Continua la nostra inchiesta sugli albori della Pasqua, nel suo passaggio dal mondo ebraico a quello cristiano
Il mistero di Gesù è tutto in una maiuscola. Durante l’Ultima Cena l’agnello consumato dagli ebrei nel giorno della loro Pasqua diventa l’Agnello di Dio, che offre il suo sangue per la salvezza degli uomini. E quella festività, che per gli ebrei nasceva come saluto al primo raccolto di frumento e solo successivamente si era legata alla liberazione dalla schiavitù in Egitto, da quella notte si legherà per sempre alla morte e Resurrezione di Nostro Signore. Pasqua è anche un’occasione, dunque, per ricordare come la nostra fede abbia emesso i suoi primi vagiti nella culla dell’Ebraismo. Ripercorrere le tappe di quella transizione, dalla tradizione dell’agnello a tavola all’istituzione della domenica come giorno della festa, vuol dire riscoprire chi siamo e da dove veniamo. Oggi ci aiuta in questo un altro importante biblista, padre Bernardo Estrada, Ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università della Santa Croce.
Padre Estrada, perché Benedetto XVI insisteva sul fatto che Gesù non avrebbe consumato agnello durante l’Ultima Cena?
Estrada: In quello che si chiama l’Ordine della cena della Pasqua tra gli ebrei, l’agnello occupa un posto importantissimo, insieme al pane azzimo. Però papa Benedetto XVI in quell’Omelia del giovedì santo del 2005, quando parlava di quella celebrazione, aveva questa posizione: poiché c’è una differenza di date tra i tre primi Vangeli, quelli di Matteo, Marco e Luca, e il quarto, quello di Giovanni, il quale racconta che la Pasqua è capitata un giorno dopo, cioè di sabato e non di venerdì, come sostenevano gli altri tre, allora questo dimostrava l’utilizzo di un calendario nuovo da parte di alcuni ebrei, del calendario degli esseni, che abitavano nel Deserto di Giuda e che erano noti come comunità di Qumran. Quello che si sa è che non tutti gli Esseni facevano parte di Qumran, ma di certo tutti i membri della comunità di Qumran erano Esseni. Ora, costoro adottavano un calendario un po’ diverso rispetto a quello ufficiale ebraico, basato sul calendario lunare, dove i mesi erano composti da 28 giorni. In realtà, in alcuni documenti i Qumran sono associati ad un calendario lunare, in altri a quello sociale: non si sa dunque esattamente quando applicavano l’uno e quando applicavano l’altro. Sulla base di questo ci sono i presupposti per dire, ed è quello che sosteneva Benedetto XVI, che effettivamente la Pasqua si sarebbe celebrata prima. Ma va ricordato che nel libro Gesù di Nazareth la sua posizione è un po’ diversa rispetto a quella dell’Omelia: si vede che Benedetto XVI ci ha ripensato, poiché afferma che Gesù celebrò una cena di tipo pasquale, anche se non si trattava della cena pasquale.