separateurCreated with Sketch.

Per mesi i test di gravidanza sono negativi, fino a che un giorno…! (VIDEO)

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Paola Belletti - pubblicato il 17/02/21
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Lei è Kare Burnett Giugliano e ha un account su TikTok con con circa 66mila followers. Ha fatto notizia, in questi giorni, il breve video che monta le brevi riprese fatte nei mesi precedenti la sua tanto desiderata gravidanza. Una delusione dietro l’altra, perché “Ci hanno detto che la gravidanza arriva subito, e invece non è affatto così”…

Il concepimento è un miracolo, bisogna ricordarselo

Ho saputo di questa che sembra una notiziola dal profilo di Costanza Miriano.

Una giovane donna mostra una sequenza di video in cui compare la sua faccia  davanti all’esito del test di gravidanza: la vediamo con diversi look e con un’espressione sempre più pronta alla delusione restare in attesa, braccia ai fianchi o nelle tasche a esprimere autodifesa, davanti allo stick che misura il livello di ormoni presenti nel campione di urine. Un no dietro l’altro, fino all’ultimo in cui, più distesa e sorridente (forse è una piccola messa in scena? già sapeva?) vede comparire un inequivocabile segno più: sono incinta! e inizia a saltare di gioia.

Notiziola, dunque, ma quanto è dirompente nella vita di una coppia e non solo quella?

Il dolore dell’infertilità

Innanzitutto perché ogni concepimento è una cosa pazzesca, una notizia bomba che dovrebbe sbaragliare ogni breaking news che gira nei sottopancia in TV. E controcorrente perché mostra con l’immediatezza di un video di TikTok, che è il montaggio di molti altri, quanto dolore, attesa, trepidazione, incertezza e senso di impotenza ci sia per migliaia di donne che cercano un figlio. Sì, lo si cerca, lo si attende e lo si accoglie molto più di quanto invece lo si possa esigere e pianificare.



Leggi anche:
Giovane russa milionaria vuole 100 figli con la surrogata

Nel lancio del post Costanza cita la frase della mamma che in quei pochi minuti vuole raccontare e condividere lo tsunami di emozioni contrapposte che ha travolto lei e il marito da mesi in cerca di un concepimento. “Ci hanno detto che la gravidanza arriva subito, e invece non è affatto così”. E sotto il suo post e quello di Kara si susseguono espressioni di gioia sì ma anche tante testimonianze di un dolore così profondo e spesso non capito che molte donne provano a causa di una prolungata o definitiva infertilità; o passando per il calvario degli aborti spontanei (non dite naturali perché per una donna è un’esperienza profondamente innaturale, sebbene diffusa e a suo modo fisiologica)

@kara_burnett_

Crying while making this. Just so grateful🙏 #pregnant #pregnancyannouncement #pregnancy #baby #futureparents

♬ original sound – Stephen Stanley

Mesi? chiede un’utente che commenta sotto il profilo della stessa Kara Burnett Giugliano. “Pensa a quelle che vedono i mesi diventare anni e quelli che si susseguono uno dopo l’altro e i test di gravidanza sono sempre negativi: questa è speranza!”

Questo e altri commenti aprono finalmente la porta su una terra di dolore, a volte di vera desolazione, altre di abbandono, spessissimo di incomprensione e persino di ingiusto, odioso stigma sociale.

A questo dolore bisogna dare voce, e prima bisogna inchinarcisi. Senza brandire il numero di figli che a noi sono toccati, né dispensare consigli non richiesti, né mettersi a pontificare di altri tipi di maternità. La carne e lo spirito, in questa mortificazione così radicale, patiscono insieme.

Mettiamoci davanti a queste donne, a queste coppie e ascoltiamo il loro dolore.

Raccontare davvero il “pericolo” gravidanza

Così come bisogna mettersi in tutta onestà davanti ai giovani e iniziare a raccontare davvero cosa significa una gravidanza, quanto costi a volte riceverla in dono, quanto sia una falsa e ignobile promessa di flessibilità e di faiquellochetisenti il mantra ripetuto fino allo stordimento per cui la gravidanza è un inciampo fino a che non diventa, se te la senti e quando te la senti, un mezzo di realizzazione personale.

E’ diventato un idolo moderno, causa legge sull’aborto, l’idea che il figlio lo fai solo se sei pronto, a tuo insindacabile giudizio (o a quello di agenzie preposte: ginecologi, mass media, sentito dire: no sei troppo giovane, no ora sei troppo vecchia…)


COPPIA IN ATTESA
Leggi anche:
Naprotecnologia: perché nel dolore della sterilità la FIVET non è affatto l’unica via!

E’ più grave e diffuso il rischio di non poter concepire

Diciamolo alle donne e agli uomini, soprattutto i più giovani, bombardati di messaggi sul sesso come bene di consumo, che concepire è un’impresa enorme, che non è automatico, che non basta la ginnastica genitale; che non si può ottenere sempre e comunque poiché esistono tempi più propizi di altri, età più adatte e altre decisamente chiuse alla vita. Diciamo la verità, tutta intera, e ricordiamo anche una cosa semplice semplice ma così tante volte camuffata: l‘aborto non interrompe un processo che si può riattivare a piacimento ma stronca una vita, quella di un bambino che non tornerà mai più. Quello no, magari altri, forse.

L’attesa dell’attesa

Bella e semplice allora la trovata di questa giovane Tiktoker americana con un discreto seguito: guardate qua quanto è difficile e meraviglioso aspettare e, dopo tante delusioni, ricevere la più bella notizia del mondo! It’s a boy! ci dirà qualche post più in là facendo calciare una palla da rugby al marito che poi esploderà in una nuvola azzurra.

Non manca, pochi post a seguire, la reazione del marito alla notizia. Anche quello è un momento bello, semplice ed eclatante insieme: ehi, tu che sei unito a me per la vita, lo sai che stiamo per generare un’altra persona?

Non ci sono altre novità più eclatanti di questa…

Tags: