Sì, non solo mangiare, ma proprio cucinare. Potersi dedicare con tutta calma alla preparazione di una cena è davvero fonte di benessere.Abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini, a causa della pandemia, ma abbiamo fatto di necessità virtù e gli italiani, costretti tra quattro mura domestiche, hanno sfogato il loro stress cucinando.
Questo 2020 sarà anche ricordato come quello del lievito introvabile, delle farine che sparivano dagli scaffali del supermercato, degli amici che su Skype e Facebook mostravano le loro creazioni gastronomiche.
Rileggo sorridendo il risultato di un sondaggio del 2017 che descriveva gli italiani come sempre più refrattari ai fornelli, incapaci di cucinare, grandi acquirenti di tramezzini, surgelati precotti e spuntini pronti.
Cucinare è un potente antistress
Allora mi sentivo una specie di panda, un essere in via di estinzione perché desidero avere la casa ben accessoriata di pentole, mestoli, frullini, teglie, piatti, calici, zuppiere e accessori di ogni foggia e dimensione.
Oggi mi rendo conto che sono in realtà una dilettante, al confronto di amici che stanno dimostrando talenti davvero eccezionali.
La voglia di cucinare in tempi di pandemia ha dimostrato ancora una volta che cucinare è un potente antistress, uno dei piaceri della vita.
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Sì, non solo mangiare, ma proprio cucinare. Potersi dedicare con tutta calma alla preparazione di una cena è davvero fonte di benessere.
La bellezza di cucinare per la famiglia
Il piacere comincia quando si pianifica il menu; poi si fa la spesa, magari online ma comunque con accurata selezione della materia prima. Finalmente, con gli ingredienti sul tavolo, la bilancia e le pentole, ci si infila il grembiule e comincia lo spasso.
Magari non c’è il libro di ricette aperto alla pagina giusta ma nell’era di internet si consulta sul proprio smartphone la pagina della food blogger preferita. Va bene così, evviva questa rapida condivisione di esperienze e talenti.
Anche se non ci sono (purtroppo) ospiti alla nostra tavola, cucinare qualcosa di buono per i nostri familiari è un piacere che ripaga della stanchezza e delle delusioni di una giornata difficile.
Ed è ancora più bello quando cucinare diventa un lavoro di squadra e anche i bambini vengono coinvolti nella realizzazione dei piatti.
Magari non si preparano piatti elaborati, ma non sono mai stata d’accordo con coloro che dicono che per mangiare bene ci vuole tanto tempo: in pochi minuti si può mettere in tavola una gustosa cenetta, senza tanti fronzoli ma comunque con cura e amore per un rito di vita quotidiana così importante per la famiglia.
Ero preoccupata nel 2017 quando leggevo il sondaggio a cui ho accennato all’inizio, che quasi profetizzava la fine della cucina familiare, con tutte le conseguenze negative per la salute ed i gravi risvolti educativi e sociali, con il coinvolgimento delle relazioni interpersonali.
La gioia della tavola familiare
Oggi siamo chiusi in casa, soffriamo per la lontananza dagli amici, per l’impossibilità di viaggiare, di fare esperienze di allegra socialità, ma abbiamo imparato che almeno in parte tutto questo può essere compensato intensificando l’attenzione verso la tavola familiare, attaccandoci ad essa come ad una zattera di salvezza in questo oceano di incertezze.
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Il duplice augurio è che la pandemia venga presto sconfitta e che, al tempo stesso, ci rimanga la gioia di questa nuova esperienza in cucina, un piccolo tesoro che abbiamo scoperto e che può dare anche in futuro grandi soddisfazioni.
Oggi cuciniamo per pochi familiari: arriverà presto il momento in cui riempiremo la casa di amici e dimostreremo loro che abbiamo fatto di necessità virtù e non abbiamo nulla da invidiare ai grandi chef!
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