Come attuare la Divina Volontà? Gesù lo ha spiegato in alcune visioni alla mistica Serva di Dio Luisa Piccarreta. In “Luisa Piccarreta e altri mistici devoti delle anime in Purgatorio” (Editrice Ancilla), l’autore don Marcello Stanzione riporta ls storia della mistica pugliese e i messaggi che le ha lasciato Gesù.
Luisa, scrive Stanzione, non era una suora, né una donna sposata, ma una vergine sposa di Gesù Crocifisso. Aveva quasi tredici anni quando ebbe una visione: Gesù stava portando la croce sulla via del Calvario, ad un tratto volse il suo sguardo verso di lei e le disse: “Anima, aiutami!”. Tale visione rimase talmente impressa nella sua mente che a sedici anni decise di essere vittima con Gesù, al fine di soddisfare la Divina Giustizia e ottenere Misericordia per il mondo, a costo di enormi sacrifici.
Iniziarono per Luisa Piccarreta, infatti, non solo le sofferenze fisiche, che andavano ad aggiungersi a quelle morali e spirituali, ma anche fenomeni straordinari.
Ogni mattina, al risveglio, il suo corpo era immobile, rigido, come paralizzato, e nessuno riusciva a stenderla dalla posizione rannicchiata che aveva o a farle fare anche un solo piccolo movimento. Le funzioni vitali ordinarie del suo corpo riprendevano solamente dopo che un sacerdote la segnava con il segno della croce. Un avvenimento inspiegabile per i medici, che non trovarono in lei alcuna malattia. Per obbedienza, Luisa consumava un pasto al giorno, ma il suo corpo lo rigettava. Tutto ciò avvenne fino alla fine della sua vita terrena.
La mistica pugliese non assisteva passivamente a tutto questo, viveva della Divina Volontà, e con ardentissimo zelo svolgeva una continua opera di mediazione tra Gesù e gli uomini, suoi fratelli.
Voleva riparare, consolare e difendere il Figlio di Dio dalle ferite e offese che riceve dalle sue creature, e al tempo stesso risparmiare queste dai meritati castighi. In questo modo Gesù fece di lei come un’altra Sua Umanità, nella quale Egli viveva e continuava la Redenzione del genere umano. Luisa quindi ha vissuto la sua missione di vittima con Gesù, permettendogli di vivere come Redentore e Vittima in lei.
A Luisa Piccarreta, Gesù rivela che il modo eterno della santità è una nuova santità che sorpassa tutte le altre forme di santità. La vita mistica per molti versi è un fenomeno di esperienza soggettiva, ed è spesso oltre la nostra comprensione determinare oggettivamente la grandezza della santità di un individuo, ancor meno di paragonare una santità con un’altra.
In realtà, Gesù rassicura la mistica che il dono di vivere nella Divina Volontà non è tanto una chiamata alla santità personale, quanto una chiamata a santificare tutte le cose per la realizzazione del suo regno.
Ecco i messaggi più importanti su come eseguire la Divina Volontà, che Gesù ha lasciato a Luisa Piccarretta. I primi due, avuti in visione dalla mistica e riportati da lei stessa nel suo Diario (nonostante fosse analfabeta), sono i seguenti:
Il terzo messaggio che Gesù ha consegnato a Luisa Piccarreta è questo: