di Cristiana De Ranieri
Il sonno è una parte importante della vita quotidiana e ha un ruolo determinante nel creare una condizione di benessere globale della persona. Nei bambini e negli adolescenti, in particolare, una giusta durata del sonno, un buon ritmo sonno-veglia, un andamento fluido e regolare del riposo (specialmente di quello notturno) hanno un effetto positivo sia fisico sia psicologico.
Molti fattori ed eventi possono però interferire con le abitudini del sonno e creare uno squilibrio per il bambino, ma anche per la famiglia.
È fondamentale creare delle condizioni che proteggano il sonno dei bambini. Il momento dell’addormentamento dovrebbe essere curato nella sua preparazione al pari degli altri momenti importanti della giornata. Come per tutti gli aspetti dello sviluppo, il genitore ha il compito di contenere le emozioni del bambino e gestire questi momenti, un ruolo che in psicologia si chiama di “regolatore”.
In particolare, questo accade nella prima infanzia quando il bambino non è ancora in grado di gestire i propri bisogni e le proprie emozioni. Fornire un confine e dare regolarità anche alle abitudini del sonno aiuta il bambino a tenere sotto controllo le proprie emozioni e dà continuità alle sue esperienze (del giorno come della notte).
Nelle ore serali i giochi eccitanti (ad es. la lotta), gli stimoli eccessivi (come la tv o i videogiochi) e un ambiente rumoroso non aiutano il bambino a lasciarsi andare e lentamente addormentarsi. È utile creare una routine che guidi e accompagni il bambino fino al momento di scivolare nel sonno.
Il genitore può avere un ruolo attivo (a seconda dell’età e dei desideri del bambino) raccontando una favola, leggendo un libro a voce alta, restando a parlare un pò prima di salutarsi. La giornata dei bambini prevede dei distacchi temporanei dai genitori che vanno vissuti con consapevolezza e serenità.
Sappiamo, ad esempio, che il genitore non dovrebbe mai andarsene di nascosto, senza salutare il bambino, convinto che distraendolo non percepirà la separazione. Così deve essere anche il distacco della notte.
A volte i bambini possono avere difficoltà ad addormentarsi, o può capitare che si risveglino frequentemente durante la notte.
Le cause possono essere molte. Nel neonato e nel lattante il sonno frammentato è normale e dipende da bisogni essenziali come la fame, la sete, il dolore, il bisogno di contatto e rassicurazione.
Nei bambini più grandi si osserva a volte un'attiva resistenza al sonno, un atteggiamento oppositivo (cioè di ribellione nei confronti delle indicazioni dei genitori), che riscontriamo anche in altri ambiti (il “No!”) e che rispecchia la crescente consapevolezza delle proprie capacità e il desiderio di affermarle.
Il bambino può opporsi all’idea di andare a dormire quando ha trascorso giornate molto intense, o se il tempo da passare insieme ai genitori si concentra nelle ore serali. Come per l’adulto, alcune problematiche emotive possono ostacolare il sonno, come ad esempio le paure o la preoccupazione per la giornata scolastica che li attende.
In adolescenza, fattori interni (ormonali) ed esterni (le relazioni con gli amici, le abitudini sociali, gli interessi) possono alterare il ritmo sonno-veglia e instaurare quella tendenza ad addormentarsi tardi la sera e svegliarsi tardi al mattino tipica dei ragazzi. La notte, vista come un tempo della giornata affascinante e per certi versi trasgressiva influenza in parte queste abitudini.
A volte però tutto questo assume le caratteristiche di una vera e propria insonnia che può dipendere da difficoltà psicologiche come ansia, paure, preoccupazioni.
Il sonno può essere disturbato da incubi: sogni spaventosi legati alle paure di base dei bambini, ad eventi accaduti o che il bambino teme possano accadere. Gli incubi provocano di solito un risveglio agitato. Il bambino chiama i genitori, ricorda il sogno - se è già in grado può raccontarlo - e può essere rassicurato. Gli incubi contengono una elaborazione mentale di esperienze o stati d'animo interni.
A volte possono verificarsi episodi di cosiddetto “terrore notturno”: si tratta di risvegli agitati, spesso accompagnati da grida. Il bambino è solo apparentemente sveglio e, a differenza di quanto accade nell’incubo, si oppone ai tentativi di rassicurazione. Normalmente il giorno dopo il bambino non ricorda l’episodio e non appare turbato.
In tutte le fasi dello sviluppo i genitori possono accompagnare l’evoluzione del sonno del proprio figlio e di fronte ad una modificazione delle abitudini domandarsi quale possa essere l’elemento di disturbo: una fase di passaggio? una nuova esperienza? una prova da sostenere? Normalmente i disturbi del sonno sono di natura passeggera e si risolvono con il risolversi delle situazioni che li hanno provocati o con accorgimenti che modificano le abitudini.
A volte però una difficoltà nella sfera dell’addormentamento e del sonno rimane a lungo nel tempo o assume dimensioni troppo vaste e incontrollabili, tanto da ostacolare la normale vita del bambino e del ragazzo, la frequenza scolastica, la capacità di studio e di relazione. Altro campanello d’allarme, da non sottovalutare, è la condizione dei genitori che possono sentirsi molto stanchi, confusi e senza risorse. In queste circostanze è utile confrontarsi con il proprio pediatra e rivolgersi ad uno psicologo dell’età evolutiva.