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La Madonna di Jaddico, la Mamma che ci aspetta in strada

MADONNA DI JADDICO
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Anna Raisa Favale - pubblicato il 06/09/21
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Un santuario in provincia di Brindisi per i più poco noto, ma amatissimo e ricco di segni, guarigioni e conversioni; è dedicato a Maria Madre della Chiesa.

L’aeroporto di Brindisi è per me un luogo estremamente familiare.

Tra partenze e ritorni, appena atterro ne riconosco il profumo delle campagne attorno, l’aria dolce delle palme insieme al mare, e quello della terra rossa bagnata dalla pioggia, se ha da poco piovuto.

È a un’ora di macchina dal mio paese, ed è anche l’ultimo luogo che saluto, prima di andare, e il primo che reincontro - magari di ritorno da un lungo viaggio – ritornando a casa.

Ma che appena fuori da quelle piste ormai cosí battute e da quel blu intenso che sempre con tristezza saluto quando mi alzo in volo, ci fosse un luogo dove la Madonna stessa é apparsa nel Novecento, questo mi era completamente sconosciuto. 

L’ho scoperto pochi mesi fa, cercando un luogo dove ci fosse Adorazione perpetua. 

Sí, perché a “Jaddico” - così si chiama la contrada da cui il Santuario prende il nome - si fa anche adorazione perpetua, di giorno e di notte, senza sosta. E non c'è da stupirsi, perché é Maria la padrona di casa.

Dedicato a Lei come “Maria Madre della Chiesa”, primo Santuario al mondo ad esserle dedicato con questo titolo dal 1965, Jaddico è casa: una casa semplice, umile, poco chiassosa, che non fa rumore, in perfetto stile con Maria - e soprattutto, una casa sul ciglio della strada.

Costruito appena sotto a quella che sarebbe diventata la super strada, su una parallela minore eppure visibile da sopra, si trova la Chiesa, con all’esterno una fonte d’acqua.

Entro nel Santuario ignara della storia. L’altare è posto in fondo a quello che sembra un piccolo anfiteatro. La prima cosa che ti guarda, prima ancora che sia tu, a guardarla, è un dipinto della Madonna col bambino, sul resto di quello che sembra un muro rupestre, poi recuperato. 

È magnetico, fortissimo.

Vengo a scoprire, infatti, che tutta la sua storia ruota intorno a quel dipinto.

Nella notte tra l’11 e il 12 Agosto 1962, un vigile urbano di Brindisi, Teodoro D’Amici, fa un sogno: sente una voce femminile dolcissima che lo invita a raggiungere un luogo, in campagna, dove c’è un muro fatiscente ma sul quale è ancora visibile un affresco della Madonna col bambino. La voce gli dice: “Portami ceri e fiori”. “A che ora?” - risponde lui - “A mezzanotte”. 

La notte tra il 14 e il 15 Agosto, giorno dell’Assunta, Teodoro si reca nel luogo indicato.

I sogni continuano e il devoto vigile torna al rudere, insieme alla moglie, la notte del 20 Agosto. Qui, mentre pone i fiori nel vaso, il rudere si illumina di una luce intensa che rende brillante l’affresco. Teodoro cade in ginocchio e pronuncia queste parole: “Dimmi quello che vuoi Madonna mia, e mi farò servo tuo, per accontentarti”.

Lo strano fenomeno si ripete ancora la notte del 27 agosto e del 31. In queste notti non si illumina solo il dipinto ma l’intera campagna circostante. Nel frattempo la voce si è sparsa e molte persone assistono al fenomeno della luce.

Il 6 settembre Teodoro sogna di andare a trovare la Madonna, che sembra aspettarlo in una piccola strada di spine. Gli dice: “Figlio mio, ho tanto freddo, coprimi”. Teodoro intuisce in quelle parole la volontà di costruirle intorno una casa, un Santuario.

