Si parla della “cultura della morte” e l’omelia di Don Paolo Pasolini, parroco di San Rocco a Cesena, critica i vaccini. La Diocesi di Cesena e il vescovo intervengono e frenano: “Opinioni personali”.
Secondo Don Paolo ci sono aziende statali o private che farebbero ingravidare donne a pagamento per farle abortire al quarto-quinto mese al fine di asportare loro il feto vivo e usarne gli organi per la sperimentazione dei vaccini anti-Covid. Il parroco lo ha detto nel corso di un'omelia presso la parrocchia di San Rocco (Repubblica Bologna, 23 marzo 2021).
Il video dell'omelia del parroco di Cesena contro i vaccini è stato poi diffuso sulla pagina Facebook della parrocchia stessa e pubblicato dal Corriere di Romagna (22 marzo).
«Come voi sapete – ha detto il sacerdote rivolgendosi ai parrocchiani – gli ingredienti non solo del vaccino anti-Covid. Ma anche di altri vaccini sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti».
Secondo questa tesi, ci sarebbero «aziende statali o private, non delle cosche mafiose» che assolderebbero donne per lasciarsi ingravidare. E poi, «al quarto-quinto mese», verrebbe loro «asportato il feto, che deve essere vivo», per togliere «gli organi, fegato, cuore e polmoni. Che devono essere vivi, perché non si può utilizzare un corpo morto per fare delle cose vive».
Dopodiché «vengono venduti a un’azienda che sperimenta e produce vaccini, tra cui anche l’Astrazeneca». Poi don Paolo Pasolini ha aggiunto, come se tutto ciò fosse una realtà assodata, che «non lo tengono neanche nascosto, te lo dicono: tanto, se è necessario, lo facciamo».
Il vescovo della diocesi di Cesena Douglas Regattieri ha commentato l'omelia del parroco di Cesena contro i vaccini, citando una nota della Congregazione per la Dottrina della fede. In quel documento il Vaticano spiega perchè è moralmente accettabile utilizzare vaccini anti Covid-19 che «hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione».
Riguardo alle parole di don Paolo Pasolini, la Diocesi di Cesena Sarsina «tiene a precisare che si tratta di opinioni personali dette nel contesto di un commento più articolato sulla morte e sulle paure del morire».