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Le domande degli adolescenti sul coronavirus

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 30/09/21
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I ragazzi sono stati finora risparmiati dagli effetti diretti più duri del virus, ma sono stati forse i più colpiti dai suoi esiti secondari, legati alle misure di contenimento del contagio. Eppure hanno spesso saputo trarre insegnamenti utili da questa situazione inedita per le nostre generazioni.

Di Guido Castelli Gattinara

La pandemia da Coronavirus ha imposto improvvisamente all’attenzione di tutti problematiche sanitarie e sociali che erano state dimenticate da tempo.
Delle pandemie infettive e delle loro drammatiche conseguenze si sapeva
infatti solo dalla storia e dalla letteratura.

Si pensava appartenessero al passato, vinte grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e alla medicina moderna. È stata una sorpresa rendersi conto di questa nuova condizione di fragilità e di pericolo: il COVID-19 ha invaso in pochi giorni la vita di tutti, causando sofferenza e morte, ma anche stravolgendo i rapporti familiari, la quotidianità, la socialità.

I ragazzi, in particolare, ne hanno sofferto molto: hanno dovuto fare i conti con un’improvvisa interruzione dei rapporti quotidiani con i loro nonni e parenti, con i coetanei e la scuola: esperienze vitali per la loro crescita.

La didattica a distanza ha compensato solo in parte questa mancanza e l’isolamento forzato è stato difficile per molti.
Eppure proprio i ragazzi hanno saputo ricavare da questa drammatica esperienza una riflessione e degli spunti di positività per immaginare il percorso verso un futuro migliore.


È quanto emerge da un confronto realizzato con gli studenti di alcune scuole di Roma, in collaborazione con i loro professori di scienze.

La pandemia può insegnarci molto, dicono i ragazzi, dobbiamo cogliere questa occasione per riflettere, scegliere e migliorare insieme il nostro modello di vita.
“Collaborazione, solidarietà e fiducia nella scienza” sono i tre grandi valori su cui i ragazzi chiedono di fondare il progetto di futuro per proteggere la nostra specie dalle grandi sfide
sanitarie.

“Informazione corretta e prevenzione” sono gli strumenti da utilizzare, ma anche “condivisione”.

“Stando insieme si ha meno paura, e si è anche immensamente più forti”, come dimostra la rapidissima messa a punto del vaccino contro il COVID-19.


Questo è quanto i ragazzi pensano e chiedono agli adulti di condividere, pretendendo che anche la scienza, come in questo caso, superi sempre i confini tra Paesi e svolga un lavoro comune per proteggere il pianeta e le persone contro le minacce globali alla salute, attuali e future. Siamo una unica specie.

Questa tragedia planetaria potrebbe finalmente insegnarci il valore di un altruismo nuovo, collaborativo oltre che solidale; a declinare il nostro “io” come un “noi”.

Sarà sempre necessario lavorare per proteggere il pianeta e le persone contro le minacce globali alla salute collettiva, collaborando tutti insieme.
C’è oggi la scoperta di una risorsa preziosa: quella di una nuova solidarietà, di una lotta comune contro minacce che interessano tutti.
È questo che molti studenti hanno espresso nelle loro riflessioni, in occasione di un progetto pilota di educazione sanitaria realizzato con alcuni istituti scolastici di Roma in
questi mesi.

Una pandemia è un’epidemia di proporzioni globali che si verifica quando un’infezione diventa capace di diffondersi molto rapidamente e in tutti i Paesi del mondo.
La diffusione pandemica è legata quindi alla capacità dell’agente infettivo di passare da una persona all’altra.

Per questo, le maggiori pandemie – almeno negli ultimi secoli – sono legate a virus che si trasmettono per via aerea, cioè parlando, tossendo, starnutendo. Infatti per i virus che usano questa via è più facile propagarsi rapidamente tra le persone.

Inoltre alcuni virus sono più resistenti agli agenti atmosferici e non vengono subito inattivati dall’essiccazione: restano quindi sospesi nell’aria in goccioline più piccole e leggere che sono capaci di andare lontano.

È quello che si è capito, ma tardi, nel caso del Coronavirus SARS-CoV-2. Ed è questo il motivo per cui è necessario indossare sempre le mascherine e mantenere una distanza di ben oltre il metro.

Una seconda condizione che favorisce la diffusione di una pandemia è la comparsa di un nuovo virus, come è accaduto alla fine del 2019 per il SARSCoV-2. Si trattava di un virus presente in alcuni animali che vivono in contatto stretto con l’uomo.

Questo virus ha compiuto un salto di specie - il cosiddetto “spillover”, ovvero il passaggio da una specie (l’animale) all’altra (l’uomo). Questo “salto” è stato consentito da alcune mutazioni genetiche che hanno dato al virus la capacità di attaccarsi alle cellule dell’albero respiratorio umano e provocare l’infezione nell’uomo.

Quando un virus è nuovo, può causare malattie più gravi e diffondersi più facilmente da una persona all’altra perché il sistema immunitario umano non è preparato a combatterlo.

Un altro aspetto che favorisce la diffusione delle malattie infettive è la facilità di viaggiare: ormai ogni anno più di un miliardo di persone passa da un Paese a un altro. La facilità dei viaggi è certamente una risorsa importante per l’uomo, ma fornisce alle infezioni una grande opportunità di diffusione.


Tutti questi eventi – un nuovo virus, la sua diffusibilità per via aerea e i grandi spostamenti delle persone – si sono presentati contemporaneamente nel corso del 2019 e hanno quindi portato alla pandemia da COVID-19.

Questa situazione potrà capitare nuovamente in futuro. Ci auguriamo che, grazie all’esperienza acquisita durante la pandemia da COVID-19, un sistema di allerta rapido e un’azione internazionale ben coordinata possano riuscire a contenere i nuovi potenziali virus pandemici.