Oppure una notizia un po' gonfiata? In ogni caso vale la pena vigilare
Non sono moltissime le informazioni circa quella che sembra essere una delle nuove tendenze sui social nell’ambito degli adolescenti, cioè il gioco “social” che porta i ragazzi al suicidio. Il nome, Blue Whale, deriva dal fenomeno di spiaggiamento delle grandi balene in giro per il mondo, un fenomeno che apparentemente assomiglia al suicidio per questi grandi cetacei ma che gli etologi non hanno ancora definito in modo concreto. I ragazzi come cetacei dunque, che volontariamente si spiaggiano, cioè si suicidano.
Sebbene il sensazionalismo sia sempre in agguato tra i media, specie alcuni tabloid inglesi o nel web, le autorità sono legittimamente preoccupate dalla morte di circa 150 adolescenti a seguito di comportamenti che sembrano abbastanza standardizzati, se a questo si aggiunge la confessione dell’ideatore, Philipp Budekin un giovane studente 22enne, russo, di psicologia che le autorità avrebbero collegato ad almeno 15 di questi suicidi:
«Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società» – ha spiegato il giovane durante un interrogatorio – «Ho fatto morire quelle adolescenti, ma erano felici di farlo. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza» (Messaggero).