Aleteia logoAleteia logoAleteia
sabato 20 Aprile |
Aleteia logo
For Her
separateurCreated with Sketch.

Covid: spot tedesco sull'”eroismo da divano”. Ma i giovani meritano veri ideali (VIDEO)

web3-video-spot-tedesco-immagini-twitter-steffen-seibert.png

Steffen Siebert|Twitter|Youtube

Paola Belletti - pubblicato il 16/11/20

E' definita geniale questa campagna del governo federale tedesco che chiede ai giovani un sacrificio eroico per la difesa della salute di tutti. Giusto, di sicuro. Ma il cuore dei giovani ha bisogno di ideali alla loro altezza.

Il messaggio dello spot: restate a poltrire per salvare vite

Un nemico invisibile e tremendo, l’assalto da un esercito equipaggiato come mai prima d’ora. E la risposta eroica che si aspettavano da noi e che da noi giovani hanno avuto: chiappe sul divano, telecomando in mano, cibo spazzatura, apatia h24. E per compiere questa impresa abbiamo rinunciato a ciò che ci era più congeniale: uscire a bere, studiare, conoscere nuova gente.

Originale ma non troppo. Meglio il “Discorso di S. Crispino”

Questo, in estrema e anche generosa sintesi, il messaggio di uno spot del governo tedesco che ha lo scopo di invitare i giovani a restare a casa. L’idea è bella, non so quanto originale, ma funziona: si costruisce un ricordo futuro dal quale guardare al nostro presente incerto e spaventoso.

Di sicuro ci sono precedenti più illustri ed esaltanti: nell’Enrico V di Kenneth Branagh l’effetto era decisamente più cool. “Noi pochi, noi felici pochi!” Non mi ha fatto male riascoltarle nel

).

Intervista ad un eroe di guerra

Per tornare alla campagna attuale, ecco com’è costruita: concept da docufilm e intervista ad un futuro “reduce di guerra”. L’anziano signore, seduto su una poltrona di pelle, in quello che potrebbe essere uno studio un po’ retro (siamo fra quaranta, cinquant’anni), racconta di quel famoso inverno del 2020 e di come la nazione intera si aspettasse da loro una risposta all’altezza dei tempi.

Eroi da divano, telecomando in pugno

Questa immagine, dell’eroismo da divano che ci viene chiesto oggi e del suo valore equipollente a quello di chi era chiamato a stare in trincea, sta già girando da un po’. Forse anche per questo personalmente mi risulta stucchevole. Ma ora, pensandoci più a fondo, direi che appare ingiusto, inesatto e non all’altezza né del momento che stiamo vivendo né della vera natura dei giovani, visto che sono il target a cui si rivolge.

L’abito ha sempre fatto il monaco e viceversa

Un’impresa per essere eroica deve essere eroica davvero. Non possiamo essere considerati veterani di guerra e contemporaneamente essere invitati ad assumere un atteggiamento molle. Non si diventa modelli da imitare avendo una condotta che sembra da manuale d’accidia applicata; non si può venire dipinti come eroi di guerra indossando come armatura un pigiamone fluffy, fantasia arcobaleno.

Sembra il culmine, questa schizofrenia comunicativa, di un’epoca che ha fatto del sembra ma non è, del bello che invece è brutto e del cattivo che invece è buono e ha solo bisogno di coccole la sua cifra distintiva.

La prudenza è una virtù, la pigrizia un vizio

Ora, è verissimo che per evitare la diffusione di un contagio per cui ancora le armi terapeutiche devono arrivare -e per le quali pare ci saranno problemi di approvvigionamento, serve restare isolati il più possibile. Vero anche che stare in casa è un dovere morale e un atto di obbedienza civile. Vero che possiamo trovare in questa condotta un senso ideale. Bene, benissimo anzi.

Quale sacrificio stanno facendo davvero i giovani?

