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Possiamo assaporare la felicità senza avere paura di perderla?

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iordani | Shutterstock

Edifa - pubblicato il 28/10/19

“Troppo bello per essere vero!”. Questa è spesso la nostra reazione quando va tutto bene nella nostra vita (fin troppo bene, secondo noi), come se la felicità ci spaventasse e volessimo scongiurare un brutto destino, immaginando il peggio per non rimanere delusi. Ma perché abbiamo così paura di essere felici? Come possiamo liberarci da questa sensazione di timore? 

di Christine Ponsard 

Dio ci ha creato perché possiamo essere felici. La sofferenza rimane quindi uno dei più grandi misteri della nostra vita. La fede, in un certo senso, rende questo mistero ancora più opaco: se Dio non esiste, la sofferenza è inevitabile, ma se Dio è amore, come può tollerarla? Allora potremmo essere tentati di barattare con Dio dicendogli: “Ti do questo se Tu mi dai quello”, come se si trattasse di ammaestrare una specie di divinità onnipotente, pronta a farci del male. Ma Dio è nostro Padre: non desidera la nostra infelicità e ci libera sempre dal male, qualunque sia il suo volto o aspetto. Lui, più di chiunque altro, vuole che siamo felici, e nessuno, al di fuori di Lui, può renderci profondamente tali.

Avendo timore di una prossima eventuale sciagura, tendiamo a diffidare di Dio e invece di riporre la nostra fiducia in Lui, la riponiamo in altri tipi di credenze. Non osiamo abbandonarci totalmente nelle sue mani e affidargli tutto, le persone che amiamo e ciò che ci sta a cuore, perché abbiamo paura che se ne “approfitti”. Naturalmente, Dio se ne “approfitta” di ciò che gli affidiamo, ma ne fa buon uso, non per Lui, ma per noi. Non per privarci di qualcosa, come cerca di persuaderci astutamente il nemico, bensì per liberarci. Quando rimaniamo aggrappati alla felicità, non la assaporiamo veramente perché la nostra paura di perderla ci invade.


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Lasciarsi guidare da Dio 

Se mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio, questo non ci impedirà di vivere periodi di sofferenza o di difficoltà, ma non avremo più paura della notte. “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Salmo 22). Il Signore ha grandi progetti per i suoi figli: non vuole darci semplicemente qualche briciola di felicità, ma vuole colmarci della Sua felicità. Questa felicità non è di questo mondo, ma ci è fatta assaporare, attraverso la sofferenza, già in questo mondo.

Più siamo capaci di accogliere la vera felicità, più siamo felici in profondità. Tuttavia, quando va tutto bene, può capitare di perdere il desiderio di questa vera felicità, e di accontentarci di qualche felicità effimera e passeggera che non ci soddisferà mai veramente. Ma se cerchiamo la vera felicità, Dio si unirà a noi anche nei momenti più oscuri e difficili della nostra vita, e ce la offrirà. È una strada misteriosa, che contraddice tutte le nostre idee sulla felicità: è la Via Crucis. Ma questa via conduce sempre alla Resurrezione.

Quando la nostra felicità sulla Terra è come un riflesso della felicità del Cielo, il nemico ci sussurra: “È troppo bello per durare”. Ma è vero il contrario: è il male che è “troppo brutto per durare”. Non soffochiamo in noi stessi il desiderio di felicità infinito. Cerchiamo di renderci disponibili a ciò che Dio vuole offrirci: è molto bello ed è troppo bello per finire!


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