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Perché si benedice l’acqua e si impongono le mani sull’indemoniato?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 13/04/17
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Perché avvengono questi riti durante un esorcismo?

Ce lo spiegano Silvio Zonin e Alberto D’Auria in “Il graffio di Satana: percorsi di liberazione” (Sugarco edizioni).

L’imposizione delle mani si trova nel DESQ (De exorcismis et supplicationibus quibusdam, Rituale Romano promulgato da Papa Giovanni Paolo II, 1999) ed è un gesto tipico della pratica esorcistica.

LA REGOLA DEL LIBELLO

Quando l’esorcista riceve l’ordinazione, secondo il IV Concilio di Cartagine riceve dalle mani del vescovo il libello in cui sono scritti gli esorcismi, con queste parole: «Ricevilo e imparalo a memoria, e abbi la potestà di imporre le mani sopra l’energumeno, sia battezzato che catecumeno».



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SENSO ANTI-DEMONIACO

Si tratta di un gesto che esprime anche la potestas e l’imperium di cacciare i demoni. Anzi gli esorcisti sono chiamati spirituales imperatores per cacciare i demoni dai corpi degli ossessi. Anche nell’unzione dei malati, l’imposizione della mano ha un fortissimo senso antidemoniaco. La troviamo sugli audientes dopo l’insufflazione e l’esorcismo, per significare la santificazione dell’anima nel suo aspetto positivo.

Il rito di esorcismo, dunque, si riallaccia al catecumenato ed è implorazione allo Spirito Santo perché rinnovi la sua azione su chi è ritenuto influenzato dallo spirito del male.



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TRE SIGNIFICATI

La benedizione dell’acqua è nel DESQ al n. 43. I significati simbolici dell’acqua si possono ridurre a tre fondamentali: sorgente di vita, mezzo di purificazione, centro di rigenerazione. Ma prima deve essere benedetta.

L’antica preghiera sull’acqua del Gelasiano, tuttora in uso nel Rituale Romano, ha un doppio aspetto: la liberazione dall’influsso demoniaco e l’invocazione epicletica (cioè la parte della Preghiera Eucaristica in cui il celebrante, a nome della Chiesa, implora la potenza dello Spirito Santo, affinché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo).


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L’INFLUENZA DI SATANA

L’origine di questa doppia azione è giustificata dalla concezione che Satana influisce sull’uomo e sul mondo inorganico – tra cui l’aria e l’acqua – e sulla necessità di neutralizzarne l’azione mediante la preghiera. Don Romano Guardini in una sua riflessione dice: « Nella natura, in tutta la sua ricchezza e bellezza, vi è anche il male, il demoniaco. La città intontitrice delle anime ha reso l’uomo ottuso al punto ch’egli spesso non ha più senso per questo. La Chiesa però non lo ignora e “purifica” l’acqua da ogni elemento contrario a Dio, la “consacra” e prega Dio che la renda strumento della sua grazia».



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IL MISTERO PASQUALE

In tal senso, la Costituzione Liturgica ci regala una splendida affermazione: «Così la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali fa sì che ai fedeli ben disposti sia dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo… » (SC 61).

La forza redentrice del Mistero Pasquale e l’energia santificante dello Spirito Santo penetra così in tutti gli strati della creazione. Anche nelle stalle, nei campi e contro gli animali nocivi, secondo le antiche e dimenticate “benedizioni deprecatorie”.



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