La notte del 7 Settembre, è la notte che sancisce l’avvenimento più importante: mentre Teodoro è in preghiera con altri familiari ed amici, sente come dei rumori provenire dalle spalle del muro affrescato. Fa il giro, finalmente la Madonna gli appare, in piena coscienza, in carne ed ossa. L’intensità dell’incontro é cosí forte che Teodoro quasi sviene.

Il 17 Ottobre fa un altro sogno: vede degli operai che stanno gettando le fondamenta della Chiesa ma del cemento gli va nell’occhio, che inizia a bruciare. Allora la Madonna gli dice: “Va da quella parte dove c'è l’acqua mia, lavati, e tutto passerà. Questo sogno viene confermato il 5 Novembre, dopo che il muro si illumina di nuovo per una durata di circa 5 minuti; mentre Teodoro è in ginocchio, sente la Madonna pronunciare queste parole: “Ciò che tu vedi gli altri non potranno vedere. Cerca l’acqua mia e la troverai”. Il 21 Novembre, dopo giorni di ricerca, vengono alla luce quattro polle d’acqua, è acqua sorgiva. 

Da quel giorno, senza sosta, i fedeli portano malati a quell’acqua e diverse sono state le guarigioni e i miracoli.

Utilizzando tutti i suoi risparmi, contraendo debiti e chiedendo donazioni che generose arrivano dalla gente, Teodoro fa sí che i lavori continuino senza sosta. Il 27 Maggio 1963 è la data dell’ultimo appuntamento visibile con la Madonna, l’ultima illuminazione.

Sono presenti piú di 70 persone. Nel silenzio e nella preghiera si alza un grido: “Ecco la Madonna!” Ad averla vista stavolta però non era stato Teodoro, ma una ragazza sordomuta, che piangendo indica il quadro.

A custodire il Santuario giorno e notte sono i Padri Carmelitani scalzi. 

Luogo di pellegrinaggio per i pellegrini che ci vanno o per quelli che passando si trovano per provvidenza ad incontrarlo, Jaddico é uno di quei luoghi di pellegrinaggio “minori”, sicuramente meno conosciuti dei grandi Fatima o Lourdes, e dove eppure la Madonna è apparsa allo stesso modo.

Una Madonna quotidiana, tra la vita di famiglia e la comunità, tra i nostri viaggi, il nostro andare e tornare, le nostre relazioni, il nostro lavoro. 

La Madonna scelse di apparire ad un vigile urbano. Non a dei bambini, non a dei consacrati. Ma ad un uomo che nella semplicità della sua vita provava a vivere da cristiano vero.

La Madonna di Jaddico è la Madonna della porta accanto, della contrada sconosciuta, della campagna che circonda i nostri paesi, della strada. Una presenza che ci ricorda che la vicinanza con Suo figlio può essere costante e totale anche dal piccolo delle nostre vite normali, tra un turno di lavoro e un altro, tra le discussioni, nelle incomprensioni con chi amiamo. Lei è lì, insieme a Suo figlio sempre esposto, ad aspettarci instancabile, giorno e notte, come solo Lei sa fare, per accoglierci tra le sue braccia e riportarci alla fonte della vita, sempre.

Una madre che non si dà mai pace per i propri figli, che non dorme la notte per vederli arrivare sani e salvi a casa, che non ha paura di sostare in strade non battute e nelle campagne buie, perché la Sua luce illumina ogni cosa intorno.

La Madonna della strada, per nulla protetta da mura imponenti o foreste invalicabili, ma facilmente visibile da una strada ad alto scorrimento, in macchina, magari di ritorno dalle vacanze con le valigie ancora dentro.

Una Madonna che si spoglia, che si dà senza protezione, senza difficoltà, una Madonna cosí facile da trovare che squarcia la coltre della nostra incredulità e ci chiede con forza: “Ma tu ci credi, che io sono qui, con te, nella tua vita, nella sua semplicità, tra le tue cose quotidiane, sulla strada della tua vita?” E che ci chiama alla santità. 

Jaddico è stato in questi anni e continua ad essere luogo di piccoli e grandi miracoli, fisici e spirituali. Di conversione e di preghiera.