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“La volpe perde il pelo ma non il vizio”, disse Papa Luciani al “suo” vescovo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/10/21

Aneddoti sul "Papa del sorriso", che durò al soglio di Pietro soli 33 giorni. “Padre Santo posso dire che ho parlato con Lei per telefono?”. “Sì, sì dica che l’ho chiamata io al telefono”

Sono trascorse meno di 24 ore dall’elezione di Papa Luciani, avvenuta il 26 agosto 1978. Il pontefice, che durò al soglio di Pietro soli 33 giorni, riceve la telefonata di un caro amico, monsignor Maffeo Ducoli (1918-2012), nominato vescovo delle diocesi di Belluno e Feltre il 7 ottobre 1975. 

Papa Luciani – prossimo beato dopo che Papa Francesco il 13 ottobre 2021 ha riconosciuto un miracolo per sua intercessione – è originario di Canale d’Agordo, un paesino del bellunese che ricade nella diocesi guidata da monsignor Ducoli.

E’ per questo che Ducoli ha pensato di fargli un omaggio, e vuole informarlo chiamandolo in Vaticano, dove si trova da quando è stato eletto Papa.

Questo aneddoto, che evidenzia la semplicità e la bontà di Albino Luciani, è riportato da Nicola Scopelliti e Francesco Taffarel nel libro “Lo stupore di Dio – Vita di Papa Luciani” (edizioni Ares). Ecco il contenuto di quella simpatica telefonata.

“Il Papa è in cappella, sta pregando”

Nel pomeriggio del 27 agosto 1978 monsignor Ducoli si reca a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani, per celebrare la Messa di ringraziamento della sua elezione avvenuta il giorno prima.

«Chiesi per telefono al segretario don Diego di domandare al nuovo Papa se potevo portare la sua benedizione ai fedeli». Risposta: “Il Papa è in cappella, sta pregando”. “Se possibile – insistette mons. Ducoli – fammi avere la risposta presto, perché a Canale molta gente mi attende”. Dopo una decina di minuti, squilla il telefono. Don Diego: “Le passo il Patriarca”, ma subito si corregge: “Le passo il Santo Padre”. 

Papa Luciani

La telefonata 

La telefonata tra il pontefice e il vescovo inizia così:

“Vede – dice Papa Luciani – la volpe cambia il pelo (vestito), ma non il vizio (di telefonare)”. “Padre Santo, a Belluno c’è gioia incontenibile, perfino il batacchio di una campana della Cattedrale è caduto a forza di suonare”. “Io questa notte non ho dormito. Perché hanno eletto me, dovevano eleggere uno più bravo di me. Pregate tanto per me”. “Tutto il mondo prega per il nuovo Papa, ma evidentemente, questa sua benedizione ai fedeli riuniti a Canale per la Messa di ringraziamento?”. “Sì, sì a mio fratello, a mia sorella, ai parenti e amici, a tutti. Preghino per me”. 

“Dica che l’ho chiamato io al telefono”

A questo punto, osserva il vescovo di Belluno, «mi nasce il dubbio. La gente si domanderà se sono realmente autorizzato a partecipare la benedizione del Papa. Pertanto, chiedo: “Padre Santo posso dire che ho parlato con Lei per telefono?”. “Sì, sì dica che l’ho chiamato io al telefono”».

Queste parole rivelano, ancora una volta, la semplicità e lo stile di vita di Papa Albino Luciani che gli autori del libro “Lo stupore di Dio” mettono bene in rilievo nel riferire i colloqui con la gente, le omelie, gli aneddoti del loro vescovo.

Il Papa del catechismo

Ancora mons. Ducoli: «Ricordo che durante la Sede vacante, alla vigilia del Conclave, un Cardinale mi chiese: “Tu che cosa pensi del card. Luciani”. Risposi: “Se lo fate Papa, i discorsi alle Udienze generali del mercoledì saranno una catechesi semplicissima, stupenda”. Così è stato nei 33 giorni del suo pontificato.

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