Ma i giovani non stanno semplicemente rinunciando alla movida, al divertimento, al vedersi in gruppo per stordirsi di birra o peggio. Fossi ancora giovane, ancorché tedesca, mi arrabbierei e non poco per questa immagine che stanno offrendo di noi.




Leggi anche:
La chiusura delle scuole e il prezzo che i giovani stanno già pagando

Non stanno perdendo solo gli apericena o qualche serata di sballo, ma sempre fatto responsabilmente (anche questo: che tristezza. I vizi sì,  purché non si chiamino vizi né peccati e che si svolgano a modo. E in ogni caso, l’ultimo gioco è sempre riordinare).

Stanno rinunciando alla scuola e all’educazione nelle forme che si meritano (la Germania ha comunque garantito fino ad ora la scuola “in presenza” ed è un presidio che non vuole lasciare); stanno perdendo occasioni di amicizia e socialità vera. Non è solo questione di stili di vita sani, ma delle forme che la vita stessa merita e reclama. Visto che questo sacrificio è sensato e necessario, lo si tratti allora per quello che è. Una mortificazione, una rinuncia. E, caso mai, si faccia appello ai giovani perché in queste angustie sprigionino la loro energia e creatività per inventarsi vie d’uscita e non banali passatempi e intrattenimento, ancora e ancora.

Un ideale all’altezza del loro cuore, altro che divano e pigiama

“Venti, venticinque anni non li avrete per sempre”, ci ricordava quasi ossessivamente un Enzo Piccinini, medico chirurgo a capo della comunità di giovani universitari di Comunione e Liberazione a Bologna. E con queste parole e la sua stessa vita, che voleva farsi sempre più trasparente all’opera di Cristo, continuava ad invitarci a bruciare davvero. A spenderci per un ideale che valesse la pena, a liberare il cuore di tutte le sterpaglie che il mondo e noi stessi ci buttavamo sopra, a soffocarlo. Ci chiamava ad offrire la vita fino in fondo, come faceva lui per primo.

E, lo ricordo benissimo: ad ascoltarlo ci veniva da piangere dalla voglia di vivere, dall’ansia di buttarci davvero in un’impresa che fosse all’altezza del nostro cuore. Ci sentivamo scoppiare il petto dalla gratitudine al vederci proporre un ideale così alto, così vero. Una proposta che finalmente appiccava il fuoco al nostro desiderio più vero e radicale: quello per un bene infinito, per un amore eroico, per una dedizione totale a qualcosa, a Qualcuno che valesse tutte le pene.

Allora, non sarebbe meglio pensare ad irrobustire gli animi oltre che il sistema immunitario (cosa per la quale stare svaccati sul divano non è poi così consigliabile), parlando di veri ideali, promuovendo la creatività più che l’inattività dei giovani, e non mortificandoli con immagini tanto ingiuste? Possono anche essere verosimili ma non sono vere.




Leggi anche:
Perché i giovani abbandonano la Chiesa e cosa possiamo fare al riguardo

Non ci si fa del bene, facendosi del male

Non è vero che siamo fatti per la pigrizia e l’inattività. Che facciamo del bene di fatto facendoci del male, come tutto ridanciano propone questo spot: costretti a casa, magari, ci si può dar da fare a sistemarla, a rimettere ordine, a ristrutturare ambienti. A coltivare qualcosa di reale e non solo idee. A infilare semi nella terra di qualche piccola serra e non solo piedi nelle pantofole.

Nessuno stendardo di guerra potrà essere ricamato con questo penoso “Estote spaparanzati”. Noi, giovani o meno, vogliamo essere pronti per davvero, anche se costretti ad una mobilità ridotta, vogliamo mostrarci capaci di imprese davvero eroiche, anche se obbligati ad una attività sacrificata.

Ecco, allora, caro governo tedesco e suoi epigoni: bellissima idea, per carità, ma ritrovate il codice per leggere ed accendere il cuore dei giovani. Non è così criptato.

Tags:
covidgiovani
Top 10
See More