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Etiopia: «Nel Tigré è in corso un genocidio»

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Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 04/06/21
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Una fonte presente in loco ha dichiarato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre che i soldati venuti dall'Eritrea, paese frontaliero, perpetrano fra la popolazione autoctona massacri e violenze sessuali.

Nel Tigré, regione situata a nord dell'Etiopia, si perpetra un orrore che non viene chiamato per nome: teatro di violenze dal novembre 2020, la zona ha varcato un ulteriore livello di violenza e di abominio, assicura una fonte presente in loco e prossima alla Chiesa.

Stando ad essa, in Etiopia sarebbe in corso un genocidio contro il gruppo etnico del Tigré: atrocità come abusi sessuali e massacri vi vengono perpetrati, e le vittime sono perlopiù i giovani.

Per ragioni di sicurezza, questa fonte preferisce restare anonima, ma le sue dichiarazioni sono nettissime: i soldati eritrei, che sono entrati nel Paese per sostenere le truppe federali etiopi, continuano a massacrare i civili:

Oltre a questa fonte, il patriarca Mathias, capo della Chiesa ortodossa etiope, ha già rilasciato dichiarazioni simili all'inizio del mese di giugno, qualificando di genocidio gli eventi che si stanno producendo nella regione, quali il già ricordato stupro di donne e i bombardamenti di chiese.

Il testimone ha proseguito descrivendo l'ondata di abusi sessuali commessi dalle truppe etiopi contro le donne del Tigré (religiose non escluse):

Dal 4 novembre 2020 violenti scontri contrappongono l'armata federale alle forze del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigré (FLPT), partito che controlla questo territorio in cui stava fino ad oggi riparata la minoranza etnica (6% dei 110 milioni di Etiopi), e che da mesi sfida l'autorità del Primo ministro Abiy Ahmed.

«La situazione qui è gravissima», riassume la fonte:

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]