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Padre Dabusti: “Come ho presenziato al miracolo di Giovanni Paolo I”

MIRACLE
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Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 26/10/21
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Il sacerdote argentino, che ha proposto alla mamma della piccola Candela di invocare l'intercessione di Papa Luciani, afferma che prega il futuro beato da più di 43 anni

“Roxana è stata una madre coraggiosa che non si è mai separata dalla Croce di sua figlia Candela”, ha affermato padre José Dabusti, che ha proposto alla signora Roxana, mamma di Candela Giarda, di invocare Giovanni Paolo I perché intercedesse per la salute di sua figlia il 22 luglio 2011, la notte in cui secondo i medici la bambina sarebbe morta.

La guarigione miracolosa di Candela, che soffriva di una forma grave di encefalopatia, avrebbe permesso che Papa Albino Luciani sia dichiarato beato. Il decreto è stato autorizzato da Papa Francesco il 13 ottobre scorso.

Padre Dabusti, 56 anni di cui 30 di sacerdozio, attualmente parroco della chiesa di Nuestra Señora de las Mercedes nel quartiere di Belgrano di Buenos Aires (Argentina), ha raccontato ad Aleteia alcuni dettagli del miracolo e della sua devozione per Giovanni Paolo I.

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Il presbitero ha scelto il “Papa del sorriso” perché intercedesse per la salute della piccola Candela perché da quando aveva 13 anni porta “nella memoria e nel cuore la figura, la persona e la testimonianza di allegria” del Papa che è stato sul soglio di Pietro per appena 33 giorni.

Dabusti era adolescente nel 1978, ed è rimasto colpito quando Albino Luciani è stato eletto Papa. Fin dall'inizio ha ammirato “la sua profonda umiltà, la semplicità che ha dimostrato nel suo sacerdozio e nella sua persona”.

L'affetto per Giovanni Paolo I

Il parroco ricorda che dopo la morte del 263° successore di Pietro ha sviluppato “un profondo affetto, una devozione” nei suoi confronti, e dice che questo lo ha sempre portato ad affidarsi a lui “crescendo e discernendo la vocazione sacerdotale”. 

“Nella mia tappa di formazione, ho avuto anche la possibilità di dire alla gente che andava a Roma di pregare davanti alla tomba di Giovanni Paolo I perché io fossi un bravo sacerdote”.

Padre Dabusti ammette però che al di là della sua devozione “sono contate le volte in cui ho chiesto a qualcuno di invocare Giovanni Paolo I, anche quando erano già allo studio le sue virtù eroiche”.

La chiamata

Il sacerdote ha ricordato come si sono svolti i fatti dle 22 luglio 2011. “Quando Candela era ricoverata alla Fondazione Favaloro con un quadro clinico molto grave, la mamma è andata alla parrocchia di Nuestra Señora de la Rábida, di cui all'epoca ero parroco, e mi ha chiesto di far visita a sua figlia, che era in terapia intensiva nel reparto di Pediatria”. 

In seguito, ha parlato del momento della richiesta di intercessione al futuro beato:  “Sono andato a pregare con Roxana e c'erano altre infermiere, abbiamo pregato tutti insieme, abbiamo messo la mano sul corpicino di Candela e lì le ho proposto di pregare per intercessione di Giovanni Paolo I per la guarigione”.

La mamma della piccola non sapeva chi fosse Papa Albino Luciani, e allora padre Dabusti le ha spiegato brevemente i motivi per cui Giovanni Paolo I poteva aiutarli in quella situazione disperata. “È stata una preghiera spontanea, un'ispirazione, che è nata dal cuore”.

JOSE DABUSTI

Il miracolo

“La notte stessa del 22 luglio 2011 si sono manifestati i primi segnali di miglioramento, e la mattina successiva era ancora lì” quando i medici dicevano che sarebbe morta prima che spuntasse il sole. “Giorno dopo giorno è migliorata, l'hanno estubata, è uscita dalla terapia intensiva”.

“I medici dicevano che Candela sarebbe rimasta in stato vegetativo o con profonde lesioni cerebrali”. Prima del miracolo il quadro clinico era molto grave, caratterizzato da numerose crisi epilettiche quotidiane e uno stato settico provocato da una broncopolmonite.

Anche se una commissione teologica e medica ha considerato il caso inspiegabile per la scienza, le voci scettiche non tacciono. “Credo che sia la scienza che la fede ci dimostrino sempre più come procedano mano nella mano”, perché “imparano sempre più a dialogare e ad essere complementari”, ha affermato padre Dabusti.

La scienza

La scienza scopre “che le risposte definitive non sono sempre lì, che Dio agisce con la scienza e oltre. Spesso, per dirla così, Dio compie i miracoli attraverso i progressi scientifici”.

Persone scettiche rifiutano anche l'idea che Dio usi “intercessori” per realizzare miracoli. “Dio stesso decide di farsi uomo come noi. Lì ci mostra il valore dell'essere umano. Per questo, come l'essere umano può essere solidale sulla Terra, l'intercessione di questi uomini e queste donne che sono già passati alla casa del Padre è molto preziosa. Crediamo nella comunione dei Santi”.

Ma perché Dio ha bisogno di intercessori?

“Dio può agire direttamente, non ha bisogno di intercessori, altrimenti non sarebbe Dio... Dio vuole usare intercessori sulla Terra e in cielo”.

Il sacerdote ha parlato con medici agnostici quando studiavano il caso della guarigione di Candela. “Dicevano quello che pensavano, ma si aprivano a vedere che c'erano cose molto impressionanti nel recupero della bambina. Era stato qualcosa di scientificamente imprevedibile”.

“Io guardavo il corpo di Candela dal lato sinistro del letto e sua madre stava al lato destro con delle infermiere”. Padre Dabusti ricorda la forza con cui si implorava a Dio per la salute della bambina.

“È ovvio che mi commuovesse la sofferenza dopo tanti mesi. È questo che muove Dio, e non si immagina neanche la forza e la fede della madre (Roxana) che ha ottenuto il miracolo da Dio per intercessione di Giovanni Paolo I”.

Papa Giovanni Paolo I

Il pontificato di Giovanni Paolo I è stato il più breve della storia, durando appena 33 giorni. Finora è stato l'ultimo Papa italiano. L'anno della sua nascita, le cronache riferiscono del passaggio di tre Papi in Vaticano. È stato il primo vescovo di Roma a nascere e a morire nel XX secolo.

“Si è trattato di un pontificato breve, ma è stato profetico, perché è stato il chicco di grano caduto a terra e morto per dare frutto nei pontificati successivi, da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI a Francesco. Profili distinti e complementari”, ha osservato padre Dabusti.