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Sei una mamma che lavora? gli errori da evitare con i figli

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 12/11/21
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Ad una mamma che lavora fuori casa purtroppo capita spesso di sentirsi in difetto con i figli, specialmente se piccoli. Ma attenzione: dire loro sempre di sì a causa dei sensi di colpa può essere pericoloso

Sul numero di ottobre del mensile di psicologia e neuroscienze Mind troviamo un interessante articolo della professoressa Anna Oliverio Ferraris - docente di Psicologia dello sviluppo alla «Sapienza» Università di Roma.

In esso si analizzano le dinamiche familiari che si attivano tra genitori e figli quando la mamma lavora fuori casa.

Cosa provano i figli quando la mamma lavora?

Le ricerche che sono state condotte al riguardo hanno evidenziato come i figli delle donne occupate desiderano che la mamma passi più tempo con loro, ma il fatto che lavorino non rappresenta in sé un fattore di turbamento.

Anzi spesso ne parlano con orgoglio con amici e compagni.

Il lavoro della madre all’esterno della casa diventa per loro un fatto normale a patto che i genitori lo considerino tale. 

PARENTING

Quando nascono i problemi? Quando i genitori vanno “a mille” imponendo ritmi inaccettabili e stressanti per i figli; quando essi, ed in particolare la mamma, dividono troppo nettamente sfera familiare e lavorativa come fossero due mondi assolutamente separati; quando non si ritagliano momenti, più o meno lunghi, piacevoli e spensierati da vivere tutti insieme. 

Sì alla mamma che lavora ma no alla fretta con i figli

La fretta non dovrebbe condizionare il rapporto con i figli specie i più piccoli. I bambini sviluppano uno stato di tensione che causa il manifestarsi di capricci e resistenze apparentemente incomprensibili. Non lo sono: tali manifestazioni sono di fatto dovute all’imposizione di tempistiche inaccettabili per i minori. 

I figli sono estremamente sensibili alla temperatura emotiva dei genitori, percependone gli stati d’animo specie se negativi.

Per questo di fronte ad una madre o un padre stressati tendono ad astenersi dal comunicare i propri problemi o le loro osservazioni su quanto accade attorno a loro.

Ciò comporta un deficit comunicativo che può riguardare anche aspetti rilevanti dei vissuti infantili. Per questo motivo, quando gli adulti rientrano a casa, è buona norma che si mostrino il più possibile rilassati.

L'errore da evitare: diventare troppo permissivi a causa dei sensi di colpa

Avere un'idea non troppo generica del lavoro svolto dai genitori aiuta i piccoli a dare un senso alle ore in cui i grandi non sono a casa, per cui parlarne con loro ogni tanto e magari fargli visitare, se possibile, il luogo in cui operano si rivela molto positivo per creare un ponte fra i due mondi.

Uno dei maggiori rischi che corrono i genitori che lavorano entrambi è quello di diventare permissivi con i figli a causa di malcelati sensi di colpa.

Una equilibrata responsabilizzazione con affidamento di compiti domestici alla loro portata rappresenta l’atteggiamento più fruttuoso.

I figli devono sentire che, anche se lontani fisicamente, i genitori li guidano, che essi sono il primo pensiero “nella testa di mamma e papà”, non assillati ma sempre seguiti.

Questo dà loro un senso di sicurezza e li aiuta a comportarsi in modo responsabile, imparando ad ascoltare e riflettere e non solo, egoisticamente, a chiedere ed esigere.

Quando la mamma lavora vorrebbe dire sempre sì, ma è pericoloso

Dire sempre sì per sensi di colpa o stanchezza determina un pericoloso clima di lassismo assolutamente nocivo per l’educazione dei minori. D’altra parte dire sempre no per rigidità o allarmismo non giustificato si rivela altrettanto deteriore.

Questa tendenza genitoriale non favorisce la fiducia in se stessi e lo sviluppo graduale dell’autonomia, scoraggiando i necessari comportamenti esplorativi e le iniziative personali.

Con i più piccini il lavoro part-time per i primi anni e il ricorso allo smart working possono rappresentare per le mamme ottime soluzioni. Permettono con non pochi sacrifici di contemperare famiglia e lavoro nell’interesse primario dei figli. Per loro una maggiore vicinanza fisica con la madre, se possibile, è essenziale.