse con questa convinzione non solo per il tempo dell’infanzia e della vita nascosta di Cristo, ma anche nel corso del suo ministero pubblico e nell’ora della sua crocifissione e morte.




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FIDUCIA ASSOLUTA

Fu anche assimilata da Cristo alla potenza della sua risurrezione nel mistero della sua Assunzione nella gloria. La Vergine Maria dimostra la virtù della fiducia assoluta nella potenza di Dio per la sua umiltà, la sua speranza di magnificare Dio e la sua ricezione grata delle iniziative di Dio.

FEDE E RAGIONE

La trattazione del CCC dell’onnipotenza divina termina con una citazione dal Catechismo Romano (I, 2, 13):

«Nulla meglio della persuasione che Dio tutto può fare potrebbe corroborare in noi i sentimenti di fede e di speranza. La ragione, guadagnata la nozione dell’onnipotenza divina, aderirà senza ombra di esitazione a qualunque cosa sia necessario credere, per quanto insigne e mirabile, per quanto superiore alle leggi e all’ordine di natura».

Questo passo implicitamente tocca il rapporto tra fede e ragione rispetto al mistero dell’onnipotenza divina. Da una parte, la credenza nell’onnipotenza di Dio è ragionevole. Dio ha dato l’essere a tutte le cose ed è quindi infinitamente potente.


Dan Brown

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TUTTE LE COSE SONO POSSIBILI A DIO

La rivelazione divina e la ragione naturale possono cooperare armoniosamente. Se consideriamo i misteri rivelati alla luce dell’accettazione razionale dell’onnipotenza di Dio, possiamo vedere che Dio «può in linea di principio» fare le cose attribuite a lui dalla sacra Scrittura.

Le affermazioni del Credo della fede cattolica, quindi, non sono per niente contrarie alla ragione naturale. Dio può incarnarsi come persona, resuscitare i morti, fondare la Chiesa, preservarla dall’errore e cambiare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Se crediamo in Dio, possiamo vedere che tutto ciò che la fede cattolica afferma è razionalmente fattibile in linea di principio, perché Dio veramente esiste e perché veramente «tutte le cose sono possibili a Dio».




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