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Sapevate che Papa Luciani era devoto alla “Madonna…della Scopa”?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/10/21

Aneddoti sull'infanzia di Albino Luciani, vissuta a Canale d'Agordo, in Veneto. La sua famiglia era povera. Ma lui era comunque felice e si accontentava di poco

Un’infanzia povera, piena di sacrifici ma anche di tante piccole soddisfazioni: è quella che ha vissuta il prossimo beato Albino Luciani (Canale d’Agordo, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978), conosciuto come Papa Giovanni Paolo I. 

Simpatici aneddoti sull’infanzia di Papa Luciani, che rendono bene l’idea di questa vita povera ma felice, sono riportati da Nicola Scopelliti e Francesco Taffarel nel libro “Lo stupore di Dio – Vita di Papa Luciani” (edizioni Ares).

Il cappellino che vola via

Il piccolo Albino Luciani era solito alzarsi presto, per andare con la mamma a falciare l’erba sui monti, camminando per un bel tratto di strada con gli occhi chiusi per il sonno e tenendola per mano. Avendo ricevuto in dono un cappellino, lo porta con orgoglio. Ma un giorno, sul crinale di una montagna, una folata di vento glielo porta via e lui a rincorrerlo lungo il pendio, finché, desolato, lo vede scomparire lontano, nella valle. Rimane a guardare con gli occhi umidi di pianto, alzandoli ogni tanto verso quelli della mamma.

Papa Giovanni Paolo I

La Madonna della scopa 

Papa Luciani ricordava ancora che la madre, dopo la Messa, tornava frettolosa a casa e accendeva il fuoco, talvolta con la legna bagnata, che mandava fumo, poi spazzava la cucina, riassettava i letti, lavava la biancheria, le scodelle e preparava il pranzo. E questo gli farà dire:

«Io sono devoto alla Madonna… della scopa, delle scodelle».

Le caramelle

Da vescovo, Albino Luiani quando andava a trovare i famigliari a Canale d’Agordo, diceva sempre al suo segretario:

«Porta le caramelle ai nipotini, compra il gelato e poi accompagnali a fare un giretto in macchina fino al Passo San Pellegrino».

Al ritorno, vedendoli contenti, diceva sorridente:

«Quanto fortunati siete voi! La macchina… i gelati… la gita… Se fosse qui nonna Bortola!».

Albino Luciani, d’altro canto, si accontentava di poco durante la sua infanzia: per lui, era come trovare un tesoro scoprire, sotto l’albero di Natale, un paio di scarponcini nuovi o la borsa per la scuola, ricamata dalla mamma, una matita colorata, vedere il piccolo circo con la scimmietta, o sentire il suono delle campane, dell’organo nella chiesa di San Giovanni, «che ci accoglieva “come un re”, quando vi entravo e sentivo il canto nelle feste grandi!».

I libri di scuola

Ma l’infanzia di Papa Luciani fu anche felice. Raccontava al riguardo:

«Il Signore manda il freddo secondo i piani… e io mi divertivo con poco, la fede in Dio, la preghiera, l’andare in chiesa addolcivano le mie giornate, il levarsi quando ancora fuori faceva scuro… il camminare con gli occhi chiusi e con la mano in quella della mamma… e si era contenti anche nelle giornate critiche, anche quando le fatiche materiali ininterrotte, minute, monotone, sembrano rompere la schiena, svegliando rimpianti e richiamando agli occhi lagrime… e questo era fortezza cristiana, che non impedisce di vedere acuto e lontano…»

«Tutti noi di casa avevamo sempre il sorriso sulle labbra ed abbiamo conosciuto l’infanzia più spensierata e gioiosa. La nostra famiglia aveva poco, assai poco denaro. Ma c’era una certa dignità e la mamma trovava sempre il modo di avere il denaro per comperare i libri di scuola».

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