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Papa Francesco ha affidato una “missione” al regista Martin Scorsese

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/10/21
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Lo ha rivelato l’esperto di cinema e scrittore Antonio Monda. “Il frutto di questo suggerimento è una serie di interviste andate in onda su Netflix”

Era il 21 ottobre 2019, quando il regista americano Martin Scorsese incontrava Papa Francesco per la terza volta. Ma a differenza dei due incontri precedenti, questa volta è il Papa che sollecita di vederlo perchè ha intenzione di affidargli una “missione”.  

Antonio Monda, scrittore e cinefilo della “Film and Television Department” della New York University, ne ha parlato in una intervista alla trasmissione di Rai1 “Oggi è un altro giorno” (10 ottobre).

«Scorsese era a Roma voleva visitare i Giardini vaticani insieme alla famiglia - ricorda Andrea Monda -. Mio fratello Andrea (direttore de L’Osservatore Romano ndr) organizzò tutto. Però mi disse di arrivare puntualissima alle 9, alla Porta Angelica, per una questione di sicurezza. Così arrivammo puntualissimi. Ma ci fu un cambio di programma improvviso: il Papa voleva incontrare Scorsese, ma noi eravamo presi in contropiede, non eravamo pronti…ma come si fa a dire di no ad un incontro col Papa?». 

Così Monda, con la famiglia di Scorsese raggiunse il Papa. «Si erano già visti due volte, e anche in questa occasione hanno subito trovato un’intesa, parlando di Fedor Dostoevskij,  comune passione dell'uno e dell'altro, che con i suoi romanzi fa da sfondo all'opera del regista di Meanstreets e di Silence».

«Alla fine di questo incontro – continua Antonio Monda – il Papa gli suggerisce di pensare a qualcosa che può funzionare anche su un piano della comunicazione di alcuni valori. Il frutto di questo suggerimento è una serie di interviste andate in onda su Netflix, tra cui un’intervista della figlia di Scorsese, Francesca, al padre» (Il Sussidiario, 11 ottobre).

Martin Scorsese aveva parlato con il Papa anche il 25 novembre 2018, durante l'incontro "Sharing the wisdom of time / La Saggezza del Tempo": «Santo Padre - aveva detto Scorsese - sono cresciuto nei quartieri periferici di New York. Lì c'è la cattedrale di San Patrizio. Ho passato tanto tempo in quella chiesa. Fuori, le cose erano molto diverse. Da bambino ho capito che le sofferenze che vedevo non erano in televisione o nei film. Nella strada c’ era una verità e in chiesa c’era un’ altra. E’ stato molto, veramente molto difficile metterle insieme...».

Papa Francesco disse al regista americano che bisognava «agire», rispetto alla crudeltà da cui derivava quella sofferenza manifestata da Scorsese. In che modo? 

Con «la saggezza del piangere, il dono del piangere. Davanti a queste violenze, a questa crudeltà, a questa distruzione della dignità umana, il pianto è umano e cristiano. Chiedere la grazia delle lacrime, perché il pianto ammorbidisce il cuore, apre il cuore. E’ fonte di ispirazione, piangere. Gesù, nei momenti più sentiti della sua vita, ha pianto. Nel momento in cui Lui ha visto il fallimento del suo popolo, ha pianto su Gerusalemme. Piangere. Non abbiate paura di piangere per queste cose: siamo umani».

Poi, «condividere l’ esperienza, e torno a parlare del dialetto e dell’empatia. Condividere l’ esperienza con empatia, con i giovani: non si può avere una conversazione con un giovane senza empatia. Dove trovo questa empatia? Non condannare i giovani, come i giovani non devono condannare gli anziani, ma avere l’ empatia: l’ empatia umana. Io me ne vado perché sono vecchio, ma tu rimarrai, e questa è l’ empatia della trasmissione dei valori».

E infine con «la vicinanza. La vicinanza fa miracoli. La non-violenza, la mitezza, la tenerezza: queste virtù umane che sembrano piccole ma sono capaci di superare i conflitti più difficili, più brutti. Vicinanza, come Lei forse da bambino si è avvicinato a questa gente con tante sofferenze, e forse da lì ha incominciato a prendere la saggezza che oggi ci fa vedere nei Suoi film» (Famiglia Cristiana, 25 novembre 2018).

Papa Francesco, il 30 novembre 2016, ha ricevuto in Vaticano, per la prima volta, Martin Scorsese. Il regista americano era a Roma per presentare in anteprima il suo ultimo film sui martiri giapponesi 'Silence'. Con il regista, la moglie e le due figlie, insieme al produttore del film e consorte. 

Gli ospiti erano accompagnati da mons. Dario Viganò, allora Prefetto della Segreteria per la Comunicazione. «L’incontro - spiegava una nota della Sala Stampa vaticana - è stato molto cordiale ed è durato circa quindici minuti. Il Papa ha raccontato ai presenti di aver letto 'Silenzio', il libro che ha ispirato l'ultimo film del regista. Ha quindi parlato della 'semina' dei gesuiti in Giappone e del 'Museo dei 26 Martiri’». 

Al momento dello scambio dei doni, il regista ha donato al Pontefice due quadri legati al tema dei 'cristiani nascosti’. «Uno di questi - si leggeva sempre nella nota della Sala Stampa vaticana - raffigura un'immagine molto venerata della Madonna, opera di un artista giapponese del Settecento. Il Papa ha offerto agli ospiti alcuni rosari».