Un sisma, un’ondata di choc, un cataclisma… Le parole non sembrano sufficientemente forti per definire quel che la Chiesa si appresta ad attraversare in Francia nei prossimi giorni. Martedì 5 ottobre 2021 la Commissione indipendente di fare luce sugli abusi sessuali commessi nella Chiesa (Ciase) a partire dal 1950 fino a oggi deve pubblicare il proprio rapporto. Quante vittime? Quanti preti aggressori? Come si è comportata la Chiesa? Che cosa resta da fare? Nessuno ha ancora letto questo documento ponderoso (pare si tratti di 2.500 pagine), ma ognuno vi si prepara, tanto l’argomento è doloroso e le cifre anticipate spaventose.
Presieduta da Jean-Marc Sauvé e composta da una ventina di membri, la commissione ha lavorato per quasi tre anni alla realizzazione di questo documento composto di un rapporto generale (stato dei luoghi del fenomeno, analisi delle azioni condotte dalla Chiesa di fronte agli abusi sessuali, raccomandazioni) e accompagnato da allegati, tra cui un’importante silloge di testimonianze di vittime. E lo “stato quantitativo del fenomeno” si annuncia agghiacciante.
Facendo il punto della situazione a marzo, Jean-Marc Sauvé aveva stimato nell’ordine di «almeno 10.000» il numero delle vittime di aggressioni sessuali commesse da chierici su minori o su persone maggiori vulnerabili (in condizione di sudditanza spirituale o vittime di abuso di autorità…) a partire dal 1950. Una cifra «da ritoccare necessariamente al rialzo» nelle conclusioni del rapporto, assicurano diversi conoscitori dello spinoso dossier. Ci sono stati «tra i 2.900 e i 3.200 pedocriminali», ha assicurato Jean-Marc Sauvé domenica 3 ottobre all’AFP. «Una stima al ribasso», da riportare a una popolazione generale di 115mila preti o religiosi nel complesso.
Intervistato da Aleteia nel 2019, Jean-Marc Sauvé già confidava:
Abusi terribili che risultano duplicati, nel quadro ecclesiale, dai rispettivi abusi spirituali:
Frasi che lasciano presagire un rapporto senza sconti e imparziale. Suor Véronique Margron, presidente della Conferenza dei religiosi e religiose di Francia (Corref), che ha commissionato il rapporto insieme con la Conferenza dei Vescovi di Francia (CEF) ha reagito in questi termini:
Da parte sua, mons. Éric de Moulins-Beaufort, presidente della CEF, ha dichiarato a margine della visita ad limina dei vescovi francesi:
L’arcivescovo di Reims ha raccontato di aver approfittato dell’udienza privata con il Papa per consegnargli una nota speciale su questo rapporto che rischia di provocare una deflagrazione nella Chiesa in Francia. Il Papa reagirà pubblicamente al rapporto?
Senza poter dire se papa Francesco si pronuncerà dopo la pubblicazione, ha semplicemente sottolineato che il giorno dopo si terrà, come ogni mercoledì, un’udienza generale. Ci si potrebbe attendere, magari a margine della catechesi, una reazione del Pontefice.
Preti, religiosi, laici impegnati e più largamente l’insieme dei fedeli dovranno far fronte, nelle prossime settimane, all’orrore che questo rapporto dovrà rivelare. Mons. Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen, ha dichiarato ad Aleteia:
Il padre gesuita Thierry Dobbelstein, assistente del provinciale francofono per l’Europa occidentale e incaricato per l’accoglienza e l’ascolto delle vittime di abusi sessuali, ha rincarato la dose:
Responsabile della pastorale giovanile e vocazionale, padre Vincent Breynaert ha indirizzato alle équipes pastorali con responsabilità presso i giovani una lettera per invitarle ad accogliere il rapporto e anzitutto a pensare alla prova dei bambini. […] È con Cristo, vincitore del male e del peccato, nonché sorgente della nostra speranza, che attraversiamo questa prova. È sempre insieme, portando i pesi gli uni degli altri, e mobilitandoci senza farci trascinare, che vogliamo guardare questo dramma.
Bisogna che “assorbiamo” lo choc insieme. Il nostro primo compito non sarà di argomentare, o di tentare spiegazioni, di comprendere. Sarebbe bello sapere cosa dire, cosa rispondere. Siamo davanti al mistero del male. I vescovi ci invitano anzitutto ad accogliere i fatti con umiltà e comunione con tutte le sofferenze vissute dalle persone vittime.
Davanti a una simile rivelazione, l’arcivescovo di Rennes, mons. Pierre d’Ornella proporrà ai fedeli della sua diocesi di vivere una giornata di digiuno e di preghiera nel corso di un venerdì o di un sabato di questo mese di ottobre. Diversi vescovi hanno già fin d’ora scritto ai loro preti per ricordare loro questa data del 5 ottobre e invitarli a parlarne in occasione della messa domenicale:
C’è il terremoto… e il dopo. La scossa deflagrante e, poi, dopo, quello che resta.
Potrebbe esserci un certo numero di vittime che vorranno prendere parola dopo la pubblicazione del rapporto: il numero delle vittime identificate dovrà senza dubbio crescere.
La Ciase presenterà poi nel proprio rapporto l’analisi delle misure già prese dalla Chiesa cattolica in Francia. I Vescovi hanno effettivamente lavorato da qualche anno a questa parte a prendere misure che rendano la Chiesa sempre più una “casa sicura”.
Lo scorso 26 marzo essi hanno assunto 11 decisioni che hanno presentato in una Lettera ai Cattolici di Francia. Verrà pure formulata una serie di raccomandazioni per lottare ancora più efficacemente contro gli abusi sessuali nella Chiesa, e per accompagnare le vittime:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]