C’è un legame molto stretto tra l’arcangelo Michele, la Polizia e i Paracadutisti dell’Esercito Italiano.
La Polizia, infatti, ha sempre considerato l’arcangelo San Michele quale suo speciale Patrono e la stessa stanza dei vari Questori, che si sono avvicendati a Roma, fin dal 1870 è adornata di una pregevole copia del quadro di Guido Reni raffigurante l’Arcangelo San Michele nell’atto di sconfiggere l’angelo del male.
“Ed è spiegabile, dal momento che la tutela del Principe delle Celesti Milizie ben si addice al particolare e delicato ufficio cui sono quotidianamente chiamati gli Ufficiali e le Guardie di Pubblica Sicurezza, che hanno così dato prova di aver compreso l’analogia tra i compiti loro e quelli celestiali dell’angelico Condottiero”.
Così scriveva l’Ordinario Militare Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone al Card. Clemente Micara, Prefetto della Congregazione dei Riti, in data 24 gennaio 1949 affinché si facesse interprete presso il Santo Padre del desiderio delle Guardie di Pubblica Sicurezza di avere, quale loro Patrono, l’arcangelo San Michele.
Con Bolla papale, il 29 settembre 1949, memoria liturgica dell’Arcangelo, Pio XII esaudì la richiesta dell’Ordinario. Purtroppo, per la vicinanza della memoria liturgica con il 18 ottobre, festa annuale della fondazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, si dovette chiedere e si ottenne di spostare la festività del Patrono all’8 maggio, ricorrenza dell’apparizione di San Michele sul monte Gargano.
Inoltre, l’Ordinario assegnò, come centro della devozione all’Arcangelo, la chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, prima chiesa dedicata all’Arcangelo San Michele.
Il 12 novembre 1954, il Cappellano dei Paracadutisti di Viterbo, don Edoardo Cacciapuoti, scrisse all’Ordinario Militare Mons. Arrigo Pintonello affinché anche i paracadutisti fossero affidati all’intercessione dell’arcangelo Michele.
“Gli ardimentosi giovani sempre che balzano dagli apparecchi nella vastità del cielo; sospesi ad un fragile panno di seta, sentono più spiccatamente il bisogno dell’Aiuto Celeste. E viene spontaneo, nel pericoloso volo, invocare gli Angeli a loro guida e protezione la santa figura dell’arcangelo San Michele, …princeps militiae angelorum, sembra ai paracadutisti quella che più risponde alla loro attività laicistica e alla consapevolezza d’essere sempre i primi nel difendere il sacro ruolo della Patria” (Lettera del 12.11.1954).
L’Ordinario, facendosi interprete dei sentimenti espressi dal cappellano dei paracadutisti, il 31 maggio 1955, chiese alla Congregazione dei Riti di esaudire la loro richiesta evidenziando che l’arcangelo “… è già invocato come tale dai Paracadutisti dell’Esercito francese”.
Con un rescritto del 17 giugno 1955 la Congregazione così risponde: “La Sacra Congregazione dei Riti, in virtù delle speciali facoltà conferitele dal Santissimo Signore Nostro Pio XII, ha costituito e dichiarato Patrono dei militari paracadutisti presso Dio, con tutti i relativi diritti liturgici, San Michele Arcangelo”. Firmato C. Card. Cicognani.