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Le sanzioni contro la Siria vanno a scapito dei bambini, dicono i difensori dei cristiani

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Zelda Caldwell - pubblicato il 15/07/21
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Un leader della Chiesa ortodossa siriaca ha definito le sanzioni economiche decennali “mal indirizzate”

I sostenitori delle minoranze cristiane in Medio Oriente hanno chiesto la fine delle sanzioni economiche internazionali contro la Siria questo martedì all'International Religious Freedom Summit svoltosi a Washington, D.C. (Stati Uniti).

“Sono pieno di angoscia dopo aver testimoniato come il mio popolo muoia di fame”, ha affermato l'arcivescovo siriaco Jean Kawak a un comitato giudato dal gruppo di aiuto umanitario e di sostegno A Demand for Action (ADFA).

“I bambini affamati sono quelli che soffrono di più”, ha dichiarato.

“Le sanzioni contro la Siria sono mal indirizzate – hanno creato un ambiente in cui è impossibile prosperare o anche solo sopravvivere”, ha aggiunto l'arcivescovo, prima di emettere un appello all'azione.

“Prego tutti voi, per tutti i bambini siriani, non importa quale sia la vostra religione. Per favore, agite subito, salvate la vita dei bambini adesso”.

A seguito della guerra civile in Siria, nel 2011 Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Australia e Svizzera hanno emesso sanzioni economiche nei confronti del Governo siriano per punire e prevenire la violenza contro la popolazione civile.

Le sanzioni congelano il commercio e impongono un embargo al settore petrolifero del Paese, azioni che hanno avuto un enorme impatto sulla popolazione siriana.

Secondo Caritas Internationalis, una confederazione di organizzazioni di sostegno cattoliche, il 90% della popolazione siriana è caduto nella povertà, un terzo ha lasciato il Paese e 12,4 milioni di persone non hanno un accesso solido a cibo e riscaldamento.

Il regno di terrore instaurato dall'ISIS dal 2014 al 2016 ha decimato ulteriormente la popolazione. Gli effetti delle sanzioni e il genocidio minacciano l'esistenza stessa della popolazione cristiana. Nel 2001 in Siria c'erano 1,5 milioni di cristiani, oggi sono meno di 500.000.

Susan Korah, giornalista canadese e cristiana siriaca che ha scritto spesso della difficile situazione vissuta dalle minoranze cristiane e dai rifugiati, ha affermato che i media occidentali hanno riservato “troppa poca attenzione” alla questione.

“Se i media hanno ignorato la questione, si sono persi una grande storia”, ha commentato.

“Abbiamo il potere di far agire i nostri governanti. In caso contrario, la 'culla della cristianità' diventerà la sua tomba”.

Il giornalista assiro-svedese Nuri Kino ha notato che le sanzioni economiche stanno danneggiando anche il Libano, economicamente in ginocchio. Ogni giorno, ha spiegato, camion carichi di cibo, medicine e gas vengono introdotti illegalmente dal Libano in Siria.

“Le sanzioni devono essere sollevate anche per salvare il Libano”, ha dichiarato.

Oltre a eliminare le sanzioni, si è chiesto un aiuto più consistente ai rifugiati e l'asilo per chi è fuggito dal genocidio.